L'amante di Caneso

La storia tra la duchessa Maria Luigia d'Austria e il locale capocaccia Giacomo Cavalli
Sarebbe la classica storia da raccontare in una sera d’inverno, davanti al camino acceso, mentre fuori nevica. Un episodio che potrebbe anche essere scambiato per la solita leggenda popolare, ma di questi avvenimenti a Caneso se ne parla ancora. A riferirli, oltre ai documenti storici, ci sono le persone anziane che in questo paese ci sono nate e cresciute.

Caneso, piccola frazione del Comune di Bedonia, è già nota alla storia perché vi soggiornò e vi mori nel 1296 Ubertino Landi, poi tumulato nella chiesa di Montarsiccio. Nella dimora ritenuta di Ubertino, poi passata alla famiglia Cavalli nel 1831, venne ospitata Maria Luigia d’Austria, moglie di Napoleone Bonaparte e duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla dal 1814 al 1847. Ad ospitarla fu Giacomo Cavalli, locale capocaccia, divenuto poi guardia civica del Ducato.

I documenti storici riportano doverosamente il legame d’amicizia tra i due, tant’è che Maria Luigia gli conferì anche il titolo di “Gardia Nobile”, ma non sempre si può (o non si deve) riportare ciò che generalmente viene solo bofonchiato, magari con il sorriso sotto ai baffi… ad esempio si narra che la Duchessa fosse così innamorata del Cavalli da far costruire i due ponti “a schiena d’asino” sul torrente Gelana (ancora oggi visibili), soluzione adottata per non trovare ostacoli nei giorni piovosi e giungere così in tutta tranquillità a Caneso, ma non solo, c’è chi sostiene che una volta giunse in paese con una tal spinta e desiderio da salir le scale del palazzo senza scendere dal cavallo.

Ho avuto occasione di visitare quella casa per lavoro e i segni che la contraddistinguono come “Padronale” sono ancora evidenti: la chiave di volta del portale d’ingresso con lo stemma del casato Cavalli, le numerose stanze, i soffitti a vela incrociata, le ampie scale in pietra e la vasca da bagno smaltata.
Poi mi viene indicata una stanza del primo piano: “Questa invece è la camera da letto di Maria Lugia…”, ancora oggi è chiamata così, ed è proprio lì, davanti a quella porta, che Maria mi ha raccontato questa serie di singolari avvenimenti “tinti di rosa”.
Ora auspico che nel regno dei cieli non ci sia internet, in tal caso dovrò far fronte alle ire di Napoleone, nonché Imperatore e marito.

Foto: la casa e il ponte per Caneso



13 Commenti
  1. Lorella

    Che bello questo racconto vedi che ci sono segni di storia anche da noi da tutte le parti e si conoscono così poco. "La casa di "Maria Luigia" bello!

  2. Trilussa

    Una storia che ha preceduto il romanzo di Lawrence - L'amante di Lady Chatterley – i nobili intrighi sono pressoché identici. Non conoscevo questa particolarità legata all'anonimo paese ai piedi del Monte Orocco.

  3. Ettore Rulli

    Ha "salito le scale del palazzo senza scendere dal cavallo"! Poi ha passato tutta la notte senza scendere dal Cavalli?!?

  4. Remo Ponzini

    Caro Esvasante non preoccuparti di Napoleone perchè nella sua vita non si è mai fatto mancare nulla. Una bazzecola il "cornino" di Maria Luigia consumato in una delle località più remote del Ducato in confronto alla schiera di amanti che si trovava sul letto il marito ovunque si spingesse con il suo esercito. Ad un imperatore era tutto consentito e tutto dovuto. Sembra che invitasse le donne con cui si sarebbe intrattenuto, a non lavarsi per una settimana perchè a lui garbava annusare.

    Molti anni fa qualcosa avevo sentito della sosta di Maria Luigia in Caneso ma, se non c'eri tu a rinfrescarmi la memoria, questo episodio sarebbe rimasto nel dimenticatoio. Penso anch'io che sarebbe interessante, per un appassionato danaroso, prendere possesso di questa casa ed andare a coricarsi sul letto che vide le capriole amorose della fedifraga. Oltretutto sarà stata la casa più lussuosa del paese e, dalle foto che vedo, mi sembra che porti ancora segni e decori del bel tempo che fu.

  5. L. Z.

    Caro Esvaso,

    mi compiaccio per gli articoli; sia di Maria Luigia sia per la stazione di Reggio Emilia. Il primo non ero a conoscenza di detta storia, tuttavia interessante che ben fa capire, che la nostra amata Duchessa, apprezzava tanto la bassa quanto la collina. Il secondo ne conosco gli effetti e condivido pienamente la tua opinione.

    Continua così con le tue recensioni e simpatici articoli.

    Molto cordialmente

  6. Dolores

    I nonni raccontavano che si era sentito parlare bene del 'passaggio' della sovrana che oltre a far costruire il ponte col suo nome nella Val Lecca e ad aprire una strada che conduceva alla 'purtissa de Pèrpi', sorvolando Scopolo, quando passava per il paese e le venivano offerte delle uova, non li accettava mai per paura fossero avvelenate.
    'Si diceva' anche, che nelle sue scorribande in carrozza, un giorno fosse stata inseguita da banditi che imperversavano ovunque, per depredarla dei suoi 3 barili d'oro. Per ovviare a questo, li fece ruzzolare lungo i pendii dei nostri monti e non si seppe più nulla: se qualcuno li avesse ri-ri-ritrovati, faccia un fischio...

  7. Ettore Rulli

    Ieri mi sono permesso un commento scherzoso. Ora veniamo alla storia: nel maggio 1848 Marco Rossi Sidoli assumeva l'incarico di Commissario Straordinario del Comune di Compiano e lasciava l'Ufficio di Commissario organizzatore della Guardia Nazionale di Compiano, incarico che venne affidato al Tenente Giacomo Cavalli, si ... quello che ospitò Maria Luigia.

  8. Giacomo

    Napoleone non se la prenderà tanto, caro Gigi. Maria Luigia, fin dal suo arrivo a Parma, venne attentamente sorvegliata e seguita da Adam Conte di Neipperg, messole alle costole dal Metternich. Il piano del Primo Ministro austriaco andò a buon fine: Maria Luigia ebbe dal Neipperg due figli illegittimi ai quali mise il cognome Montenuovo (traduzione italiana di Neipperg) e poi, alla morte di Napoleone, lo sposò. E' del Neipperg che devi temere la vendetta. Napoleone l'aveva data perduta da tempo.
    Interessante quello che scrivi. Quando Maria Luigia venne al Borgo (due volte), al fianco ebbe sempre il Neipperg, al quale, in Palazzo Picenardi, veniva data la camera attigua a quella in cui dormiva la duchessa. Con un particolare: le stanze comunicavano attraverso una porta. A Caneso, il Neipperg s'era forse distratto, magari per una battuta di caccia.

  9. Ettore Rulli

    Tra le tante Famiglie Cavalli di Caneso e sopratutto di Alpe, quella di Giacomo dovrebbe essere dei "Cagnéin". Esiste ancora questo soprannome? Chi ne sa qualcosa?

  10. E. Mazzadi

    Bellissimo articolo, Esvaso!
    Guardacaso, dei due "ponti di Maria Luigia" in Val Gelana, quello per Caneso è il più bello, realizzato con una volta di pietre squadrate, mentre l'altro, quello per Carniglia (appena prima del ristorante "Il Vecchio Mulino" è in pietre di fiume non squadrate. Purtroppo il "ponte per Caneso" è stato danneggiato dalla piena di Novembre: speriamo si intervenga preso per restaurarlo. Fra le tante opere di Maria Luigia in zona, si contano anche due ponti in Val Lecca (fra Santa Giustina e Roncole e fra Cornolo e Casamurata). I ponti più belli sono però quello di Pelosa (un'opera ingegneristica straordinaria, con un'unica arcata che scavalca il Taro) e quello sul Ceno sotto ai Pilati (a 3 arcate). Insomma, una sovrana che si faceva "ben volere", sotto tanti punti di vista!

  11. Egidio

    Essendo amico della famiglia Berni/Bruschi conosco la casa, la camera e il letto dove ha soggiornato la duchessa. Addirittura Giuliano mi regalò un filmato documentario in cui descriveva l' evento.
    Visto che ci siamo, Gigi per quella raccolta di firme hai novità?

  12. Sergio

    Carissimo Gigi,
    sarei molto curioso di conoscere i documenti storici ai quali fai riferimento per saperne di più su queste scappatelle di M. Luigia. Potresti indicarmi per cortesia i riferimenti archivistici o bibliografici di quanto affermi?
    Cordialmente.

  13. Gigi

    Ciao Sergio, ti mando una mail di quello che ho...

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