Tra i ricordi di Franco Nero
Sono diverse le persone che ricordano l'attore quando abitava a Bedonia negli anni 50
Verso la fine degli anni ’40 la sua famiglia lascia la pianura per raggiungere Bedonia e per questa ragione iscrivono il piccolo Francesco Sparanero, nato a San Prospero di Parma nel '41, alle scuole elementari del paese. Come da lui ricordato, proprio commentando la prima fotografia, fu quella l’occasione per salire per la prima volta su di un palcoscenico per inscenare la commedia: “I ragazzi della via Pal”.
Ancora oggi sono molte le testimonianze dei suoi compagni del tempo, come ad esempio Carlino Tedaldi che lo ricorda come il “Capo” di quella banda di ragazzi sempre in lotta “Moline contro Via Roma”, Bruno Manfredini che rievoca il baratto della sua fionda per un lecca-lecca o Sandro Sozzi che passò con lui i tre giorni della vista militare a Piacenza. Un altro bellissimo ricordo è quello che mi racconta Anna Maria. A quel tempo anche lei abitava a Bedonia, in via Roma 49, nel palazzo grigio dei “Servini”.
“Io abitavo al piano terra e proprio sopra di noi alloggiavano gli Sparanero, originari di San Severo in provincia di Foggia: il papà Maresciallo dei Carabinieri, la mamma Nina e i tre figli Francesco, Raffele e Rosa Maria. Quello che ricordo meglio è Francesco, ovvero Cecchino, anzi Franco Nero.
Cecchino era un bambino carino già allora e nonostante avesse cinque anni più di me lo ricordo soprattutto perché era vivacissimo e nelle scale si sentivano spesso i richiami con l’accento meridionale della mamma: «Cecchino vieni qua, Cecchino sta attento, Cecchino vieni a casa presto!».
Ricordo in particolare una sera, all’ora cena. La signora Nina aveva fatto una torta di verze e aveva mandato Cecchino a ritirarla al forno dopo la cottura. Il ragazzino arrivò con la teglia sulla testa, cantando a squarciagola la canzone fresca di San Remo: Papaveri e papere. Mentre saliva le scale inciampò rovesciando la torta per le scale... scappò di corsa, mentre la mamma lo rincorreva minacciando punizioni memorabili: «Cecchino torna subito qui che se no è peggio! ».
Dopo il trasferimento del papà ad altra caserma ci perdemmo di vista. Solo dopo qualche anno la mia mamma incontrò casualmente a Bocca di Magra la signora Nina e mi richiamò dalla spiaggia: «Anna Maria vieni a salutare la signora Sparanero». Accanto alla signora bionda c’erano anche due occhi azzurri che avevano appena superato l’esame di maturità. Da quel giorno non lo rividi più, se non sul grande schermo del Cinema Orfeo”.
Averlo nuovamente tra noi sarebbe davvero bello, magari in una serata estiva, insieme ai suoi compagni di scuola e amici di allora... chissà. Un altro articolo a lui dedicato LINK Puntata (minuto 02:33:20)
Mell'intervista pubblicata poco tempo fa sulla "Gazzetta di Parma" ha parlato solo della sua adolescenza a Parma, non citando Bedonia... chissà xke'!
Io ovviamente non lo ricordo ma mio babbo me ne parlava. Faceva il carabiniere con mio papà se non sbaglio
Ne parlavo ieri con mia mamma... lui abitava sotto di lei. Le aveva fatto il disegno per l'esame delle medie perchè lui era bravissimo a scuola.
Tra quelle persone anche mia mamma ha giocato con lui.
Personlmente non l'ho conosciuto(ero molto piccola allora) ma abitavo nella stessa casa di via Roma citata;diciamo che l'ho conosciuto tramite i racconti delle mie sorelle, Maria e Franca.Un'altra persona che lo conosce molto bene è la sig.ra Mirella Lucchi (anch'essa abitante in via Roma n°49 in quel periodo) e la quale una volta trasferitasi a Roma aiutò Cechino agli inizii della sua carriera di attore .Sarebbe molto bello incontrarlo o rincontrarlo e stringergli la mano
Great actor. Love the guy
Ho appurato che la famiglia Sparanero venne in Bedonia nel 1949. Infatti il fratello di Francesco, di un anno più grande di lui, fu mio compagno di classe dalla quarta elementare diretta dal severissimo maestro Vittorio Rossi. La caratteristica di questo ragazzo (molto intelligente), era che, nella composizione dei temi, riempiva cinque o sei pagine di svolgimento mostrando di possedere la lingua italiana alla perfezione. Mentre io ed il resto della classe eravamo molto più striminziti. Ma mi dicono che anche il celeberrimo Francesco si distinguesse in ambito scolastico.
Confermo le "guerre" fra bande del paese che erano, talvolta, assai pericolose perchè volavano frecce appuntite che avrebbero potuto accecare qualcuno. Io facevo parte di quella di via Garibaldi che aveva come capo "Pan e furmaiu" (così veniva chiamato) ed aveva la sede nella nota cascina, con a lato due enormi querce, posta nel prato dietro al municipio. A quei tempi era in voga il citato romanzo "I ragazzi della via Pal" che noi, ragazzacci assai vivaci, cercavamo in tutti i modi di imitare.
Della famiglia Sparanero ricordo i modi gentili e educati di porgersi che erano frutto di una educazione severa ed anche molto rispettosa. Si viveva nella miseria post-bellica ma i sani principi del vivere civile venivano inculcati sin da piccini. Forse con modi eccessivamente duri e rigorosi ma, quanto meno, ci facevano conoscere il significato della parola "vergogna" di cui, ora, si sono perse le tracce.
Parma, qualche anno fa. Non ricordo la stagione, non ricordo l'orario. Sono nello spazio fra la Provincia e la Pilotta, dove fanno il mercato. Sto andando al Toschi a recuperare la macchina. La piazza è vuota davanti a me solo due persone, mi vengono incontro. Si avvicinano e "Ca...(caspiterina, cosa avete pensato?) ma sono Franco Nero e Vanessa Redgrave!!!". "Accidenti un'occasione irripetibile!!!!" Adesso li fermo e gli dico: "Buongiorno signor Nero mi chiamo Chiappari e lo sa di dove sono? Di Bedoniaaaa!!!!!!!" E lui mi dirà " A ma davvero? Che piacere, che bello ricordare il paese della mia infanzia! E io "Ma perché non torna una volta. Si facciamo una festa, le offriamo le chiavi della città. Venga anche lei signora Vanessa, ci farebbe davvero piacere!
I due si avvicinano, "Si, adesso li fermo". Si avvicinano ancora, "Dai Alberto, è il momento". Mi passano accanto, ""Adesso!". Passano oltre, mi giro a guardarli. Maledizione!!! La mia proverbiale timidezza! Se ne stanno andando... Uffa!
Alberto
Ps: la storia è purtroppo vera praticamente al 100%. Probabilmente era il periodo in cui ha partecipato al film sul quartiere Pablo.
Per quanto riguarda le interviste che ho letto, Franco Nero ne ha fatta un'altra che da qualche parte conservo. Lì cita i prati di Bedonia ma, la solita sfiga, il giornalista ha riportato il nome del paese in modo sbagliato.
Ho parlato con Sig. Nero al telefono circa 15 anni fa, in una teleconferenza con il suo amico. All'inizio pensò che la mia famiglia fosse originaria della pianura, ma disse che aveva bei ricordi di Bedonia. Ha detto che i suoi anni sono stati molto formativi e che era triste lasciare quando suo padre è stato trasferito.
Ci siamo conosciuti tanti anni fa a Roma mentre girava un film nella zona dell'EUR... mi ha fatto una dedica su una mia foto e si e' dimostrato simpatico...
Ciao Franco