Immuni all'app

Un'applicazione osteggiata da una parte politica e contestata dai sostenitori della privacy
Credo proprio che sia giunto il momento di farlo: ho scaricato Immuni. Non l’avevo ancora fatto, ma solo per il timore di essere messo in isolamento cautelativo nella malaugurata ipotesi fossi incappato in una persona positiva al Covid-19. Fino ad ora avevo preso tempo poiché i dati del contagio, da giugno in poi, erano confortanti e quindi ho rimandato l’appuntamento con il download, ora però ci stiamo nuovamente confrontando con la realtà, se pur con un approccio diverso da quello primaverile.

Ma perchè la scelta di parlarne qui? Un blog rispecchia il pensiero di chi lo scrive e vista l'ampia libertà di opinione sulla gestione della pandemia ci tengo a chiarire che la mia reticenza a scaricarla non era “ideologica”, "negazionista" o “complottista”. Fin dagli inizi di questa brutta vicenda del Coronavirus sono sempre stato a favore della prudenza, quindi bendisposto all'uso della mascherina, se e quando necessaria; comprensivo alle misure restrittive; non ho mai considerato le limitazioni imposte una privazione alla mia libertà o una dittatura sanitaria; infine da sempre favorevole ai vaccini, anzi, da quest’anno inizierò con l’anti-influenzale, ed essendo fragile di bronchi, ci aggiungerò anche l’anti-pneumococco. Ecco... dopo queste mie rivelazioni, quanti “amici” perderò su Facebook? 😉
   
Sul rispetto della privacy o sulle dietrologie su Immuni, andrebbe ricordato che ogni volta che si naviga su un motore di ricerca, si apre un social o una casella di posta, concediamo, anzi regaliamo ad aziende private, più o meno consapevolmente, i fatti nostri attraverso fiumi di dati, barattando così la nostra privacy per un servizio resoci gratuito.
  
Ecco perché ho scaricato Immuni: perlomeno è una app utile e non serve solo per il nostro divertimento, è in open source, cioè il suo codice è pubblico e chiunque può accedervi per capire se venissero carpite informazioni personali, ma anche se si “trattenesse” qualche dato non me ne fregherebbe assolutamente nulla, sarebbe solo qualcuno in più di quelli che ogni giorno regalo a MasterCard, Telepass, Apple, Instagram, Runtastic, Gmail, ecc. ecc. ecc... in particolare a Google, che di noi sa tutto e forse anche di più (per averne la consapevolezza è sufficiente aprire il nostro account e vedrete che le sorprese non mancheranno: https://myaccount.google.com).

Infine... ho scaricato Immuni non per fare un favore al Governo o al Ministro Speranza, tantomeno uno smacco a Salvini o alla Meloni, ma perché ognuno dovrebbe fare la sua parte per contrastare il contagio fino all'arrivo del vaccino, quindi per una forma di ragionevolezza, di dovere da cittadino, a protezione di noi stessi e di chi ci sta intorno. Meglio tardi che mai! Adesso sono uno in più ai 7.713.251.
LINK: i numeri di Immuni


6 Commenti
  1. Remo Ponzini

    Caro Gigi, volevo scriverti due righe complimentandomi con te ma, questa mattina, scorrendo la stampa ed il web, sono rimasto esterrefatto dalla valanga di critiche che ha subito l'applicazione di "IMMUNI".

    Ti riporto alcuni titoli anche se presumo tu li abbia già letti:

    1) Su IMMUNI c'è una immagine sessista.
    2) Tutto ciò che non funziona di IMMUNI.
    3) Perchè il progetto "IMMUNI" va messo subito in soffitta
    4) Le critiche del "COPASIR" su app. di IMMUNI

    Io non so che dire. Sono ingiuste ??? La gente teme eccessivamente la violazione della privacy ??? E' troppo complesso il funzionamento ???

    Grazie !!!

    Non vado oltre

  2. Gigi - Esvaso.it

    Remo,
    su questa app, al di là che sia ritenuta utile o no, trovo un accanimento quasi incredibile, calcolando, come ho scritto, che chi possiede un account di Facebook, Gmail o usa Google, è sotto tiro 24/24 ore e 365 giorni l'anno.

    Ma per farti un'idea anche locale, leggi qualche commento sulla pagina di Esvaso su FB e ne vedrai delle belle, tra cui, la più clamorosa: "La pandemia non esiste".

    https://www.facebook.com/esvaso

    Grazie a te. Nemmeno io vado oltre.

  3. Claudio Agazzi

    Ciao Gigi

    Il tifo da stadio porta a degenerazioni, è vero.

    Al giorno d’oggi, l’analisi distaccata pare un esercizio dimenticato e perso nel tempo. Da questo punto di vista mi sento molto strano. Ho idee decise e precise ma che cambiano al cambiare delle situazioni. Quindi sono idee che subiscono indubbiamente l’evoluzione degli eventi.

    Io sono contento d’essere così perché mi fa sentire libero. Faccio fatica a capire coloro che invece hanno idee legate ad appartenenze più o meno ideologiche. Ma va beh questo è un altro tema.

    Lungi da me classificarmi come esperto. Parola purtroppo abusata. Faccio però di lavoro, purtroppo, il consulente digitale a tutto tonto per aziende che nel tempo hanno usato molteplici sistemi tecnologici. Questa “fortuna”, il fatto di aver potuto vedere, assistere, gestire, progetti tecnologici complicati mi permette forse, e purtroppo, di avere la capacità di svolgere un’analisi più tecnica che emozionale.

    Veniamo ad Immuni.

    Tema privacy

    DPO, DPA, GDPR, chi ha a che fare con dai sensibili conosce questi acronimi e ha dovuto smezzarsi ore e ore di tentativi di comprensione del regolamento europeo. Ha dovuto interpretare articoli, testi a volte di difficile comprensione. Ha dovuto cercare di legare quelle norme a un settore che è in continua evoluzione e quindi magari di difficile applicazione.

    Io però cerco sempre di guardare la parte più profonda degli argomenti presi in esame. Qui sfugge un concetto di fondo.

    Il regolamento europeo esordisce con questo testo (estratto)

    REGOLAMENTO … relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati…

    Evidenzio la parte che parla di libera circolazione dei dati. A mio avviso questo regolamento non è stato fatto tanto per tutelare il cittadino quanto per permettere alle ORGANIZZAZIONI, dovremmo aprire un capitolo su cosa sono le organizzazioni, di gestire la circolazione dei dati stessi. Quindi primo concetto profondo. NON SIAMO TUTELATI.

    Hai ragione. Ogni servizio che usiamo di fatto raccoglie i tuoi dati e Immuni fa lo stesso. Concordo.

    Tema funzionalità

    Il funzionamento di Immuni presuppone la presenza di diverse situazioni:

    bluetooth funzionante di entrambi gli smartphone che vengono in contatto
    Connessione tra i due smartphone, non sempre garantita
    Continuità della connessione per quei minuti (non ho capito ma credo siano più di 10) che determinano il passaggio del dato e quindi possibile contagio
    Il fatto che chi ha scaricato l’App chieda un contatto con un operatore accreditato che carica a backend su sistema i codici della tua App e quindi che confermi che il possessore dell’App sia contagioso
    Il fatto che il telefono in quel momento sia usato dalla stessa persona che ha fatto caricare il dato della propria contagiosità
    Il fatto che quando il sistema riconoscere il possibile contagio l’utente registrato come positivo lo sia ancora effettivamente (quindi con il rischio di generare un allarme non giustificato)
    Il fatto che quando il sistema entra in funzione, quindi connessione per oltre i minuti previsti sappia se in quel momento preciso gli utenti erano contagiosi (se non lo sa ingenera un’informazione di tranquillità ma che potrebbe non essere).
    Altri aspetti.

    Questo cosa significa

    Significa che l’App, a certe condizioni, può davvero funzionare. Ma con tutti i vincoli a bordo le probabilità che questa svolga egregiamente il proprio servizio sono abbastanza remote.

    Io nella mia attività lavoro sui dati. Una cosa che diciamo tutti è che il dato deve essere solido e facilmente interpretabile.

    In questo caso il rischio che non lo sia è elevato e questo anche se la scaricassimo tutti.

    La mia conclusione è che il tentativo è lodevole, chi l’ha pensata l’ha fatto con un giusto spirito, chi l’ha adottata non ha la padronanza e la conoscenza necessaria per capirne le complicazioni (Parlo della presidenza del consiglio dei ministri). Era un tentativo che poteva essere fatto ma come test per vederne i risultati che però pare non ci stiano comunicando, oltre sette milioni di download sono una quantità enorme e qualche dato dovrebbero averlo generato, tipo quanti situazioni di Allarme sono state gestite e quante possibili contagi sono stati evidenziati.

    Scusa la lunghezza.

  4. Gigi - Esvaso.it

    Grazie Claudio per l'ulteriore approfondimento.

    Io sono più "semplicistico" e vado direttamente al problema o alla sua soluzione.

    C'è una pandemia in atto (c'è anche chi dice che non esiste), una calamità che ci è piovuta addosso senza tanto preavviso, le cui conseguenze sono sotto agli occhi di tutti, quindi c'erano da trovare delle soluzioni per arginarla, tutte quelle possibili e in fretta. L'app Immuni è stata una di queste. Si prova e vedremo se darà i suoi frutti. Almeno è stato un tentativo affidato alla tecnologia, da affiancare a quello del buon senso umano.

    Per quanto riguarda i dati del suo effettivo utilizzo, il sito li fornisce, ad oggi sono: "8.316.353 download - "8.887 notifiche inviate" - "499 utenti positivi riscontrati" (vedi link allegato al post).

    Pochi, tanti? Non lo so, sicuramente sono un aiuto a tutta la comunità, effettivo e tangibile, comunque sempre più utile che utilizzare TikTok.

  5. Claudio Agazzi

    Ciao

    i numeri li vedo ma devi leggere anche la nota nell'asterisco. :)

    Utenti che hanno condiviso le informazioni di positività se hanno o non hanno ricevuto la notifica di esposizione.

    Vuol dire nulla o poco :)

    ciao

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