La Delft di Vermeer
Camminare nei luoghi dove Veermer dipinse i suoi quadri: un sogno ad ogni aperti
Nei suoi quadri riportava emozioni vere, spesso d'amore, strappate alle normali consuetudini quotidiane, tutte rappresentazioni molto diverse e distaccate da ciò che si dipingeva quattro secoli fa. In seguito gli è stata attribuita, non a caso, la figura di un antesignano “fotografo”, sia per l'uso che faceva della luce e della “camera obscura” (per meglio considerare la prospettiva), sia per la tecnica adottata, le pennellate venivano sostituite da minuscoli punti di colore, che a considerarli con gli occhi di oggi sarebbero paragonabili ai nostri pixel digitali.
A Delft visse e dipinse i suoi trenta capolavori nella prima metà del seicento. Girare tra quelle vie che parevano immutate, guardare le stesse case da lui dipinte, quelle con il tetto a campana o le altre a scala; entrare in quella che era stata al tempo la locale Gilda di San Luca (corporazione degli artisti) o nella maestosa cattedrale (dove si sposò e anche dove oggi riposa) è stato emozionante.
Sì, sono riuscito a toccare con mano un po’ di quel suo mondo di artista, pittoricamente laico e quindi anomalo per l’epoca, ma dimostratosi poi precursore di uno stile riguardante l’ambientazione attraverso la luce e la prospettiva.
Uno dei pochi artisti che riesce ad emozionarmi e a toccarmi l’anima. Alcune foto