Le Anime Purganti di via Trieste
Nella caratteristica "contrada" bedoniese restaurata un'antica immagine su pietra
Lì, a metà della strada, vicino alla fontanella, non poteva mancare una locanda. È da lì dentro che potrebbe partire la nostra storia, quella del dipinto posto sulla parte alta di quella stessa facciata. All’interno della famiglia Bresadola-Basini, l’ultima ad aver acquistato la casa (da certo Serpagli) e ancora oggi proprietaria, si narra infatti che l’origine di quell’immagine sacra sia la contropartita offerta da un avventore piacentino per i pasti consumati presso l’osteria durante il suo soggiorno bedoniese.
Ovviamente, non ci sono prove su una tale origine di questa edicoletta mariana; ma si legga l'illustrazione e inquadramento storico che segue, a cura di Piero Rizzi Bianchi, mio consocio (fra i più attivi ed impegnati) appunto nel “Comitato per la rivalorizzazione storica di Bedonia”.
Torniamo al 2018, a sabato 8 settembre, quando a Bedonia, si è svolta una raccolta ma intensa manifestazione: la presentazione, con tanto di benedizione e preghiere, dell'edicola delle Anime Purganti, posta sul muro esterno (parte alta) della casa di Via Trieste 22, restaurata nel 2016 a cura del comitato “Veterrima Plebs” e della famiglia Basini: un'immagine sacra posta nel centro antico della nostra borgata, parte integrante e preziosa del suo patrimonio storico.
A svariati anni dagli importanti restauri già effettuati in paese, “Veterrima Plebs” può ora vantare una nuova realizzazione in tal senso. L’intervento effettuato, benché di proporzioni ridotte, con una superficie inferiore al mq, riveste un’importanza e un significato particolari, che ora si colgono proprio per l'opportunità –grazie all’opera di Fabio Iemmi, di Reggio Emilia, esperto restauratore– di capire ed apprezzare l’opera stessa molto meglio di quanto non fosse possibile fino ad oggi.
Un “valore aggiunto” si ha, in questa operazione, anche dal punto di vista sociale, poiché essa è stata possibile grazie alla sensibilità con cui la famiglia Basini, proprietaria dell’edificio su cui insiste il dipinto, ha risposto all’interessamento di “Veterrima Plebs”. L’intervento ha visto inoltre la collaborazione gratuita dell’impresa edile Lazzaro Ferri per i ponteggi e dell'ElettroTecnica Bertani per la ricollocazione della lampada, oltre alle offerte di vari cittadini e a quote sociali dello stesso comitato: una bella collaborazione dunque, che, come si è visto, andrà a vantaggio della bellezza del paese, con un ritrovato valore storico-artistico, che è proprio quanto “Veterrima Plebs” da sempre si prefigge nel suo operare.
Ma vediamo di precisare meglio le caratteristiche di quest'opera, insieme artistica e religiosa:
1- Si tratta, anzitutto, di un’opera antica, posto che, per lo stile e le tecniche usate, è ritenuta, anche da un critico esperto come il dott. Marzio Dall'Acqua di Parma, come risalente al periodo fine Seicento-inizio Settecento (o al massimo, volendo pensare a una produzione tarda, alla parte centrale di quel secolo).
2- In secondo luogo, quanto vi è dipinto dimostra un effettivo legame con la vecchia Bedonia e la sua religiosità: e non solo per il tema del suffragio per le Anime del Purgatorio, devozione un tempo molto sentita, specie in un'area ligure come la nostra, o per la massima centralità che ovviamente è riservata alla Madonna e al Bambino, ma per i santi qui collocati. Ad intercedere per le anime, insieme a santa Caterina d’Alessandria (raffigurata nel suo “matrimonio mistico”), si trova infatti san Francesco da Paola, riconoscibile per l'abito monastico e per lo scudo in forma di sole splendente che reca in mano, simbolo dell'ordine religioso da lui fondato. Ora, si sa con certezza che, fino a tutto il '700, quest'ultimo santo era venerato nell’oratorio dei Disciplinati, posto nella stessa via solo pochi passi più in alto: l’oratorio, sede dell’omonima Confraternita, aveva infatti ospitato, nel primo '600, un conventino di Frati Minimi o “Paolotti”. Da quanto detto, risulta dunque come cosa assodata che che il committente del dipinto sia stato un notabile bedoniese membro della Confraternita dei Disciplinati.
3- Oltre a ciò, la nostra pittura possiede un’altra particolarità notevole, ossia di essere dipinta su pietra, ma non, come nella normalità dei casi, sopra una pietra trattata e liscia, bensì direttamente su un pezzo di arenaria “a spacco”: il che rende queste immagini, tratteggiate da una mano semplice ma anche disinvolta e ben educata, non prive di una loro naturalità e bellezza.
Guardando al futuro, il nostro augurio è che questa esperienza sia d'esempio, e dia inizio a un nuovo e virtuoso modo di rapportarsi fra le varie componenti della società locale, coinvolgendo, nella giusta misura, anche i privati in un’azione tanto importante per l’identità e la “tenuta” di Bedonia com’è appunto la cura e salvaguardia dell’immagine del paese attraverso i suoi “monumenti” storici.
Ha collaborato a questo post:
Grazie infinite a te Gigi, a Piero e a tutti quelli che hanno fatto la loro parte. Il risultato ci rende orgogliosi ma e lesempio virtuoso a rendermi felice e piena di speranza
Rinvio mia di poche ore fa, perché non ho avuto conferma elettronica dell'avvenuto invio. Sarà che non riesco ancora a gestire Windows 10!
Chi l'avrebbe mai detto che sulla facciata della casa di mia zia Marietta Serpagli Basini c'era un dipinto così interessante? Grazie a Gigi e a Piero Rizzi Bianchi per la bella e dettagliata descrizione e ovviamente a tutti quelli che hanno contribuito al restauro. Non sapevo che Via Trieste fosse un tempo così importante, anche se la ricordo molto viva con tante abitazioni e negozi (in primis il grande "emporio" della Teresa di Pizzi di fronte alla casa Basini) circa mezzo secolo fa. Come non so quasi nulla della casa, vicino ai Pizzi, che fu anche di mia nonna Bettina Serpagli (altro ramo dei Serpagli) che a giudicare dal bel portone con anche un'aquila a due teste doveva essere stata importante in qualche periodo storico. Forse c'era anche qualche ufficio pubblico (molto vagamente ricordo di aver sentito parlare anche di un non meglio precisato "club"), poi trasferito a Borgotaro.
Peppino Serpagli - Milano