Quella Borgotaro che non c'è più

Immagini risalenti ad oltre un secolo fa ci mostrano un paese molto cambiato, quasi irriconoscibile
Quando si guarda sul fondo dei cassetti nei vecchi comò, qualcosa di bello esce sempre. In questo caso sono uscite dodici "Vedute artistiche", proprio come recita la piccola bustina d'antan, inerenti al paese di Borgo Val di Taro. Sembra una scatola di fiammiferi, invece è una sorta di minuscolo libricino (formato 3x8 centimetri), con al suo interno un nastro cartaceo di immagini ripiegato a "fisarmonica". Un oggetto che a quel tempo era considerato un souvenir tascabile -oggi può essere paragonato alle calamite turistiche- e che veniva acquistato da chi transitava in paese per fissare nella memoria il bel pensiero di una vacanza o di una visita estemporanea. Un articolo realizzato e fatto stampare a Chiavari dalla storica Cartoleria Stoto, attività aperta nel 1929 da Umberto Stoto (foto in allegato).

Si tratta di dodici mini-fotografie in bianco e nero, databili agli anni '20 del Novecento, che raffigurano Borgo Val di Taro con i suoi scorci, monumenti, strade o chiese. Queste piccolissime "cartoline", oltre ad essere amatissimi ricordi e oggetti da collezione, così come quelle tradizionali, sono una fonte illustrativa fondamentale per una ricostruzione storica, se non una delle poche testimonianze giunte fino a noi. Capita frequentemente che le cartoline possano rappresentare un luogo ormai scomparso, dimenticato o mutato, trasformandosi perciò in un prezioso documento illustrato per riconoscere e descrivere luoghi e architetture, il cui aspetto può essere cambiato nel tempo.

Nel centro storico cittadino borgotarese vi sono diversi esempi di notevole trasformazione: la parziale demolizione del castello (1936) per accogliere la nuova "Casa del Fascio" che poi non venne nemmeno costruita a causa dello scoppio della guerra; le mura perimetrali del paese, oggi praticamente scomparse, se non una parte ancora visibili ma "inghiottite" dalle case; i "Giardini 4 novembre" appena piantumati; l'antico teatro a palchi eretto nel 1820 e poi demolito negli anni '40 del Novecento per far posto al "Teatro Cinema Farnese"; oppure il quartiere di San Rocco con le sue alte e fumanti ciminiere; poi il "Ponte di ferro" con in transito un treno a vapore, ma anche gli ampi panorami raffiguranti terreni "ben coltivati", in gran parte a vigneto, e non ancora edificati.

Un oggetto come questo era stato creato per essere poi conservato con cura, solitamente lontano dal luogo in cui venne acquistato, ma fondamentalmente solo all'interno del proprio bagaglio culturale o dei ricordi personali, mentre oggi è pronto a restituirne la memoria attraverso la condivisone... ovviamente tramite l'inevitabile ingrandimento delle immagini. Approfitto di questa occasione per aggiungere al foto-album allegato altre sei immagini di Borgotaro, sempre risalenti al primo '900.

FOTO: le immagini di Borgotaro nei primi decenni del Novecento



12 Commenti
  1. LINA PISCINA

    Ma che belle foto !!! Grazie Gigi !!!
    Sarebbe belle fare le foto ad oggi sulle stesse angolazioni ... la butto lì Gigi ... e dai pensaci ... !!!

  2. Erco

    Belle immagini di un luogo ordinato e naturalmente curato.

    Ho sempre desiderato vedere come fosse il castello in origine.

    Grazie molte.

  3. Ercole

    Ai borgotaresi non è mai mancata la lungimiranza, dalla demolizione delle mura medievali, all'abbattimento del castello, allo smantellamento del teatro ( era considerato il secondo in provincia di Parma dopo il Regio )

  4. Giacomo Bernardi

    Immagine bellissima. Simile, anche se più "allargata", a quella che si può trovare nel volume "Saluti da Borgotaro" edito dalla nostra Associazione. Cosí l'abbiamo Commentata: 'In questa cartolina dei primi anni del secolo (l' albergo APPENNINO, infatti, ancora non c'è, e al suo posto si vede un vigneto che giunge fino all'attuale via Piave), si può osservare la facciata neoclassica del vecchio Teatro Comunitativo, demolito nella metà degli anni quaranta.

  5. Claudio Agazzi

    Stupende immagini

    Forse meglio non paragonare a quello che vediamo oggi...

    Claudio Agazzi

  6. Anna

    Gigi, mi hai fatto venire in mente che l'avevo anche io questo libretto! Deve essere rimasto in un cassetto nella mia vecchia camera a casa dei miei genitori... devo assolutamente cercarlo!
    Purtroppo devo dare ragione al sig. ERCOLE, sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali e ho avuto modo durante gli studi di vedere e conoscere molte delle perdite che il Borgo ha dovuto subire nel corso degli anni.... un vero peccato perché monumenti e edifici antichi fanno parte della nostra storia, delle nostre radici, della nostra identità culturale e il nostro compito sarebbe quello di preservarlo e tramandarlo alle generazioni future. Per fortuna abbiamo il nostro maestro Giacomo che ha raccolto e divulgato tante testimonianze scritte e orali... ma il rammarico nel vedere e sapere quello che è stato il nostro Borgo sapendo che purtroppo non lo è più ora e non lo sarà mai più in futuro lascia l'amaro in bocca... e ferisce gli occhi!

  7. Ettore Rulli

    E quante vigne c'erano attorno a Borgotaro!
    Ricordo il buon vein d'l Spiazze.
    C'è qualcuno che lo produce ancora?

  8. Licia

    Anch'io ho questo "libretto" conservato con cura in uno dei tanti cassetti del mobile della nonna ( ora in casa di mia mamma) insieme ad altre tante fotografie in bianco e nero di quei tempi e un po' più in là... momenti di vita che sono come libri di storia

  9. Marco Biasotti

    Quanta distruzione che abbiamo "creato"!

  10. Donna

    What a great surprise to make my day! I've shared it with many family members so they can see what our grandparents area (they were from Illica) was like. What a wonderful post and photos. Grazie mille.

  11. Giuly

    Peccato x tutto quello che abbiamo perso.....

  12. Archaeopteryx

    Come era il nostro paese, forse più bello ...
    A volte i pensieri che non riusciamo ad esternare, sono proprio quelli più profondi e sono esclusivamente nostri, ma se un concetto o una storia non vengono esplicati, diventano qualcos'altro, un racconto, un ricordo dimenticato. Quando una storia, o meglio la Storia viene raccontata, scritta, fotografata, non può e non deve essere dimenticata. Il ricordo di chi e come eravamo deve essere la speranza per farci migliorare.
    Un saluto a tutti.
    Archaeopteryx

Commenta

Somma e invia : 15 + 1 =
Accetto Non accetto


Resta aggiornato

Post simili

Cibo Criminale

L'incontro con Luca Ponzi in occasione dell'uscita del suo ultimo libro-inchiesta dedicato alle frodi alimentari

Mio zio Pier Carlo

Un ricordo della pronipote Maria Vittoria dedicato allo zio-poeta Pier Carlo Ponzini

tutum-tutum

Un viaggio in treno "Assime" a Mario Rigoni Stern

Chi erano gli Orsanti?

La Val Taro è considerata la sola e la vera patria di questi girovaghi

Una nuova voce: Il mio paese

Una nuova rivista, sia cartacea che on-line, dedicata a Bedonia, anzi ai suoi concittadini