Europa, solo andata

Il caso è quello dei sei migranti di Borgotaro: da una parte gli operatori, dall'altra la popolazione
No, non sono stato folgorato sulla via Damasco. Il post Mare Nostrum, pubblicato la settimana scorsa e dedicato ai migranti “nostrani”, è stato definito di “buoni sentimenti”, soprattutto da coloro che mi conoscono bene, ma in questi casi si sa… se hai posizioni troppo rigide sei razzista, se invece sei tollerante diventi “buonista” e la soluzione sarebbe solo una: starsene zitti.
Tuttavia il mio intento era solo quello di rendere oggettiva una circostanza locale “dati alla mano”, senza una lettura critica.

Venendo al punto... nei giorni scorsi ho ascoltato direttamente le motivazioni che hanno indotto a migrare i sei ragazzi che si trovano a Borgotaro (grazie alla collaborazione di Intersos Valtaro e Consorzio Fantasia) ed è emotivamente diverso che apprenderle da giornali o in tv, scegliendo intenzionalmente di non girare la testa dall’altra parte come se il problema non esistesse.

Ciò non toglie che rimango fermamente dell’idea che il vero aiuto verso queste popolazioni sarebbe quello di investire nei Paesi di provenienza e rimediare ai danni di una gestione dissennata e poco lungimirante praticata dall’Europa tutta, ovvero operare nel contesto africano responsabilmente, con attenzione all’impatto sociale e ambientale. L’esatto contrario di ciò che ha fatto la Cina in questi ultimi decenni: investimenti miliardari, sfruttamento del territorio, ma senza un ritorno economico per le popolazioni locali, costrette quindi a migrare.
Un’altra certezza è quella dell’assistenzialismo “dovuto”. Inutile negare che la gran parte degli africani dà per scontato un nostro aiuto, quasi fosse un dovere, ma spesso scoprono che non sempre va così.

I sei ragazzi ospitati a Borgotaro si sentono presi come in una tenaglia: da una parte gli operatori, spesso rappresentati come angeli custodi, dall’altra l’inconfutabile ostilità della popolazione. Certamente ci sarebbe la voglia di fare lavori socialmente utili, sia per ricambiare ciò che gli viene offerto, sia per la loro dignità, ma la burocrazia la conosciamo tutti e bene. Credetemi, è una complicazione solo organizzare una partita di calcio “sei contro sei”.

Proprio per non essere frainteso rimango persuaso che queste persone devono rispettare le regole e la cultura del Paese ospitante, in caso contrario rimpatrio immediato, proprio per evitare uno scontro tra civiltà e se oggi non accade è solo per una mancanza di regole, assecondate dalla politica.

Cosa facciamo nel frattempo, ci giriamo dall’altra parte? È vero che spesso la situazione scappa di mano, ma un ragazzo che si è venduto anche la casa per il biglietto “Europa solo andata”, che parla una lingua sconosciuta, che attraversa il deserto a piedi, che viene imprigionato, picchiato e costretto sotto la minaccia delle armi degli scafisti, ed è disposto a morire pur di attraversare il Mediterraneo su un barcone sgangherato… è certamente uno che si rassegnerà a non partire perché la frontiera europea è chiusa?
Il problema è più grande di noi e arginare un fiume in piena è davvero complicato.

Ha collaborato a questo post:

Il post 'Mare Nostrum'

FOTO: l'incontro con i migranti



8 Commenti
  1. Saverio

    OK, tutto gli è dovuto. Come tutto il resto. Ma intanto che attendono di essere regolarizzati non si potrebbe fargli fare qualche ora al giorno di lavori socialmente utile ripagando così i cittadini per le spese sostenute (affitto, beni prima necessita, contributo quotidiano) ? E non parlo solo dei famosi 40 Euro perché le spese sono molte di più

  2. Alex

    Be’ se io vivessi ad esempio nel Burchina-Faso e fossi nelle condizioni di questi ragazzi e qualcuno mi ospitasse gratis anche a 5000 chilometri inseguirei anch’io una vita migliore ma vorrei almeno rendermi utile in 1000 modi per ringraziare e cercherei un lavoro stabile al piu’ presto

  3. Maria Antonietta Brugnoli

    Fuggitivi, spaventati qui tentano di ritrovare se stessi dopo aver sofferto tanto.
    E’ da un anno ormai che sei giovani dell’Africa equatoriale vivono a Borgotaro e altri nei vari paesi della provincia. Sono a carico di Mare Nostrum, l’organizzazione che soccorre i rifugiati e qui hanno trovato un altro mondo che cerca di aiutarli ad integrarsi con noi ma che è anche tanto diverso e a volte incomprensibile per loro.
    La capacità di capire la nostra lingua è uno spiraglio di speranza che si sta aprendo pian piano, che li aiuterà a capire gli abitanti del paese a cui sono arrivati dopo due anni di viaggio in carovana attraverso il deserto, dopo la permanenza in Libia fatta di fuga continua, di carcere, di torture degradanti e dannose e infine del viaggio per mare dove alcuni dei loro amici sono annegati.

    Ora sono qui, i documenti sono in regola, sperano di trovare lavoro per guadagnarsi da vivere. Sono nati contadini, sono esperti nei lavori agricoli e nell'allevamento del bestiame ma possono svolgere anche manutenzioni, pulizie e pesanti lavori manuali perché capiscono in fretta, hanno forza e buona volontà a detta di quanti hanno lavorato con loro.

    Ma torniamo a noi. Perché aiutarli? Per noi cristiani la risposta è semplice: perché ci è stato dato un solo comandamento: “Ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso”. Ora queste persone sono diventate il nostro prossimo quindi…
    La reazione peggiore sarebbe rifiutarli con uno dei tanti slogan citati dai politici che fomentano la guerra tra poveri per coprire l’altro vero motivo della guerra: il possesso delle risorse di altri popoli. A questo proposito l’Africa è stata ed è il continente più derubato da secoli e devastato dalle guerre coloniali e dalle tratte degli schiavi.
    Ma noi siamo cristiani; le sorti di questo prossimo saranno la nostra prova, la nostra risposta che verificherà se quanto affermiamo è vero.

  4. Stefania Pesci Ferrari

    Caro Gigi,
    ho appena finito di leggere la tua "risposta".
    Penso che tu, pur non essendo stato folgorato sulla via di Damasco, abbia indicato ai lettori l'atteggiamento corretto che una persona intelligente, sensibile e caritatevole dovrebbe assumere riguardo al problema delle migrazioni. Ciò va al di là di ogni credo politico e religioso ma deve essere parte essenziale della nostra umanità.

  5. Stefano Filippi

    Il vero problema è quando lo chiamiamo problema il problema. Guardiamo se mi spiego. Io ho due figlie indiane e sono favorevole all'accoglienza e agli aiuti di ogni genere sia qui sia nelle loro terre di origine , ma non in maniera indiscriminata. Il problema non sta nel fatto in se , ma in come viene gestito e qui il discorso si fa ampio ...

  6. Ugo

    Rispondo alla prof. Brugnoli da un articolo di oggi sul giornale.
    Sulla crisi migratoria Papa Francesco ha torto e i rifugiati ci stanno invadendo. Non sono le parole di Salvini ma del vescovo Laszlo Kiss-Rigo a criticare la linea del Pontefice spiegando che, coloro che arrivano in Europa, "Non sono rifugiati. È un'invasione”.
    Vengono qui al grido di Allahu Akbar (Allah è il più Grande), ci vogliono conquistare.
    Il Papa "non conosce la situazione". I rifugiati minacciano i "valori universali, cristiani" dell'Europa, ribadisce il vescovo, convinto persino che molti di loro non abbiano bisogno di assistenza in quanto ricchi. "Lasciano rifiuti e rifiutano il cibo offerto. La maggior parte di loro si comporta in un modo che è molto arrogante e cinico”.

  7. Paolo

    Giovani e forti e scappano dalla guerra lasciando donne e bambini a casa. Mi sembra quantomeno un atteggiamento poco responsabile se non codardo.
    Pensate se durante l'occupazione tedesca uomini e giovanotti delle valli fossero fuggiti dove la guerra non c'era, che ne so in America, abbandonando mogli, figli, genitori in balia del nemico. Questi persone, attraverso la lotta partigiana hanno difeso le persone e le cose a loro care, consentendo a voi che scrivete un futuro certamente diverso da quello triste che si prospettava allora.

    Giustificando la loro fuga voi non onorate in alcun modo l'esempio di chi vi ha preceduto e in molti casi ha dato la vita anche per le vostre famiglie.

  8. Man

    Per Ugo - i valori cristiani dell' Europa, le radici cristiane dell' Europa non sono state riconosciute purtroppo dagli stessi europei e dagli stessi cristiani in quanto non figurano nemmeno nella costituzione europea. Più che di valori spesso percepiti come astratti, il cristianesimo consiste in gesti, in un'esperienza di amore gratis verso gli altri verso il prossimo. Forse proprio nell' aiutare gli altri, chi ha bisogno, abbiamo la possibilità di riscoprire veramente la nostra identità, chi siamo.

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