Il giro del mondo in 8 ore

Expo 2015: l'espressione massima della creatività umana attraverso 100 immagini
Non è mai troppo tardi per viaggiare un po’. Vedere più mondi in un unico posto. Dove meravigliarsi è stato un gioco da ragazzi. È l’Expo 2015.
Avanti e indietro, da mattino a sera, tra facce stupite e occhi al cielo. Gente multirazziale, colori appariscenti, odori e sapori esotici, natura e scienza, identificazioni religiose e usanze di popoli... il tutto amalgamato fra stravaganti conformazioni architettoniche dei 144 Paesi.

La scelta di comunicazione delle singole nazioni, dimostrata attraverso fantasia, genialità e folclore del proprio popolo, raffigurava l’espressione massima della creatività umana.
Sotto le tre ore non c’era padiglione visitabile internamente, manco quello di San Marino. Da qui la scelta di vederli tutti, ma solo esternamente, ad eccezione di Angola, Turchia e Supermercato del futuro Coop. Alla fine della giornata Runtastic indicava 12,8 km.
Una bella sfacchinata, ma veramente stimolante e appassionante per gli occhi e la mente.

Tra tutte queste bellezze armoniose e logiche ho trovato anche dei padiglioni che a mio parere contrastavano con il messaggio di questa edizione: “Nutrire il pianeta-Energia per la vita”. Mi riferisco alla presenza ingombrante di alcune multinazionali che con l’alimentazione consapevole non hanno nulla da spartire. Monsanto, Mc Donald's, Coca Cola, Nestlé: bastano questi nomi a rappresentarle tutte. Società che hanno tutt’altri interessi e finalità rispetto a un contesto che affrontava discussioni sulla fame, agricoltura sostenibile, prodotti biologici, rifiuti alimentari, cattiva alimentazione e stili di vita sostenibili.
A giudicare ora questa esposizione universale ho l’impressione che in quei sei mesi si è parlato troppo di scandali e code, ma ben poco di contenuti.

100 FOTO: le immagini di Expo



9 Commenti
  1. Daniele Uboldi

    Expo è stata, prima di tutto, la fiera dell'ipocrisia. La statistica ci insegna che un campione deve essere rappresentativo, casuale, non condizionato. Cosa sia l'Afghanistan o lo Zambia non lo si vede dalla rappresentazione scenica di padiglioni luccicanti, dove ciascuno mette in scena ciò che gli pare, ma dalla realtà fattiva vista sul posto.
    Si è voluto rappresentare il Paese dei Balocchi: affascinante, indubbiamente, ma quanto reale? Expo doveva anche essere l'occasione per parlare del tema di portava l'incipit: "Nutrire il Pianeta". Ora, come lo si vuole nutrire, incoraggiando i milioni di piccoli contadini o assecondando le multinazionali? Non è la stessa cosa. La prima concezione incoraggia il cibo biologico, la biodiversità. La seconda la standardizzazione e la logica intensiva delle coltivazioni che tanto danno arrecano al suolo; come emerge anche dal recente rapporto dell'ISPRA. Dunque non è tutto oro quello che luccica.

  2. Maltus

    Tenendo conto poi che due tra i maggiori sponsor dell'evento erano Coca Cola e McDonald's lo slogan dell'EXPO assume contorni abbastanza inquietanti. Il punto è che ora molto più di prima il "cibo di qualità" è un business in crescita e come tale necessita di un "mercato senza frontiere" per massimizzare i profitti e di conseguenze una campagna di marketing di corrispondenti proporzioni.

  3. Sonia berni

    All'esposizione siamo andati al penultimo giorno. A rivedere oggi queste immagini sento malinconia e tristezza per la fine di questo grande evento che ha coinvolto molti di noi. Nel contempo sono orgogliosa del grande successo riscosso in tutto il mondo. L' Italia è stata grande e Milano si è dimostrata una grande città. Felice di aver fatto questa esperienza che mi ha dato tante emozioni e alcune delle smorfie di mia figlia non le dimenticherò mai.

  4. Zaz

    Io sono andata il 31 (purtroppo da un lato), e i miei momenti indimenticabili sono stati diversi, dall’ingresso al padiglione 0 all'ultimo spettacolo dell’ultima giornata presso l’albero della vita, con il doppio botto finale e successivo spegnimento.
    Expo è stato a tutti gli effetti indimenticabile. Un evento unico e sensazionale anche nelle piccole cose, da sorrisi delle persone addette ai padiglioni, ai gadget del Vietnam, alle crocchette fritte du Cuba. Si poteva prolungarlo e ci sarei tornata.

  5. Marino manfredi

    Personalmente expo non mi è piaciuto, anche i numeri dei partecipanti sono falsati, noi come scuola enogastronomica ci siamo andati 3 volte, se tutte le scuole hanno fatto come noi ovviamente i numeri sono ingigantiti, voglio vedere come faranno a coprire i costi del grande circo che hanno costruito.
    il cibo era caro e di mediocre qualità, i controlli di sicurezza mi sembravano facilmente aggirabili, per fortuna non è capitato niente di spiacevole.
    è tutto un voler esaltare il fenomeno expo come grande esempio dell'organizzazione di chi ci governa, infatti la rappresenta perfettamente, una enorme cosa vuota.

  6. Lina

    B R A V O Gigi !!!! Sei proprio Bravo... è stato come ripassare per essere sicuri di aver visto tutto!!! EXPO vince !!!

  7. Maltus

    Tenderei a valutare l'evento EXPO sotto due aspetti: quello del fenomeno ludico in se, che a giudicare dai commenti degli entusiasti, sembra riuscito; e quello di analisi del costume dove con rammarico si può constatare che l'accoppiata Salamella&Spettacolo è da sempre una formula vincente.

  8. Il Bardo

    Il grande problema a questo punto è il dopo lì abbiamo un’area immensa di oltre 1 milione di metri quadrati che dovrà trovare un suo utilizzo perché su quell’area sono stati impiegati 2.400.000.000 di denaro pubblico, di soldi nostri, cosa succederà di quell’area? Intanto non abbiamo quell’effetto che ci avevano promesso, ci promettevano 200 mila posti di lavoro nuovi? Non ce ne è traccia, in Lombardia l’occupazione è ancora in calo, ci promettevano aumenti del Pil di 1, 2, 3, 4 punti? Non ci pare l’aumento del Pil è di 0, e è dato da altri fattori non certo da Expo, cosa succederà almeno dopo di quell’area? Le idee non potevano essere più confuse di così.
    Intanto c’è il peccato originale di Expo: quell’area è stata comprata per la prima volta nella storia degli Expo di tutto il mondo, con i soldi pubblici perché l’Expo per la prima volta è stato realizzato su aree private, così sostanzialmente il Comune di Milano e la Regione Lombardia hanno dovuto indebitarsi con le banche, per circa 200 milioni, chi restituirà quei soldi al Comune di Milano e a Regione Lombardia? Ancora non lo sappiamo, è stata fatta un’asta per rivendere quelle aree nel novembre 2014 nessuno si è presentato.
    C’è questo peccato originale e poi c’è il cosa farci, il cosa fare dopo. Le idee che sono uscite finora sono di trasportare sul sito di Expo le facoltà scientifiche dell’università statale è un’idea del Rettore della statale Gianluca Vago, ottima idea ma con quali soldi? Con quale regia? Con quali tempi? Assolombarda ha detto: accanto alle facoltà scientifiche dell’università statale, possiamo metterci una zona di imprese, le imprese tecnologiche che possono trasportarsi lì, trasferirsi lì, sì ma anche lì con quale sicurezza, certezza, tempi regia non lo sappiamo.

  9. Alberto Squeri

    Buongiorno a tutti, stavolta vado decisamente contro-corrente e per me EXPO è stata una vera truffa legalizzata: innanzitutto è stato impensabile riuscire a visitare l'interno dei padiglioni per code inimmaginabili (8 ore per il giappone, ad esempio) e quindi la visita è stata "monca"; il mangiare assolutamente caro e non di prestigio; code ovunque dall'ingresso, ai bagni, ai bar....... e per ultimo non ho visto nessuna attinenza con il titolo della manifestazione!!!!!! Dopo due ore di visita ho abbandanato la scena per gustarmi il centro di Milano che ha ancora il suo fascino ad un costo decisamente più abbordabile.

Commenta

Somma e invia : 15 + 3 =
Accetto Non accetto


Resta aggiornato

Post simili

Dalla Costa di Borio

Una passeggiata "imbiancata" che si sviluppa attorno al capoluogo bedoniese

La bufera

Una passeggiata nel bianco al Passo Cento Croci

Le conigliette di Hugh Hefner

Se ne va l'inventore della mitica rivista Playboy e i ricordi affiorano

L'uomo con le ali

In volo sul deltaplano a motore del bedoniese Gino Soffientini

Remo Belli: fotografo

Un ricordo di un amico ma anche maestro fotografico

Corpi Urbani

Figure sinuose fotografate tra i parchi di Genova Nervi