Museo degli Orsanti... te saluto!

Il Museo degli Orsanti di Compiano se ne andrà per davvero?
È del 20 Febbraio la novità… ma di un’amara sorpresa si tratta, eppure nessuno ne parla.
Il "Museo degli Orsanti" di Compiano, proprio quello voluto e curato da Maria Teresa Alpi, quello unico al mondo nel suo genere, esclusivo perché inserito nel contesto in cui il fenomeno degli Orsanti ha avuto origine, prenderà il volo… strumenti musicali, carretti, burattini, sculture, oggettistica, fotografie e documenti saranno trasferiti a Vigoleno, in provincia di Piacenza.

- Gli Orsanti a Vigoleno? Sarebbe come fare il Museo dei "Pisarei e fasò" a Sugremaro!
Il sito internet che gestisce il museo non lascia dubbi o interpretazioni: "Il Museo, sorto a Compiano nel 2001, verrà trasferito presso Casa Tanzi nel Borgo di Vigoleno (Pc)… ed aprirà a fine aprile".

E' una mia considerazione, ma questo "trasloco" non lo trovo corretto, principalmente nei confronti di Compiano e per il territorio circostante, proprio quello che ha dato origine a questi girovaghi circensi, ma soprattutto verso le tante persone, spesso discendenti diretti degli Orsanti, che hanno donato i propri oggetti familiari a Maria Teresa per creare il museo della memoria.

Siamo così sicuri che Maria Teresa Alpi sarebbe felice o approverebbe questo trasferimento?
È senz’altro una scelta legittima, poiché la proprietà del museo è passata di mano dopo la scomparsa dell'ideatrice, ma è altrettanto lecito chiedersi se questa decisione sia stata perlomeno valutata o discussa con le istituzioni locali, magari per trovare un compromesso o una soluzione.

Auspico davvero che non sia già stata scritta la parola "fine" e che il Comune di Compiano, la Provincia di Parma o la Consulta dell’Emigrazione riescano a comprendere il motivo che hanno spinto la proprietà ad una simile decisione. Ho provato anche personalmente a scrivere e telefonare alla nuova proprietà, ma non ho ricevuto risposta e tanto meno sono stato richiamato.

Se questa è la realtà siamo messi male e per il borgo storico di Compiano ancora peggio, riuscire a cavarsela dopo la chiusura del bar, del ristorante e con la mancanza di questo museo a far da traino, sarà problematico, resterà pressoché inanimato. A no, qualcosa è rimasto, un Requiem non si negherà a nessuno.
PDF - Ricerca dei ragazzi della 4/C L'opinione della proprietaria Chi sono gli Orsanti? di Arturo Curà Maria Teresa, l'ultima degli orsanti Maria Teresa già dimenticata? RTA: intervista alla proprietaria RTA: ricostruire il Museo Orsanti Articolo da Il Fatto Quotidiano

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62 Commenti
  1. Marco Biasotti

    Che dire...al peggio non c'è limite!
    E le "istituzioni" n'do axxo sono?

  2. Arturo Curà

    Più che obbligatorio l'increscioso "Te saluto!" che Gigi Cavalli ha voluto farci sapere: il Museo degli Orsanti finirà in un paese del piacentino che con i Girovaghi delle nostre Terre non ha nulla a che fare.
    Come mai? Perchè?
    E' l'ultimo sparo su una Compiano ormai destinata ad una tristissima decadenza.
    Non ho altre parole da aggiungere.

  3. E. Mazzadi

    Grazie all'intervento su questo blog di Gigi, si è attivata un'indignazione generale che ha portato al "salvataggio" dei pioppi di Sugremaro, destinati ad essere abbattuti.

    Anche in questo caso, per essere pratici, vedo questa strada. Occorre fare SUBITO una lettera di DIFFIDA alla attuale proprietaria: gli oggetti del museo, in larga parte, erano stati donati da gente del posto alla Alpi, perchè venissero esposti nel museo di Compiano. Oltre a questo bisogna fare un'azione di stimolo all'amministrazione perché si attivi a sventare lo "scippo" di un museo unico al mondo.
    Quindi: chi fa la lettera di diffida? Sarebbe utile che fosse firmata da chi ha donato gli oggetti e dai vari centri studi (Compiano Arte e Storia, Centro studi Casaroli, Ass. Emanuelli, ecc.)

  4. Daniela

    Non si poteva magari trasferire il materiale in qualche locale del castello e proporne la visita assieme a quella del castello stesso??

  5. Mauro Delgrosso

    Maria Teresa si rivolterà nella tomba! Ho passato giorni interi con lei, parlando e discutendo di mille cose, di mille immaginifici progetti: era sempre arrabbiata con i vari politici di turno che, a suo vedere, non la supportavano mai abbastanza nelle sue iniziative, ma mai, e poi mai, ho avvertito in lei la volontà di spostare un solo atomo del suo museo fuori dalle mura di Compiano. Mi sembra una follia e un atto molto irrispettoso della sua memoria.

  6. Maria Luisa Conti

    La nuova proprietà non si e' fatta una domanda prima di sottrarre un bene comune e tipico della nostra zona? Lo scippo non e' solamente a Compiano ma a Bedonia, Bardi, Cavignaga, Cereseto, Dugara, ect
    Come mi sento dove aver letto questo? Indignata

  7. Katia

    Senza nulla togliere al valore che ha per Compiano ma solamente per una questione di spazio certamente idoneo, non sarebbe stato meglio offrirlo al seminario di Bedonia ? ?

  8. Dolores

    NOOOOOOOOOOOOOOO! Non ci posso credere!
    Mi associo alle lamentele lecite sul fatto: Maria Teresa non merita questo e nemmeno tutte le persone che hanno donato ricordi SACRI! Possibile che non ci sia una soluzione meno dolorosa? Magari ridimensionando lo spazio in una stanzetta del castello come proponeva Daniela, o comunque, non così lontano e fuori dal Comune. Chi di dovere faccia qualcosa SUBITO, perché Aprile è alle porte e mi sembra già tardi. Compiano, così bello, piano piano si svuota di tutto e anche della gente che accorreva a visitarlo...... CI DEVE ESSERE UNA SOLUZIONE! Compiano non può lasciarsi portar via IL RICORDO!
    Se servono firme, io e molti altri altri, siamo qui!

  9. Gigi Bani

    Non ne capisco in senso ne tantomeno l'utilità, un momento di cultura tipicamente locale trasferita in una località che non ha nessuna pertinenza con quel passato!!! inspiegabile!!! impoverire ulteriormente le potenzialità del luogo!!

  10. Giuseppe "Beppe" Conti

    Buon giorno Gigi, mi spiace veramente molto per quello che ho letto a riguardo del Museo degli Orsanti.
    Averlo saputo prima avrei cercato un contatto anche io con la proprietà ( insieme a te naturalmente ed a tutti gli interessati).
    Nei nostri borghi di luoghi idonei se ne trovavano, io naturalmente penso a Bardi ma volentieri collaboro ad una soluzione con tutti i colleghi Val Taro/Val Ceno interessati.
    Il Museo fa parte delle nostre profonde radici e va ulteriormente valorizzato in Appennino.
    Ma scusa e come dire che il Sindaco A.F. (AF sta per Alla Frutta) Giuseppe Conti inaugura il museo del fiume PO a Bardi. Io resto a disposizione.
    Fammi sapere grazie GC

  11. Sabina Zazzi

    Un MUSEO importante quanto quello di Ettore Guatelli ad Ozzano Taro.
    Culturalmente cosa sarebbe Ozzano senza il suo museo dell'arte contadine? Nulla, come sarà Compiano nel caso venisse spogliato della sua storia passata

  12. L.F.

    Caro Esvaso e' inutile ricorrere a impressionare i cittadini compianesi: NON GLIENE FREGA NIENTE !!
    Bisogna appellarsi alla concretezza dei privati che sono molto piu’ dinamici. Il Museo degli Orsanti da quando e’ mancata Maria Teresa Alpi e’ stato snobbato dal Comune e dai residenti, non nascondiamoci dietro un dito, i giorni di apertura si contavano sulle dite di una mano.
    I cittadini di buona volonta’ dovrebbero dimostrare che al museo ci tengono e dare un impulso realistico a mantenerlo aperto.

  13. Giuseppe

    Alle 11 apprendo con stupore questa notizia.

    Non si deve lacerare il legame etnografico, storico e culturale che il museo rappresenta.

    L'intero contenuto, la cultura materiale, sono elementi inscindibili dal territorio, e dai singoli luoghi di provenienza.

    Il Museo, una volta costituito, assume uno statuto ontologico speciale in quanto espressione della volontà collettiva dei fondatori e dei donatori.

    Lo spostamento sarebbe un grave atto unilaterale in spregio alla volontà degli ideatori, alla comunità e alla sua storia.

    Ogni iniziativa deve essere intrapresa per trovare una soluzione.

    Giuseppe Toffanin

  14. Rodolfo

    La notizia mi lascia meravigliato: non ne comprendo i motivi. Apprendo che ci sono proprietari che hanno deciso una diversa collocazione fuori dal nostro territorio. Mi sembra una scelta grave, comunque la si voglia spiegare. Certo la raccolta di firme, le prese di posizioni delle istituzioni culturali sono importanti. Su tutti, dovrebbero intervenire gli amministratori locali, come fa il Sindaco di Bardi, Beppe Conti. E offrire una soluzione!

  15. Ellealle

    Dopo il PEN, se ne vanno gli Orsanti. Un altro frammento di memoria, costruito, pezzo a pezzo, da una intelligente, creativa e paziente signora, donna ESA. Così un giorno, guardandoci negli occhi, non sapremo più neanche riconoscerci. E ognuno, barricato in confini più mentali che amministrativi, magari osservando il suo campanile, forse un po' diroccato, non ricorderà neanche più perchè è potuto accadere. Beata inconsapevolezza.

  16. Francesco Mariani

    Dopo lo stupore iniziale, non mi sorprendo pù di tanto.
    Da quando è mancata Maria Teresa Alpi, il Museo degli Orsanti non ha avuto momenti floridi. Nonostante i grandi proclami di coloro che oggi ne dispongono la chiusura e lo spostamento, non c’è stata nessuna iniziativa di rilievo per continuarne l’attività . Già dall’estate del 2012 il museo era aperto solo saltuariamente e con un calendario di orari poco rispettato.
    Non conosco, per il momento, i motivi del trasferimento, ma ho l’impressione che siamo motivi economici: AVIDITA’.

  17. Mauro Mozzani

    Buongiorno, causa il mio lavoro mi sento un orsanto contemporaneo. Generalmente sono piacentino (quindi ladro di musei) ma a volte son domiciliato da queste parti ed altre volte sparso per luoghi lontani dove mi porta il circo con cui collaboro. Purtroppo non ho mai avuto l'occasione di vedere il museo di Compiano, e le due volte che ho provato l'ho trovato chiuso (e con un calendario un poco limitato).
    Qui leggo alcuni post indignati ed altri animati da buone intenzioni. Si sente il desiderio di tenersi vicino qualcosa che fa parte della propria storia, la vostra storia, a conferma di quando alcuni amici mi avevano raccontato con orgoglio le storie degli Orsanti.
    Il mio desiderio è che riusciate a trovare una soluzione e che non perdiate l'occasione di far rivivere un pezzo così unico della vostra tradizione... e poi mi piacerebbe conoscere i "miei antenati" tra le loro mura.

  18. Compiano Arte Storia

    È una brutta storia che comincia quando Maria Teresa Alpi, colpita da una malattia inesorabile, lascia la proprietà della sua creatura, il Museo degli Orsanti, a una Società di Piacenza con cui aveva rapporti commerciali di pubblicità, Società che non aveva nessun legame e nessun interesse con Compiano e con il territorio delle Alte Valli del Taro e del Ceno in cui è nata la grande tradizione degli Orsanti. Così ora sta succedendo quello che capita a tante aziende create da piccoli imprenditori locali legati alla loro terra che, per varie ragioni, ne perdono il controllo e la loro preziosa creatura passa a società e finanze estranee agli scopi iniziali senza che intervenga chi avrebbe il dovere di informarsi e di controllare per tempo la situazione in modo da evitare il peggio.
    Ora la situazione è grave ma non dobbiamo arrenderci: occorre un'azione comune di Enti ed Associazioni che hanno a cuore la Cultura e le Tradizioni della nostra Valle.
    Il Centro Culturale "Compiano Arte Storia" ringrazia Esvaso per aver divulgato la notizia ed invita la Fondazione Borri, il Museo Guatelli, il Castello di Compiano, il Centro Documentazione sull'Emigrazione di Bedonia e tutte le Associazioni culturali della Valle per coordinare un'azione energica e tempestiva volta non solo a mantenere a Compiano il Museo, ma a svilupparlo maggiormente sul Territorio.

  19. Luciana Bertorelli

    Caro Gigi
    ma non è possibile fare una raccolta di firme per evitare lo spostamento?? pensa che Ferdinando Molteni, già assessore alla cultura di Savona, poco tempo fa mi chiedeva notizie di questo caratteristico Museo Orsanti di Compiano di cui aveva tanto sentito parlare!!

  20. Eli

    Il mio bisnonno era una orsante e il "soprannome" della mia famiglia deriva proprio dal paese che raggiungeva nel suo girovagare a fare spettacoli. Inutile dire quanto io sia attaccatta a questo museo che racconta un pezzo di vita della mia famiglia. Se si potesse far qualcosa per evitarne la chiusura, io ci saro' sicuramente!

  21. Andrea Pontremoli

    Caro Gigi,
    apprendo da te questa notizia, ma dobbiamo fare qualcosa! Come Centro Studi Valceno sono a disposizione, non bastera' la raccolta firme, ma intanto si alza l'attenzione.
    Non so' chi siano i nuovi proprietari, possiamo andare a parlarci? Dobbiamo provarle tutte prima di lasciar andare un pezzo della nostra storia.

  22. Alberto Squeri

    Sagra della torta fritta, Pen, Museo degli orsanti, bar, ristorante....... uno dei borghi più belli d'Italia ridotto ad un paese fantasma, non c'è altro da dire!!!!!

  23. Emanuelli

    Rendiamoci conto che l’iniziativa di chiusura del Museo degli Orsanti indigna non poco tutta la popolazione delle vali del Taro e del Ceno, patria di questo fenomeno unico al mondo.
    Una notizia da far uscire dai confini della nostra Provincia per interessare le cronache regionali e nazionali, le stesse che per anni hanno parlato di Maria Teresa Alpi e del suo Museo e oggi come in passato, testate come Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, Corriere della Sera, riviste di turismo, ecc non potranno sottrarsi a questa incredibile decisione.

  24. PIA

    IO SONO DISPONIBILE, PER QUELLO CHE E' IN MIO POTERE, A COLLABORARE PER FERMARE IL TRASLOCO!!!!
    E' UNA COSA SENZA SENSO E GRAVISSIMA PER LE SUE CONSEGUENZE PER COMPIANO E PER LA VALLE..
    E POI PARLIAMO DI "RIDARE VITA" ED AGEVOLARE IL TURISMO IN ALTA VALTARO?

  25. Preoccupata

    Grazie Gigi. Grazie al tuo sito si inizia a parlarne e forse a scongiurare la chiusura.

    E’ un impegno a creare le condizioni perché il Museo degli Orsanti resti a Compiano quello assunto dalla Provincia nel momento stesso in cui l’ente è venuto a conoscenza della decisione della proprietà di trasferirlo a Vigoleno. La notizia la si è appresa una decina di giorni fa in occasione della presentazione della proposta di realizzare a Compiano, nell’ambito del calendario degli eventi del Sistema provinciale dei Musei, alcuni spettacoli con artisti di strada.

    “Il Museo degli Orsanti è come un organismo che vive grazie alla località e al contesto storico culturale in cui è nato. Sradicarlo dal luogo d’origine rischia di spezzarne l’identità relegandolo in un progetto di sola rappresentanza della storia degli Orsanti – dice l’assessore provinciale alla Cultura Giuseppe Romanini – Per questa ragione appena appresa la notizia dell’ipotesi di trasferirlo nel piacentino come Provincia ci siamo incontrati con la signora Benaglia e il sindaco di Compiano per verificare i motivi della scelta e cercare soluzioni che consentano a questa struttura di restare nel luogo originario. – continua – Abbiamo anche già fissato l’incontro che si terrà nei prossimi giorni, con la presidente della Consulta regionale dell’Emigrazione Silvia Bartolini in modo da unire gli sforzi per raggiungere un obiettivo caro a tutto il nostro ente: la permanenza del Museo a Compiano. Pur nell’incertezza del destino delle Province e in presenza di tagli di risorse sempre più consistenti, abbiamo in questi anni fondato e fatto crescere il Sistema dei Musei di cui quello degli Orsanti è parte integrante. E’ certo – conclude l’assessore – che faremo tutto ciò che è necessario per trovare la giusta soluzione e confidiamo nella collaborazione delle istituzioni ma anche della gente e delle associazioni della Valtaro”.

  26. Giovanni Magistretti

    E' una cosa sbagliata che fanno ed indecente qualunque sia la causa. Sbaglia Piacenza a farlo e Parma a lasciarlo fare. Si inventano cose nuove per cominciare sempre da capo e dar la colpa a qualcun altro. Delusione che quelli di Vigoleno vogliano portare a casa un museo come questo quando avrebbero mille altre cose da valorizzare. Peccato. Magari ci ripensano.
    Giovanni Magistretti

  27. Arturo Curà

    Che questo "Museo degli Orsanti" abbia infastidito più che inorgoglito la gente del luogo, lo posso affermare senza tema di smentite avendo io partecipato alla laboriosa creazione che Maria Teresa Alpi condusse quasi dal nulla riuscendo in una impresa ciclopica.
    La Signora Alpi continuò anno dopo anno a ricercare, a raccogliere, a costruire, a ricreare il mondo dei "nostri" Girovaghi riproducendone ogni angolo,raccogliendone preziosi reperti donati da alcune famiglie, cercando oggetti preziosi in Italia e all'estero.
    Per la sua originalità il "Museo" di Compiano poco alla volta diventò un esempio eccellente, unico in Europa, capace di interessare giornalisti della carta stampata e della televisione non solo nazionale.
    Ma, viste come stiano andando le cose in un silenzio che solo questo Blog è riuscito a smuovere, sembra che la "Grande Operazione" di M.T.ALPI non sia bastata e che il Museo venga addirittura trasferito nel piacentino.
    Ne è una prova la Locandina che sciattamente appare sul frontespizio ( leggere per credere ! ) dove vengono espresse quattro o cinque annotazioni da circo.
    Ora pare che qualcuno si decida ad intervenire ma, visti e considerati gli andazzi all'italiana, c'è poco da credere!
    Mah!

  28. Alex Bocelli

    Per chi volesse visionare materiale video sul museo Orsanti può andare sul mio canale di Youtube dove, nel corso del tempo, ho inserito diverse clip video autoprodotte o registrate ed editate da trasmissioni Rai l'ultima delle quali in ordine temporale, Sereno variabile, risale al 26 Ottobre 2013.
    Alessandro Bocelli

  29. Francesco Mariani

    Questa sera in Consiglio Comunale ho avuto la conferma che il motivo del trasferimento è solamente economico; la proprietaria del museo ha affermato che in due anni ha ottenuto solamente delle perdite. E' anche vero, cara signora, che nelle ultime due stagioni estive (cioè da quando ne è la proprietaria) il museo era più chiuso che aperto! Pare che il sindaco ne abbia avuto notizia del tutto casuale il 3 marzo scorso, senza che nei mesi preceddenti ci sia stato alcun incontro per comunicare tale volontà oppure per sollevare il problema.
    E' stata convocata per il 21 marzo una riunione presso la Provincia con la proprietà e la presidente della Consulta Regionale dell'Immigrazione per cercare di evitare il trasferimento.

  30. Francesco Mariani

    Aggiungo che nella apagina delle manifestazione relative all'anno 2014 del Comune di vernasca ( a cui appartiene Vigoleno) è gia fissata la data di inaugurazione del Museo delgi Orsanti: 20 aprile. Buona Pasqua!

  31. Giuseppe

    Sono nipote dell ultimo scimmiaro di Dugara, Andrea Vaccari, anni fa ci chiesero di donare i ricordi ancora in nostro possesso una "viola" un "semiton" e due "tripé" non lo feci, mio padre che pure seguì il nonno fino a diciotto anni non volle.Cosa dire, due anni fa sono rimasto due ore a chimicare quello che era esposto, le mie cose avrebbero potuto essere li per tutti, ma,non ci sono riuscito a portarle li. Sono triste, sabato vado a Dugara dirò a mio nonno che io non lo scorderò mai. Giuseppe Vaccari

  32. Dolores

    Giuseppe,porta anche il mio saluto a tuo nonno e ringrazialo per i sacrifici che ha fatto portanto la sua arte dalla nostra terra...
    E' sempre molto difficile staccarsi dai 'ricordi'dei nostri vecchi che per noi sono sacri e forse hai fatto bene, pensando sol senno di poi! Se il museo rimarrà a Compiano, CON LO SPAVENTO CHE CI SIAMO PRESI,per la paura di perderlo, magari migliorerà, sarà più agibile e aperto più spesso e ammirato come meriterebbe. Forza chi di dovere,mettetecela tutta!

    ( P.S.Giuseppe, mi dici cosa sono il semitòn e tripè (3 piedi? ) Grazie

  33. Mauro Mozzani

    Mi permetto di fare alcune domande per capire meglio la situazione. Quindi il comune di Compiano non era proprietario dell'esposizione ma ospitava solamente il museo di proprietà della sig.ra Alpi che era gestito da una società di Piacenza?.... alla morte della sig.ra Alpi il museo è stato venduto ad un privato che risiede a Vernasca dove sposterà il museo?... quindi già in passato tra gli eredi della sig.ra Alpi e il comune di Compiano non c'è stato accordo? ... credo che bisognerebbe capire anche il perché si è arrivati a ciò e trovare una soluzione in merito.

  34. Gigi Cavalli

    Mauro, cercherò di rispondere, per quello che so, ad alcuni tuoi quesiti.
    Il Comune di Compiano non era il proprietario del Museo;
    I locali del Museo (ex chiesa di San Rocco) sono di proprietà dell'Opera Parrocchiale;
    Finchè c'era in Vita Maria Teresa il Museo era gestito personalmente da lei;
    Dopo il decesso della signora Alpi gli oggetti del Museo sono stati donati, per suo testamento, all'attuale gestore (persona fisica).

  35. Mauro Delgrosso

    Tristemente, devo dire che, per varie affermazioni che ho colto in mezzo alla gente, per alcune parole scambiate liberamente, per dei messaggi, escluse le frasi di circostanza, ho l'impressione che forse il tema importi poco o nulla alla stragrande maggioranza delle persone locali. Spero di sbagliarmi, ma come è accaduto spesso in passato, alla prova dei fatti, tengono più alle nostre tradizioni gli emigrati, gli oriundi e coloro che sono venuti in contatto con il territorio da fuori.
    Il tema che irrita di più, purtroppo, è lo scippo del Museo, non tanto il valore del Museo stesso. E' l'atto che indigna, che colpisce l'orgoglio, non il valore assoluto. Spero di sbagliarmi, ma sembra che del nostro passato recente, assolutamente unico, alla fine, interessi a pochi. Per quanto riguarda il caso specifico, a me sembra uno dei tanti tristi "film" già visti, frutto dell'abbandono della persona, della non attenzione alla relazione: chi cura un sofferente, soprattutto se lasciato un po' a margine negli ultimi giorni della sua vita, in modo più o meno disinteressato, poi, alla fine, eredita sempre qualcosa.

  36. Maria Giuliana Anelli

    Non mi piace molto intervenire su blog e forum. Non lo faccio mai, ma adesso credo proprio che sia opportuno. Anche a nome dei ragazzi che sono rimasti a dir poco stupiti.

    Non entro nel merito di competenze tecniche e politiche che non concosco. Ho conosciuto Lei, la sua vivacità, il suo amore per i giovani, la sua franchezza, al limite della provocazione. Ma tu la potevi guardare negli occhi. E Lei non si scomponeva, con quello sguardo ancora fiero e caparbio che l'età non aveva minimamente scalfito. Due grandi amori, anzi tre tutti insieme. Il Castello, Il SUO Museo, la sua Compiano. Una delle ultime passeggiate insieme al castello, dalle sorti allora ancora incerte, pieno di rose e vento. Cosa dici ? Chi potremmo chiamare, secondo te, un evento grosso. Di rimando replico immediatamente Galliano. Avrebbe pagato Lei.
    Chi da un anno a questa parte è entrato al Museo non ha più ritrovato le foto di Gian Antonio Stella.... lei ci teneva in modo particolare.
    Insomma, senza fare nè polemica nè retorica. Questi solo pochi tra i tanti episodi che l'hanno vista insieme a noi. Insieme a Berni che la intervistava insieme ai ragazzi che la circondavano con affetto. Un po' impauriti e un po' ammirati.
    Dopo la sua morte ho distribuito, pubblicizzato, anche in occasioni pubbliche, la raccolta e quello che ancora poteva essere. Direi molta indifferenza di rimando. Un'alzatina di spalle. Ma va bene anche così.
    Un saluto affettuoso a tutti lettori, in modo particolare ai ragazzi della ex 4 C

    Maria Giuliana Anelli

    Vedi link per scaricare in PDF il lavoro svolto dalla ex 4/C sul Museo degli Orsanti

  37. Giuseppe

    Per Dolores,il "semiton"è una fisarmonica di medie dimensioni a pulsanti,i tripé erano i due trespoli tra i quali veniva tesa una corda sulla quale si esibiva la o le scimmie,ciao e grazie per la tua curiosità.

  38. Dolores

    Grazie Giuseppe delle informazioni che mi servono per spiegare quanto ho riportato nel mio 'libro' sul paese Scopolo e dintorni con la sua gente. ciao

  39. Enrica P

    Non ci voglio credere, snaturalizzare questo museo non è ammissibile ma che senso ha???
    Se avete bisogno di supporto sono la mia mail è indicata

  40. Aldo Craparo

    Salve a tutti, vorrei lasciare anch'io un mio pensiero sull'argomento in discussione. Tale argomento mi fa riaffiorare alla mente ricordi,i miei inizi in Val Taro. La mia prima regia targata Bedonia fu proprio in uno spettacolo proposto a Compiano al festival dei girovaghi la cui organizzatrice era proprio la signora Alpi.

    Ricordo i primi contatti con la Alpi e il primo appuntamento a casa sua a Parma. Io mi ero preparato un piccolo discorsetto, avevo mentalmente studiato i modi per mostrarle le mie idee, la mia professionalità, avevo pensato a qualche battutina simpatica...
    Aperta la porta del suo appartamento mi imbattei in quel suo sguardo aguzzo e i miei piani subirono un veemente cambiamento di rotta... i saluti di cortesia e subito passammo dal corridoio in soggiorno, dalle vetrate del suo attico in centro si vedevano le statue della chiesa di fronte, sembravano quasi gli abitanti di quel salotto. Subito capii che la discussione l'avrebbe gestita lei... mi "impose" di accomodarmi in una seggiolina davanti e lei,nel frattempo le statue sbirciavano dai vetri, dopo avere preso il pacchetto di sigarette, immancabili per lei, mi si sedette davanti come ad esaminarmi,un po' di soggezione riuscì a mettermela addosso, mi sentivo come uno scolaro delle elementari interrogato dal direttore in persona. Insomma, cercò di mettermi a disagio, così da studiarmi meglio, aveva un carattere duro ed accentratore, un pregio ma anche un difetto...Insomma voleva leggere oltre la cortese ovvietà delle mie parole e farmi capire chi era il capo.
    Poi ci accordammo per lo spettacolo, le proposi un progetto riguardante l'emigrazione, in cui avevo coinvolto la corale Perchènò, la Prof.ssa Anelli, il neo coro Yugen e avevo chiamato a nostro sostegno anche un mio amico attore di Milano, Pier Quarto. La piazza era gremita, la notte era stupenda e le lucciole danzavano come lanterne alate nell'aria di quel pittoresco contesto di Compiano. Lo spettacolo andò bene. Potei accorgermi, in quella occasione di come gestisse le cose la signora Alpi e di quanta forza e passione mettesse in ciò a cui credeva. A volte, all'onor del vero, troppa passione e meno organizzazione...

    Era una persona da stimare anche se andarci d'accordo era un "lavoro" ostico, ma queste persone creano cultura, si battono per essa, ci mettono tanto di loro tasca e di tempo personale, per dare anima ai progetti... a loro bisogna essere grati. Quando scompaiono si formano delle voragini che nessuno riesce a colmare, ne istituzioni, associazioni, privati cittadini, forse anche, categorie, animate da carente spirito e volontà. Non voglio essere demagogo e quindi mi schiero tra quelli inermi che hanno assistito negli anni allo sbriciolamento di una piccola isola culturale, in un contesto paesaggistico che ben si amalgamava con esso.
    Abbiamo visto scomparire il museo degli Orsanti, ma prima il premio Pen a esso collegato e al festival dei Girovaghi... adesso siamo all'ultima pagina di un copione già scritto.
    In teatro esistono gli adattamenti, le riscritture e spero che si possa cambiare il triste epilogo di questa "commedia" tutta italiana. Per Compiano e tutta la zona sarebbe una perdita culturale e di memoria troppo grande da sopportare.

    Chiudo qui questo mio commento, con un sorriso nel ricordare la signora Alpi e i giorni luminosi che furono, del museo degli Orsanti. Spero solo non cali un silenzio di Shakespeariana memoria su tutta la vicenda.
    Salve.

  41. F@bio

    Ma che novità è questa ? Anzi ma che schifezza è questa ?

  42. Piero Rizzi Bianchi

    Mi permetto di scrivere qualcosa sull'argomento, visto anche che tra non molte ore è previsto l'incontro tra la Proprietà, la Provincia di Parma, la Consulta Regionale per l'Emigrazione e il Comune di Compiano per trovare una soluzione che scongiuri (come sarebbe non giusto, ma sacrosanto!) lo spostamento di questa raccolta, comunque di un certo significato per il nostro territorio, verso un'area invece completamente estranea.
    Parlo, naturalmente, dal punto di vista bedoniese. Se è chiaro che Bedonia centro non si è mai identificata con il fenomeno in questione, esso ebbe invece forte diffusione, com'è noto, sulle pendici del Pelpi, bedoniesi non meno che compianesi. Sarà dunque da notare la brillante assenza d'iniziativa del Comune di Bedonia: che, secondo logica, avrebbe dovuto avere un posto nell'incontro di domani e, in una prospettiva di collaborazione (in questo caso ben giustificata), potrebbe avere un suo ruolo, comunque prezioso, nel supportare la presenza in zona e il futuro buon funzionamento del Museo.

  43. Maria Luisa Conti

    Novità ? L'incontro della settimana presso la provincia di Parma ha scosso gli animi ? Questo silenzio mi inquieta, grazie a chi vorrà fornire utili ragguagli

  44. Giuseppe

    Non si sa nulla sull'incontro? Diteci qualcosa, grazie mille e ciao a tutti.

  45. Gigi Cavalli

    Eccomi per un aggiornamento. Dopo l'incontro di giovedì scorso presso la Provincia di Parma, di cui nulla sappiamo, domani ci sarà un ulteriore incontro a Compiano tra L'Amministrazione Comunale, Proprietà, Provincia e Ass. Compiano Arte Storia.

    Nel frattempo è stata inviata questa lettera a tutte le parti interessate:

    Raccomandata/PEC

    Compiano, lì 25/03/2014

    • Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza
    • Direzione Regionale Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna
    • Comune di Compiano
    • Provincia di Parma
    • Consulta Regionale dell’Emigrazione
    • p. c. Comune di Bedonia
    • p.c. Notaio Stefano Spagna Musso
    • p.c. Sig.ra Benaglia Valeria
    • p.c. mezzi di informazione

    Oggetto: progettato spostamento del “Museo gli Orsanti” da Compiano (PR) a Vigoleno di Vernasca (PC)

    Le sottoscritte Associazioni, attive nell’ambito della cultura locale,

    FACENDOSI PORTATRICI di interessi diffusi nei territori delle alte Valli del Taro e del Ceno;

    PRESO ATTO che l’attuale proprietaria del “Museo gli Orsanti”, con sede a Compiano nell’ex-oratorio di San Rocco, ha intenzione di trasferire tale Museo presso la Casa Tanzi nel borgo di Vigoleno (PC), come già annunciato a mezzo stampa e internet (www.museogliorsanti.it/eventi_e_stampa.html);

    CONSIDERATO che:

    a) il Museo, fondato dalla compianese Maria Teresa Alpi e pervenuto per lascito testamentario alla attuale proprietaria Valeria Benaglia, è composto da una straordinaria collezione di oggetti appartenuti agli “orsanti”, commedianti girovaghi che, originari dalle alte valli del Taro e del Ceno, emigravano in terre lontane per esibirsi in strada con animali ammaestrati (orsi, scimmie, ecc.), e guadagnarsi in tal modo la vita;

    b) tali preziosi materiali e documenti (strumenti musicali, burattini, fotografie, costumi, stampe) furono in buona parte donati a Maria Teresa Alpi da persone locali (perlpopiù dei territori di Compiano e Bedonia), alle quali era stato promesso l’allestimento di un museo a Compiano;

    c) la decisione di trasferire il Museo, senza darne previa comunicazione al Comune e alla comunità, ha generato sconcerto tra la popolazione delle valli del Taro e del Ceno: il Museo, così come concepito, è infatti un “unicum” a livello nazionale ed internazionale e rappresenta una testimonianza precisa di un territorio, nonché un inestimabile “valore immateriale” per la locale comunità; il suo trasferimento in un luogo (Vigoleno-Piacenza) avulso da questo tipo di fenomeno legato all’emigrazione, costituirebbe un’assurda de-contestualizzazione, con conseguente impoverimento sia dei significati del Museo stesso sia dei valori identitari della comunità che ha prodotto tali testimonianze;

    d) nel testamento di Maria Teresa Alpi (redatto il 6/2/2012 avanti al notaio Stefano Spagna Musso) è scritto:

    “Lascio il Museo degli Orsanti con tutto quanto in esso contenuto alla Signora Benaglia Valeria che lo gestirà con la massima diligenza e rispettando il più possibile l’essenza stessa del Museo senza smembrarlo, mantenendolo integro così come glielo lascio senza alienare a terzi i singoli beni che lo compongono nei limiti delle leggi vigenti”.

    Nel testamento non si parla quindi di semplice “collezione” (oggetti), ma di “museo” (che si compone di oggetti, allestimento e luogo-contenitore), da preservare nella sua “essenza” ed ”integrità”. E’ perciò evidente la volontà di Maria Teresa Alpi che il Museo fosse mantenuto così come da lei concepito e realizzato;

    CHIEDONO agli Enti destinatari della presente, per quanto di competenza, di attivarsi per mantenere il Museo nella zona (alta Valtaro-alta Valceno) a cui fa riferimento, valutando inoltre l’opportunità di promuovere una schedatura scientifica dei materiali facenti parte dello stesso;

    CI SI CHIEDE INOLTRE se non siano, ad oggi, già state disattese le volontà di Maria Teresa Alpi, così come espresse nel testamento citato (“massima diligenza”, ”rispetto dell’essenza del Museo e della sua integrità”). Già nell’anno 2013 è stato lamentato lo scarso rispetto degli orari di apertura del Museo, con perdita di turisti interessati alla collezione. E’ inoltre sorprendente l’annuncio dello spostamento del Museo, senza previa consultazione dell’Amministrazione comunale, della comunità e delle associazioni locali. Nel caso in cui risultassero disattese tali volontà testamentarie, si aprirebbe la possibilità che il lascito del Museo alla sig.ra Benaglia venga legalmente annullato.

    SI RESTA IN ATTESA di Vostre comunicazioni circa le determinazioni auspicabilmente assunte, nella speranza di veder riconosciuto il vincolo del museo e della collezione al territorio di riferimento, a salvaguardia dell’interesse della popolazione e della memoria storico-identitaria delle alte valli del Taro e del Ceno.
    L’occasione è gradita per porgere distinti saluti.

    Centro culturale “Compiano Arte Storia”
    Il presidente Ettore Rulli

    Associazione culturale “Il Cammino Valceno” – Bardi
    Il presidente Patrizia Raggio

    Centro Studi Valle del Ceno – Bardi
    Il presidente Andrea Pontremoli

    Ass. Ricerche Storiche Valtaresi “A. Emmanueli”– Borgo Val di Taro
    Il presidente Giacomo Bernardi

    Comitato “Veterrima Plebs” – Bedonia
    Il presidente Piero Rizzi Bianchi

    Associazione Guide Ambientali Escursionistiche Valtaro e Valceno
    Il presidente Emanuele Mazzadi

    -----------------------------------------------
    Bibliografia:
    - MARCO PORCELLA, Con arte e con inganno: l'emigrazione girovaga nell'Appennino ligure-emiliano, Genova, Sagep, 1998.
    - ARTURO CURÀ, Orsanti : romanzo, Parma, Silva, 1998.
    - MARCO ASCARI, L'emigrazione girovaga parmense a metà ottocento (merciai, orsanti, organettisti), Bardi, Centro Studi della Valle del Ceno, 2006.
    - A cura di FRANCESCA FORNACIARI, Il Museo Gli Orsanti : Compiano. Parma, Edicta, 2006
    (Collana Musei dell'Appennino Parmense)

    Internet:
    - www.museogliorsanti.it
    - www.facebook.com/pages/Museo-Gli-Orsanti/86029752145?ref=ts&fref=ts

  46. Gigi Cavalli

    Con grande dispiacere annuncio che il Museo degli Orsanti è già posizionato su due camion e tra poco partirà in direzione Vigoleno (PC).

  47. Marco Biasotti

    A questo punto lo scrivo!
    Mi ero,trattenuto perchè so bene che qualcuno si straccerà le vesti, spiace dirlo, ma la colpa è della compianta signora Alpi, gli oggetti sono stati donati dai valligiani e lei mai più doveva permettersi di lasciarli in eredità ad un privato.
    Ecco, l'ho detta, flagellatemi pure!

  48. Remo Ponzini

    Non ti flagello affatto Marco. E' una riflessione che avevo fatto anch'io. Riconosco alla signora Alpi che se non ci fosse stata Lei non ci sarebbe stato il Museo degli Orsanti. E' stato il suo attivismo a crearlo ed a tenerlo in vita. C'è però un peccato originale. Questi doni provenienti da privati non sono stati consegnati ad un Ente Pubblico ma a Lei perchè ne era la promotrice. Certamente in buona fede da entrambe le parte ma credo che sia andata in questo modo. Così, nel testamento che ne seguì, si scoperse che erano stati donati ad una persona fisica che ne ha disposto come ha voluto lasciando un po' di costernazione in tanti valligiani.

    Se ci fossero persone più informate .... ci informino.

  49. Giuseppe

    A memoria e ricordo di scimmiari e orsanti girovaghi, a Dugara il 14 settembre giorno della sagra esporrò davanti a casa mia viola e semiton che i miei famigliari usarono praticando questa attivita. Vaccari Giuseppe con orgoglio.

  50. Mauro

    Il testamento, pare non sia firmato in originale, per lo stato psico-fisico in cui versava Maria Teresa Alpi; dovrebbe comunque essere valido ai fini legali, in quanto redatto in presenza di due testimoni: è stato scritto pochi giorni prima della morte. Immaginatevi la scena: i testimoni, la fatica a sopravvivere; una persona malata e in fondo sola, molto provata dalla malattia, con poche persone della famiglia intorno: curata, o comunque assistita, da chi ha seguito il suo lavoro negli ultimi anni. Il Borgo di Compiano irrimediabilmente invecchiato, deserto, in uno stato direi catatonico; la notizia, magari opportunamente amplificata, del perpetrarsi dei soliti miseri dispettucci, fatti probabilmente da chi ha cercato di condividere spazi e luoghi; il ricordo delle tante fatiche, del logorio continuo, per ottenere aiuto e sostegno alle iniziative portate avanti negli anni, spesso con mezzi e risorse proprie. L'inverno valtarese, inclemente, freddo, che ti fa apparire la morte ancora più morte. La paura della polvere, dell'abbandono, dell'oblio, dello scantinato "in attesa di". L'indifferenza di molte persone, poco sensibili, se non contrarie al Museo, anche per la scomodità di certi argomenti storici affrontati e mai risolti.
    Secondo me, il film ha la trama abbastanza ben definita. Mancano solo i titoli di coda, con l'attribuzione definitiva dei personaggi e degli interpreti: qualcuno, permettetemelo, indossa ancora una vecchia maschera.

  51. Gigi Cavalli

    Addio agli Orsanti: l'articolo di oggi, su Valtaro.it, a firma di Mauro Delgrosso

    Ci vorrebbe un'ordinanza del Sindaco, a Compiano, immediata: togliere, almeno rinnovare, almeno ripassare con un pennarello, tutti quei cartelli "Vendesi", sbiaditi, illeggibili, corretti. Li ho notati oggi, mentre ero solo, per le strade del borgo. Un'ordinanza pietosa, per affievolire quel terribile senso di abbandono, di nulla, che ti prende entrando e girando in Compiano, nel borgo antico di Compiano. In un tardo pomeriggio, ho incontrato un'impiegata del Comune e un bel gattone. Chiuso, per abbandono.

    Penso al passato del Borgo, basta andare indietro con la memoria, di soli 10 anni: il magnifico e unico Premio PEN è andato perso, è morto Lucio Lami, è mancata Maria Teresa Alpi con tutta la sua vulcanicità e tutto il suo patrimonio culturale; niente botteghe, niente animazione estiva, chiusa la macelleria, la bottega artigianale; sparito l'appuntamento con il concerto del 14 agosto; uno dopo l'altro, hanno chiuso i bar e i ristoranti, anche di grande qualità. Dalle notti con il servizio di sicurezza per il migliaio di presenze alla "Vecchia", ai gatti tristi e soli.

    Qualche anno fa, nel gennaio del 2011, scrissi un articolo, purtroppo in parte profetico, feci anche un pezzo televisivo, dai toni piuttosto forti: mi procurarono la ricezione, a muso duro, di una raccomandata, da parte di uno studio legale, incaricato dal Comune di Compiano di "indagare" sul mio operato. Purtroppo, le mie parole sono state profetiche, a distanza di poco più di tre anni. Per correttezza, c'è da dire che l'Amministrazione in carica, ha messo 100.000 Euro, destinati ad una frazione molto popolata, nella ricostruzione del muro franato, ora in ottime condizioni. Nelle frazioni compianesi, mugugnano ancora, per questa scelta.

    Questa mattina, è arrivata l'ultima bomba, con la miccia accesa da settimane; è scoppiata: è arrivato un furgone, che ha iniziato a trasferire il contenuto di quello che fu il Museo "Gli Orsanti" in un comune piacentino. Il Museo "Gli Orsanti", il capolavoro di Maria Teresa Alpi, ora non c'è più.
    Nei giorni scorsi, dopo che i buoi erano usciti di stalla, dopo che la proprietà si era espressa per il trasferimento, si è cercato di chiudere in extremis le porte; tardivamente, e forse anche con poca convinzione: un improvviso vortice di offerte, di proposte, di idee. Lo spettacolo, l'iper-attivismo, a cui ci siamo abituati da anni, di chi arriva sempre lungo e traverso agli appuntamenti importanti.

    Ecco le ipotesi, messe in campo dalla fantasia dei politici, orami evidentemente superate: il trasferimento in Castello della collezione (che sembra, sottolineo sembra, essere entrato in una fase dialettica complessa tra il gestore e il comune, per dei problemi nella regolazione dell'affitto); l'accorpamento del biglietto con quello del Castello, creando un unico pacchetto turistico e incarico a relativo tour operator; l'uso delle guide museali (non certificate come Guide Turistiche!) del Castello per il Museo; l'impoego di volontari, per aprire in orari flessibili; il coinvolgimento attivo del Museo Guatelli di Ozzano; addirittura, l'acquisto, da parte dell'Amministrazione Comunale, dell'intero patrimonio museale.
    Tutto inutile.
    Alla fine, questa mattina, sono arrivati i facchini. Anzi, i becchini.

  52. Preoccupata

    Lascia la sede di Compiano il Museo di Orsanti. E’ questa la decisione definitiva della proprietà che ha tirato dritto sul progetto di trasferimento a Vigoleno, nel piacentino. Come comunicato dall’ente comunale di Compiano, è risultato vano il tentativo di giungere a soluzioni alternative per scongiurare l’abbandono della sede occupata dal 2001, per la quale anche la Provincia e la Consulta emigrazione dell’Emilia Romagna si erano spese avanzando l’ipotesi del trasferimento del museo nei nuovi spazi del castello ristrutturato (leggi).

    Nonostante le istituzioni del territorio fossero ancora impegnate per giungere ad un accordo, sembra che la proprietà avesse già fatto la sua scelta, come fa pensare una nota dell’associazione culturale Maria Teresa Alpi che lo scorso 20 febbraio annunciava sul sito del museo il trasferimento a Vigoleno all’interno di un bando di concorso per la progettazione del nuovo allestimento.

  53. Gigi Cavalli

    Oggi sulla Gazzetta di Parma è stata pubblicata l'intervista alla nuova proprietaria del Museo Valeria Benaglia, qui in allegato (PDF):

  54. Piero Rizzi Bianchi

    Personalmente sono molto dispiaciuto per la fine ingloriosa di questa vicenda.
    Purtroppo però era inevitabile, in quanto erano mancati gli elementi essenziali per far fiorire qualsiasi proposta autenticamente culturale: la pazienza e l'attaccamento "ad oltranza" (da parte della fondatrice), la sensibilità (da parte di larga parte della popolazione e delle istituzioni, in primis il Comune di Compiano), il disinteresse (da parte della "erede" designata).
    A quest'ultima, vorrei ricordare come la cultura non sia né un "marketing" né un "evento", ma solo una realtà che si stratifica nel tempo. Con la sua improvvida iniziativa, ha trasformato una raccolta potenzialmente interessante in una Disneyland potenzialmente lucrativa: davvero molti complimenti, Signora!
    Di fronte a una così ottusa determinazione, a tutto sorda fuorché al tintinnio del denaro, io credo varrebbe la pena di tentare le vie legali, così come già ventilato nella lettera aperta (vedi qui sopra) che abbiamo inviato come Associazioni culturali locali...

  55. Roberto Armanino

    Scrivo di getto (non ho ancora letto tutti i commenti che mi precedono), mi scuserete se sfondo porte aperte...Abito a Genova ma discendo dai Dughi di Momarola e dai Dallara di Castagnola, e sicuramente i secondi erano orsanti. Sono triste ed arrabbiato per il trasferimento del museo: esso perderà attrattività ed anche senso, se sradicato dal contesto in cui si sviluppò il fenomeno. I problemi economici sono sacrosanti, ma non credo che questa sia una soluzione, data la natura, lo ripeto, del museo. Varrebbe la pena che le Istituzioni locali proponessero di trasferirlo in locali a costo zero ed affiancassero nella gestione qualche associazione culturale...nel frattempo occorrerebbe pubblicizzare in ogni modo l'iniziativa anche fuori dal contesto locale, in modo che si potesse sperare in un incremento del pubblico, magari all'inizio modesto, ma che poi facesse camminare la cosa con le proprie gambe. Il fenomeno degli Orsanti stato un pezzo di cultura importante, una soluzione antica alla povertà dell'Appennino ed alternativa all'emigrazione in altri stati; un esempio di organizzazione famigliare armonica ed efficace, una soluzione che portava denaro da altrove in un luogo che aveva pochissime alternative per farlo con altri mezzi...non è cosa da poco...peccato perderlo. Grazie

  56. Mauro Mozzani

    Da Piacenza.Sera.it

    Vigoleno, il museo gli Orsanti apre a Pasqua

    Domenica 20 aprile, in occasione di Pasqua, riapre il Museo gli Orsanti presso Casa Tanzi nel Borgo di Vigoleno.

    Una grande novità per il Borgo e per la Provincia di Piacenza, che si arricchisce così di un patrimonio storico-culturale originale e prezioso, allestito grazie all’esperienza e professionalità dell’architetto Patrizio Losi.
    Il Museo raccoglie le testimonianze di vita degli Orsanti, artisti musicanti e ammaestratori di animali che a partire dal XVIII secolo emigrarono, portando in giro per il mondo i propri spettacoli.
    Il Museo rappresenta un viaggio in una realtà che appartiene alla nostra tradizione: grandi orsi di cartapesta, insoliti strumenti musicali, costumi di scena, stampe d’epoca, dipinti, documenti e oggetti di vita quotidiana descrivono perfettamente l’atmosfera vissuta da questi artisti.
    Accattonaggio, commercio ambulante, lavori campestri e forestali, filatura, spettacoli di strada con animali o esibizioni musicali, furono alcune delle attività con cui cercarono di sopravvivere all’estero.
    Il Museo nasce dall’iniziativa di Maria Teresa Alpi, stilista di borse, pittrice, burattinaia, artista a tutto tondo, ricordata da tutti come Donna Esa. Grazie alla sua passione e determinazione è riuscita nel corso degli anni a raccogliere un patrimonio dal valore inestimabile, unico nel suo genere, strettamente legato alla realtà dell’emigrazione e a tematiche come la condivisione, la tolleranza, le contaminazioni, la creatività, le tradizioni.
    Dopo la riapertura il 20 aprile, seguirà l’inaugurazione ufficiale della nuova sede domenica 4 maggio.

  57. Dolores

    E così fu.....e venne sera e venne mattina............

  58. Marco Biasotti

    In quell'articolo schifoso non c'è nemmeno un accenno alla valtaro.....

  59. ValeBD

    Appunto marco.....si sapeva gia che andava a finire cosi a quelli non gli frega un piffero della valtaro gli frega solo far degli sghei......che amarezza

  60. Piero Rizzi Bianchi

    Ma come?! Ci dev'essere un equivoco! In quel pezzo (di m....) si parla di nobili valori sulla cresta dell'onda, "come la condivisione, la tolleranza, le contaminazioni, la creatività" e infine (appunto!) di tradizioni, si fa cenno a un "patrimonio originale" di cui quel luogo "si arricchisce" (sic!): non ho visto il benché minimo accenno agli affari e al guadagno! E' vero, neppure alla Valtaro c'è un minimo accenno: ma ciò si spiega appunto con il carattere superiore, transterritoriale dei suddetti nobili valori, che non hanno bisogno di fissarsi in un luogo: non credete?
    Alla luce sfolgorante di tutto questo, auguro a questo bel Museo -e ai suoi nobili e disinteressati gestori e promotori- di non fermarsi mai in un luogo: che questa sia solo la prima tappa di un girovagare per il mondo, sulle orme degli stessi orsanti: "Gh'éj da balè"!

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