Made in Fidenza

Il Punto Nascite dell'ospedale di Borgotaro sarà giunto al capolinea?
I mesi passano, ma il botta e risposta tra i contendenti è sempre quello: "Chiude"..."No che non chiude". Sarà quella degli ultimi nati la generazione con scritto sulla carta d’identità: nato/a a Borgo Val di Taro?
Il "Punto Nascite" dell’ospedale valtarese è a rischio chiusura, però i nostri amministratori ci rincuorano: “Il progetto di deroga è arrivato sul tavolo del Ministero, ce l’abbiamo fatta”. Embè? che vuol dire? Nella vita reale la notizia sarebbe un’altra: “Il reparto è salvo, ce l’abbiamo fatta”.
L’impressione dominante, ora come ora, è che sia stato fatto lo stretto necessario per potersi giustificare agli occhi di una popolazione che reclama fortemente la sopravvivenza di questo reparto. Speriamo così di non ascoltare mai: “Noi ci abbiamo provato, ma la decisione finale non è stata nostra”. Tutti salvi, anzi "Colpevoli d'innocenza". Spero tanto di sbagliarmi, davvero, e ascoltare un giorno la VERA notizia. Non sarei il solo a esserne felice e a renderne il giusto merito.
 
Se il Consigliere Regionale di minoranza Rainieri, della Lega Nord, non avesse acceso la lampadina sulla pratica in fondo al “cassetto”, saremmo mai venuti a conoscenza che la Commissione Nascita regionale aveva già espresso un parere negativo sulla deroga per il Punto Nascita di Borgotaro? E la richiesta della Lorenzin, quella di chiudere i punti nascita al disotto dei 500 parti, sarebbe stata silenziosamente assecondata dal suo "esercito" sul campo con un bel "Signorsì"? Il dubbio c’è, ed è quello che si risponda più alle esigenze dei superiori di Partito che alle necessità destinate ai cittadini.

La battaglia dei nostri amministratori, ad ascoltare gli interventi emersi negli ultimi due incontri pubblici, doveva essere un’altra: non quella di affidarsi alla “sorte romana”, ma di premere sul governo della Regione Emilia Romagna per mettere le risorse mancanti al reparto, in modo da garantire alle prestazioni sanitarie gli standard adeguati alla sicurezza, evitando il rischio di una nascita in ambulanza o in elicottero per raggiungere Fidenza o Parma. In diverse Regioni hanno già favorito la concessione di deroga ad alcuni piccoli ospedali decentrati, perciò la possibilità di ottenere la deroga anche per il nostro ospedale era realistica e speriamo che la possa ancora essere.
 
Sarebbe davvero un peccato perdere quest’altro “treno”, soprattutto dopo gli sforzi benefici profusi da cittadini ed emigranti della Valtaro. Non dimentichiamo che l’associazione “Insieme per Vivere” contribuisce economicamente da 34 anni per dotare l'Ospedale di Borgotaro di attrezzature diagnostiche all'avanguardia (per un totale di 1,9 milioni di Euro).
Siamo tutti consapevoli che se perderemo questa battaglia ne perderemo anche altre, i numeri della montagna non giocheranno mai a nostro favore. Una politica lungimirante dovrebbe compensare i servizi nelle zone depresse, anziché incentivarli dove sono già abbondantemente presenti.
Sarà davvero questo l'inizio della fine? Di certo, sarà una cattiva "ripartenza": inizieremo a nascere da un'altra parte, fuori dal nostro contesto sociale, culturale e ambientale, in pratica, in un paese che non è casa nostra.


21 Commenti
  1. Michele

    Conordo con te Gigi... purtroppo come sempre è stata una gara tra i politici al comando in regione e nei nostri comuni per pararsi il sedere e dire almeno ci abbiamo provato, non dipende da noi... vergogna e vigliacchi queste sono le due parole che mi vengono in mente in questo momento!

  2. Alessandra

    Io ci sono passata e per me è stato molto importante aver avuto la possibilità di partorire vicino a casa, in un ospedale in cui tutta la mia famiglia e i miei amici sono potuti venire a farmi visita. Le ostetriche sono state meravigliose, a ogni turno passavano a salutarmi e a vedere come stavo. Mi hanno aiutata nell'allattamento e mi hanno dato un sacco di buoni consigli. Il mio compagno ha avuto la possibilità di dormire tutte le notti nel letto accanto al mio e di entrare a qualunque ora.
    Quando ho partorito ho avuto la sala parto tutta per me (le mie eleganti 25 ore di travaglio, dicesi 25, quando ho racconti di ragazze a cui non hanno lasciato neanche il tempo di fare la secondazione, in altri ospedali). Nella sala parto c'erano: letto, sedie, stereo per la musica, palla, sedia svedese, vasca per il travaglio e quella poveretta della Tatiana, che ha avuto la pazienza di una santa con me.

    Da quando è nata, la mia stellina è rimasta per tre giorni con me, nella mia camera, sul mio petto, e non in una nursery come fanno nei grandi ospedali.
    Le ostetriche e i ginecologi hanno seguito me, i pediatri hanno seguito l'Eleonora con una cura e una gentilezza che le parole non bastano a ringraziare. Tutti i giorni, col sorriso.
    Se non ho avuto depressioni post partum lo devo a tante fortune che ho avuto, ma una delle più grandi è senz'altro stata quella di vivere il momento della nascita della mia stellina in un posto magnifico, accogliente e pieno di persone che mi hanno dato forza e sicurezza.

    Un parto è sempre un trauma, non ce lo stiamo a raccontare. Ti chiedi cos'hai fatto di male nella vita per meritarti un dolore del genere e stragiuri che mai più, non è che se partorisci a Borgotaro fai come il canguro che ti salta il pupetto fuori dal marsupio e la sera vai a festeggiare in birreria il tuo primogenito. Fa male anche al Borgo. La buona notizia è che poi si scorda tutto (la natura col parto è più ruffiana della panna in cucina). Quello che resta invece è tutto quello che c'è intorno: una camera pulita, un reparto tranquillo, la Fernanda che ti manda a camminare perché altrimenti ti vengono i trombi e la Rosanna che ti dà la Lactogal per la montata, e le notti in tre, tutta la tua nuova famiglia, in una stanza, in pace, vicino a casa.
    Per me è stato importante.

    Magari tante ragazze andranno a partorire altrove, perché hanno gravidanze a rischio, perché vogliono l'epidurale, o il lotus, o perché altrove hanno il loro medico.
    Magari tanti uomini non lo sentiranno mai come una questione che li riguarda.
    Ma a quelle poche, noi poche fortunate, che abbiamo avuto bisogno proprio di quell'ospedale, averlo avuto è stato una grande occasione di vivere quei giorni come li abbiamo sognati e come li auguriamo a quelle che verranno.
    Se non per voi, firmate per noi, che ci siamo passate, e per quelle che vorrebbero passarci.
    Ah, e poi c'era Brindani, che mentre mi ricuciva mi diceva: "Te la rifaccio come nuova!"
    Ecco, tanto che ridete, firmate la petezionie a favore del mantenimento del PUNTO NASCITE a Borgotaro.

  3. Luce

    E’ stato dimostrato che la salute delle madri e dei neonati sono a grave rischio lì dove i parti sono inferiori a 500 all’anno. La popolazione firma per tenerli comunque aperti? Bene, teniamoli aperti ma poi non venite denunciare ''incidenti'' di imperizia o negligenza.

  4. Elena A

    Un domanda semplice semplice. Qual'è distanza massima, tempo e non di km in linea d’aria, accettabile ai fini della sicurezza del nascituro e della mamma ?

  5. Remo Ponzini

    Il problema sanitario è uno dei tanti (ma il principale) che affliggono le zone montane di tutta Italia. I "cittadini" quando vengono da noi si lagnano per le incurie dei sentieri, per l'abbandono delle case che diventano sempre più vetuste, per le inondazioni che colpiscono le loro città a causa del degrado, a monte, dei corsi d'acqua ecc. ecc..

    Se ora dovessero toglierci il reparto di maternità dell'Ospedale del Borgo, oltre ai disagi notevoli che dovremmo subire, saremmo costretti ad ingoiare l'ennesima mazzata che costringerebbe altre famiglie ad emigrare. Quando si fanno leggi generiche (500 parti annui) i distinguo sono d'obbligo. Non si può e non si deve pianificare tutto a tavolino senza valutare l'impatto sulle popolazioni ed i territori.

    Nessuno sa come finirà questa traversia. Le amministrazioni locali fanno di tutto per tranquillizzarci ma coloro che governano la regione potrebbero bellamente ignorarci a dare seguito alle direttive nazionali. In fondo la montagna spopolata non è un bacino di voti che pesa politicamente. E ciò mi rende particolarmente pessimista sull'esito di questa controversia. Forse ci mancherà anche quel bellissimo rapporto umano descritto da Alessandra. Ma vorrei tanto essere smentito dai fatti.

  6. Sonia Berni

    È impensabile obbligare una famiglia a lunghi spostamenti per un parto, con i bisogni che una trasferta comporta: distacco dal lavoro per il padre, viaggi in auto per visite ed esami precedenti al parto, e visite di controllo successive. Il rischio per feto e mamma sono legati al distacco di placenta, gestosi o altre patologie che prevedono un arrivo in reparto nel più breve tempo possibile. E come si arriva in tempo se il primo punto nascita dista un’ora di ambulanza?
    L'esperienza personale mi suggerisce che la paventata chiusura sia questione politica e non per la sicurezza. A guadagnarci è sempre e regolarmente la sanità regionale. E’ o non è a tutti gli effetti un taglio di spesa?

  7. Michele

    Luce porta pazienza anche io come papà ci sono passato da poco per il reparto per ben due volte negli ultimi anni e la gente come te crede che al Borgo si partorisca nelle mangiatoie con il fieno.. ma non è così... vicino al reparto c'è anche la sala operatoria e tutte le attrezzature e attenzioni prima elencate... sono felice di aver fatto nascere i miei piccoli valtaresi/bedoniesi nell'ospedale di valle... e nel rileggere i pensieri dell'Ale mi son tornati in mente tanti bei ricordi con la mia famiglia passati nel reparto... se mia moglie non avesse avuto la possibilità di partorire a borgotaro vista la velocità del travaglio lo avrebbe fatto a Solignano per strada... ti sembra normale?
    Come coppie giovani dobbiamo tutti abbandonare la valle per trasferirci in pianura? Io te lo assicuro non me ne voglio andare per nulla al mondo! E pagando le tasse come tutte le persone normali pretendo che i diritti essenziali come quello alla salute mia e della mia famiglia vengano rispettati...

  8. Via Cassio

    Per fortuna che nella scorsa campagna elettorale il sindaco Rossi aveva garantito la sopravvivenza del punto nascite assistito dall'assessore della sanità Venturi

  9. Carla

    Anche in Lombardia hanno corrisposto la richiesta dei cittadini al loro diritto di nascere a “casa”. L'obiettivo e' palese, la privatizzazione della sanita'. Siccome farlo di colpo sarebbe troppo palese, lo fanno poco alla volta. Ma se un punto nascite sotto i 500 parti/anno non e' "sicuro", la mezz'ora in piu' di auto per raggiungere l'ospedale piu' vicino promette maggiore sicurezza? Per fortuna che ci sono i comitati che non mollano!!!!!

  10. Anna Maria Chilosi

    Bravo Gigi, hai detto tutto quanto la maggioranza di noi cittadini noi avrebbe voluto dire!!

  11. Marino

    Purtroppo stiamo assistendo ad una progressiva demolizione dello stato sociale a vantaggio del risanamento del bilancio, la tutela dei diritti, come quello alla salute, è sacrificata alla luce delle esigenze economiche che l'europa ci impone, grazie ai trattati dementi che abbiamo sottoscritto.
    gli errori storici delle nostre alte sfere politiche le paghiamo noi sulla nostra pelle, finiremo come la grecia dove per curare i malati i medici fanno volontariato gratuito visto che lo stato ai cittadini non garantisce più nulla.
    grazie alle elezioni francesi penso che la cosà peggiorerà, i nostri vicini hanno eletto un burocrate figlio delle banche che si metterà coi tedeschi chiudendoci nel terzo mondo d'europa .
    i figli li faremo in casa come una volta, chi è forte o ricco vive, usando le cliniche private, il poveraccio muore.
    ma se il popolo si incazza veramente.......................

  12. Antonella

    Ma scusate qualcuno vorrebbe farmi credere che un ginecologo o una ostetrica non sappia far nascere un bambino solo perché hanno all’attivo 200 parti all'anno invece che 500 ??? Come si può pensare che una donna comprenda queste scelte, specialmente se in quel reparto ha fatto venire al mondo i suoi 2 figli ??

  13. Gio'

    Quando non esiste la volontà di mantenere allora esiste la volontà di disfare.
    Non è un problema di oggi, è un problema di ieri.
    Tanti passaggi sono mancati. Tutti fondamentali. Se è evidente nel leggervi che è risultata assente la vigilanza da parte dell'amministrazione e dei politici è tuttavia anche da sottolineare l'inerzia è il disinteresse da parte degli operatori di settore, responsabili del settore, che per anni non hanno saputo dare rilevanza e giusta crescita professionale al luogo.
    L'aggiornamento professionale unito alla volontà del mantenersi al passo con nuove tecnologie, procedure, pratiche avrebbe reso lustro così come è stato ad altri settori del nosocomio locale.
    Inutile fare esempi. Sono sotto gli occhi di tutti.
    Qualcuno avrebbe dovuto rimarcare questo atteggiamento rinunciatario a priori.
    Qualcuno che oggi si prodiga a salvare macerie.

  14. Piero Rizzi Bianchi

    Questa Regione Emilia-Romagna, con tutto quello che le sta dietro, è semplicemente agghiacciante: sembra essere solo la cinghia di trasmissione della globalizzazione più assurda e spietata.
    Queste pesti bubboniche sono state confermate nel potere unicamente perché, alle ultime elezioni nel 2014, espressero il loro voto soltanto 1.255.258 cittadini su 3.460.402, ossia il 36,3%, poco più di un elettore su tre! Per cui, se nel 2010 il piddino Errani era stato eletto con 1.197.789 voti, nel 2014 il piddino Bonaccini, l'attuale presidente, lo fu con 615.723: vi è stato quindi nientemeno che un dimezzamento del consenso reale (-48,6%).
    Tanto sonore lezioni non sembrano, però, aver scoraggiato i nostri "bravi amministratori", che anzi hanno raddoppiato la lena per fare danni e applicare in fretta e furia i loro loro malefici schemini, con l'intento ormai evidentissimo di accelerare e assecondare con le loro normative quella che è una tendenza già spinta al massimo da tutti i poteri forti e dai "mass media": FAR PERDERE IL PIU' POSSIBILE L'IDENTITA' AI VARI TERRITORI, posto che questa è l'unico vero avversario, è l'unico baluardo, l'unico vero avversario che può fermare efficacemente il mostro globalizzatore e troncargli le sette teste.

    Non è quindi un caso, ma il frutto di un preciso e micidiale disegno, che questi "bravi amministratori" abbiano tanto a cuore una finta "razionalizzazione", che in realtà è un imbrigliamento, delle istituzioni e dei servizi territoriali, e in particolare di quelli più significativi, che meglio esprimono e simboleggiano, per ogni popolazione, l'appartenenza al proprio territorio. La forte azione politica per procedere alla fusione dei Comuni più decentrati (montagna e bassa pianura) è, dunque, sulla stessa identica linea della decisione, di cui qui si tratta, di privare tali aree della possibilità di far nascere "in loco" i propri abitanti.

    Questi aberranti e dispotici progetti devono, però, fare i conti con la volontà popolare, che è sempre più coscientemente contraria: come dimostrano i referendum sulle unioni di Comuni (ricordo quello della vicina Valnure lo scorso autunno), che spesso hanno rispedito al mittente il tentativo, ed anche questa diffusa contrarietà all'abolizione dei punti-nascite.

    Mi viene un'idea, provocatoria solo nella forma, ma non credo inattuabile: e se, dopo un'eventuale forzosa chiusura del "punto nascite" di Borgotaro, riprendesse invece vigore l'onorato mestiere e l'opera preziosa delle ostetriche? In tal modo, addirittura, assisteremmo a una ripresa delle nascite a livello precisamente locale, con grande beneficio dei luoghi e con grave scorno dei nostri zelantissimi globalizzatori...

  15. Ettore Rulli

    Quando mi chiedono dove sono nato mostro con orgoglio il punto della casa di Compiano dove 85 anni fa, con l'aiuto "da cumaréina", mia madre mi ha messo al mondo.

  16. A.V.

    Concordo con Rizzi Bianchi, la questione rientra nell'ambito della "visione politica" di chi è di mazzo.

  17. V

    L'agonia dell' ospedale di Borgotaro si protrae dal 2012. Sul Quotidiano La Stampa e il settimanale Panorama era indicato anche il Santa Maria ma la politica locale e regionale allora smentirono, come adesso

  18. Antonella

    Fuori uno. Arrivata conferma che l’ospedale di Pavullo dice addio al punto nascite

  19. Gigi Cavalli

    18/07/2017 - La Giunta regionale dell'Emilia-Romagna ha deciso di chiedere al ministero della Salute la deroga per non sospendere l’attività di assistenza al parto di 6 Punti nascita: tre in Appennino - Castelnovo ne’ Monti (Re), Borgo Val di Taro (Pr), Pavullo nel Frignano (Mo) - Scandiano (Re) in pianura e i due nel cratere, Mirandola (Mo) e Cento (Fe)

    L'articolo completo: https://goo.gl/NPEbcc

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