Ilda Orsi

Voleva andarsene a modo suo e lo ha fatto
Se n’è andata una settimana fa, in punta di piedi. Voleva lasciarci a modo suo. Il paese l’ha scoperto solo ora, otto giorni dopo, ma in fondo era quello che desiderava. 
La sua morte l’ha voluta gestire da viva, scrivendo tutto, nero su bianco. Il suo ultimo gesto è stato proprio quello di indicare il cassetto del comò: una busta per il figlio Fabrizio e una per la nipote Federica. Erano le sue ultime volontà. È leggendo quei fogli, sorpresi e meravigliati, che hanno appreso i suoi desideri, proprio dettati da un carattere forte e risoluto, senza lasciare nulla al caso, comprese un paio di righe dove richiedeva espressamente che fosse "Gigi Cavalli" a ricordarla. Ed eccomi qui.

Ilde Orsi voleva essere cremata e solo oggi, dopo la tumulazione delle ceneri nella tomba di famiglia, comunicarne la notizia a parenti e amici. Alla sua amata Bedonia, ai bedoniesi che le volevano bene, ha preferito lasciare un ricordo piacevole, esattamente come l’avevano sempre incontrata per la strada o nei negozi, quasi a consegnare loro un’istantanea dal viso sorridente, senza la piega della malattia.

Ilda era nata nella frazione di Monti nel 1924 e lì aveva vissuto con i genitori e i suoi sette fratelli fino al 1955, dopodiché aprì un negozio di “Commestibili” alla Libbia e lo condusse fino alla metà degli ’80.

È stata una persona molto attiva per la valorizzazione storica e culturale di Bedonia fin dai primi anni ’70, periodo in cui si formò il “Gruppo Socioculturale Val Zirana”, promotore di diverse pubblicazioni dedicate alle nostre tradizioni e ideatore dei celebri “Firossi” dialettali al Cinema Orfeo. In seguito fu socia fondatrice del “Centro Sociale Ricreativo Bedoniese”, mentre nel 2009 pubblicò “La mia valle”, un libro rivolto ai suoi pensieri di bedoniese, narrando le testimonianze legate alla resistenza partigiana e le traversie con i tedeschi in “casa”, vissute proprio in prima persona e dalla sua famiglia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Tenere in vita la memoria storica delle tradizioni locali e della resistenza erano lo scopo principale della sua vita.

Ricordo infine che la nostra chiacchierata finiva sempre con il richiamo alla celebre frase di Voltaire: “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi perché tu la possa esprimere liberamente”.

Ha collaborato a questo post:

2009: uscita del libro 'La mia valle'

VIDEO: il servizio di RTA


Alcune immagini di Ilda



6 Commenti
  1. Virgy

    Ciao Ilda! Ora non ci parleremo più dalla finestra tutti i giorni.... ma sarai nei miei pensieri sempre. R.I.P

  2. Claudio M.

    Stasera, prima di pedalare verso casa, ho aperto il blog di Esvaso e ho letto della Ilda, l'ultima poetessa di Bedonia e di Monti.
    Ho conosciuto Ilda, la mamma di Fabrizio Rapetti, quando negli anni sessanta mi recavo al Casello per le interminabili partite, a calcio, estive: Ilda, che allora aveva il negozio, ci preparava la merenda (con la nutella) anche se giocavamo contro la squadra capitanata da Fabrizio...
    Quando penso a Lei mi viene in mente il cantore Woody Guthrie di "Questa terra è la mia terra", tanto Ilda amava la sua Monti, Bedonia e la valle, da Lei cantate.
    Ci mancherai Ilda, ma i tuoi pensieri e i colori delle tue parole resteranno come giornate terse ed azzurre in alta Val Taro e Ceno.

  3. Marco Biasotti

    Un altro personaggio che lascia il vuoto.... buon viaggio Ilda.

  4. Remo Ponzini

    Sono state rare le occasioni che ho avuto di scambiare due chiacchiere con la sign. Ilda ma l'impressione che ebbi fu di trovarmi di fronte ad una donna di spessore che aveva una personalità solida, franca, diretta. Anche i concetti che esprimeva facevano sottendere che avesse maturato una cultura che le permetteva di sostenere gli argomenti più svariati indipendentemente dalle persone con cui si intratteneva. Cioè sapeva adattarsi al suo interlocutore mettendolo a suo agio. Possedeva una "signorilità" innata accompagnata da garbo e distinzione che la rendevano unica.

    Mi ha stupito positivamente il modo con cui ha dato le sue ultime disposizioni e l'originalità della gestione del suo "post mortem" Ha scelto di andarsene in silenzio, con la massima riservatezza e senza i soliti codazzi di persone che vanno ai funerali solo per assolvere a un rito o un obbligo. Ha mostrato il suo carattere sino all'ultimo istante.
    Un pensiero gentile a Fabrizio, Federica ed alle sorelle fratelli.

  5. Andy

    Un caro, ultimo (purtroppo) saluto anche da parte mia, cara Ilde. Di te mi resteranno tanti piacevoli ricordi legati alle nostre lunghe chiacchierate durante le riunioni del "Val Zirana", alla lettura delle tue poesie, all'amore che nutrivi per la valle dove sei nata e sempre vissuta. Un augurio di trovare anche lassú, dove ora sarai, una piccola Monti, che possa continuare ad ispirarti sentite poesie. Sincere condoglianze a Fabrizio e famiglia.

  6. Dolores

    Tutta la mia tristezza per la perdita di una cara persona e della sua memoria storica, che ci terrà compagnia, come il suo ricordo.

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