Clara Centinaro: la sarta dell'Alta Moda
Partita da Bedonia come una semplice sarta è diventata poi una delle firme dell'Alta Moda italiana
Nonostante la giovane età, Chiarina Moglia (questo era il suo vero nome) dimostrava un evidente talento, doti subito saltate all'occhio pur vivendo in piccolo paese come Bedonia.
Quando le capacità sono manifeste, quando è la passione a dettare la strada, le scelte che ne convengono devono essere assecondate. Così decide di dare una svolta alla sua vita, di prendere il "treno dei desideri" e raggiungere Roma: in fondo aveva solo vent'anni e un futuro tutto da inventare...
Siamo nel 1939 quando "Chiara" lascia la casa di via Vittorio Veneto, più precisamente quella "del portico", per stabilirsi nella capitale. Qui troverà inizialmente lavoro presso alcuni sarti e dopo la guerra in importanti sartorie, tra cui quella di Simonetta Colonna di Cesarò, moglie di Galeazzo Visconti di Modrone, da cui acquisì tecnica e disegno. Sposerà poi Mario Centinaro, proprietario di una sartoria maschile molto affermata.
Grazie alla sua creatività, inizia a farsi notare e a crescere di pari passo con la sua genialità. Le sue collezioni rivelavano uno stile raffinato ed essenziale, spesso esaltate da un singolo dettaglio che le caratterizzava. Aprirà un suo atelier in uno dei luoghi magici di Roma, nella mitica Via Margutta, per poi approdare definitivamente in Via Lombardia, a due passi dalla sfavillante Via Veneto, centro pulsante della vita mondana.
La vita professionale dell'ancor giovane Clara cambiò radicalmente nella seconda metà degli anni '50, quando Carla Gronchi, moglie del Presidente della Repubblica, la scelse come sarta personale.
Ogni stilista aveva i suoi personaggi e le dive riferimento: così nel suo atelier romano entravano ormai consorti di uomini di potere, come la signora Fanfani, oltre a molte esponenti dell'aristocrazia e del mondo culturale, quali Paola di Liegi (principessa Ruffo di Calabria, sposa dal 1958 dell'erede al trono del Belgio), la Principessa Fürstenberg, la Principessa Borghese, le Principesse Odescalchi, la Contessa Donatella Pecci Blunt e la Contessa Marta Marzotto (quest'ultima, anzi, fu "lanciata" sulle pedane dell’Alta Moda proprio dalla Centinaro, prima di sposare il Conte Marzotto). Confezionerà gli abiti da sposa per la Principessa Astrid del Belgio, la Principessa Windischgratz-Fürstenberg e per Diamante Marzotto.
Non erano però che i primi passi. Fu lì che iniziò l’interesse delle riviste di moda e il suo lavoro fu notato anche all’estero, tanto che il suo stile fa richiesto anche da Evita Peron. Così, nel 1957, dopo aver conquistato la "Donna dell'Argentina", viene invitata in Venezuela ad una manifestazione internazionale di moda: tale è il suo successo da aprire un suo atelier a Caracas, dove creerà l’abito da sposa per la figlia del Presidente Caldera, e negli anni vestirà le mogli di altri tre Presidenti. Sempre nel 1957 fa scalpore la polemica tra due maison, la Christian Dior e quella di Clara Centinaro, sulla linea "fusò" -indumento che per tipologia fu una vera rivoluzione per l'epoca: il contrasto scoppiò in occasione del lancio del prodotto, giudicato da entrambe le case troppo somigliante al proprio.
Dagli anni Sessanta in poi molte anche le case di produzione cinematografica che affidano alla sua creatività la realizzazione di abiti per le loro "star" al debutto cinematografico, tra cui Catherine Spaak, Raffaella Carrà e Romina Power.
In allegato vi sono diversi filmati dell'Istituto Luce che riportano la notorietà della nostra stilista e alcune fotografie del suo atelier con una giovane Carrà.
Sarà così fra le pioniere della moda italiana, una delle prime donne (assieme alle Sorelle Fontana, guarda caso anche loro di origini parmensi) a portare il "Made in Italy" nel mondo. Clara Centinaro è stata perciò la prima donna dell'Alta Moda femminile italiana, così come Valentino Garavani lo è stato nel mondo maschile, proprio in un periodo fortemente monopolizzato dagli stilisti francesi. Non solo, è anche stata tra le prime donne a far parte della Camera Nazionale della Moda Italiana, ottenendo l’Oscar Nazionale della Moda nel 1963. Dopodiché ha conquistato altri riconoscimenti: nel 1970 le viene conferito, dall’allora Presidente Saragat, il titolo di Cavaliere della Repubblica, mentre nel 1986 il Presidente Cossiga la nomina Grande Ufficiale e quindi, nel 1992, Commendatore della Repubblica, a riconoscimento del suo operato.
La sua vita è sempre stata comunque legata a doppio filo con Bedonia. Al suo paese natio tornava puntualmente ad ogni estate, anzi non vedeva l'ora di poter rivedere le sue amiche d'infanzia e con loro parlare ancora un po' in dialetto, come se la fama non esistesse e tutto fosse rimasto come allora. Negli anni '60 improvvisò anche una sorta di sfilata nella balera di Las Vegas (vedi foto allegate). Nell'estate del 1990, in occasione dei suoi 50 anni di attività lavorativa, organizzò una sfilata di moda proprio a Bedonia, nella piazza del Municipio, kermesse condotta dalla presentatrice RAI Mariolina Cannuli.
La sua ultima esperienza di lavoro fu la preparazione dei costumi per il balletto Il Lago dei Cigni, per il Teatro dell'Opera di Roma nella stagione 1990-91; nello stesso anno presenterà, in Australia e in Russia, una collezione ispirata all'opera e al balletto russo. Nel 1992 celebrò il suo ultimo appuntamento romano con l’Alta Moda, presentando la collezione "Sposa".
Chiarina Moglia, in arte Clara Centinaro, era nata a Bedonia il 10 luglio 1914 e si spense a Roma il 6 agosto 1994. Alcune sue creazioni sono esposte presso il museo romano "Boncompagni-Ludovisi per le Arti Decorative", mentre alcuni suoi bozzetti sono conservati al "Museo della Moda" dell’Università di Parma. Ecco il motivo per cui dal 2002 una piazza bedoniese porta il suo nome e la ragione che in quello stesso luogo sia presente una scultura dedicata alla moda italiana.
Bello! Grazie per aver condiviso le foto e i video. Anche io ho una bacheca su Pinterest dove ho raccolto tutto quello che ho trovato sul web di Clara Centinaro ora aggiungo anche il tuo post.
Ti mando il link di Pinterest per arricchire ancora di più e festeggiare l'8 marzo con questa eccellenza bedoniese
https://www.pinterest.it/lorellaaviano/clara-centinaro/
Gran Donna conosciuta diversi anni fa durante serate del concorso fotomodella dell'anno. Ricordo che mi mandava regolarmente dei regali per il giorno del mio compleanno. Indimenticabile
Una cara amica di mia madre... le aveva fatto un vestito su misura e regalato anche il suo profumo.
Grazie Clara
Anche con la differenza di età, siamo sempre state amiche, quando si sposò mio fratello aveva voluto regalarmi il vestito (fatto da lei). Negli ultimi anni veniva sempre per il Venerdì Santo, andavamo alla processione, poi a prendere qualcosa di caldo dalla Teresa al bar Mellini, sempre vestita di viola, il suo colore preferito. La ricordo sempre con grande affetto ♥️
Confezionata anche i cappelli da donna. Mia madre mi raccontava che ha iniziato così, poi ha conosciuto il marito e da lì ha cominciato a disegnare vestiti. E poi il boom...
Oltre a quanto raccontato da Gigi, posso aggiungere e confermare che la nostra "Chiara" è sempre stata una persona gentile, generosa e che ha sempre cercato di fare del bene a Bedonia, anche attraverso le sue conoscenze politiche "romane".
Come si è letto il suo atelier era frequentato dalle mogli dei politici più influenti del tempo, così, anche i Sindaci di Bedonia, prima Gianni Moglia "Scarpa" e poi Renato Cattaneo, hanno potuto avvalersi della sua disinteressata intercessione per poter fargli incontrare Ministri e responsabili di gabinetto, Giulio Andreotti compreso.
Aggiungo anche l'allora Sindaco Cattaneo la chiamò per chiederle la disponibilità a disegnare le divise per la neonata mini-banda e i costumi per le majorette, un invito che accolse con piacere e che si concretizzò. Inoltre, nella sfilata bedoniese del 1990, volle condividere su quello stesso palco anche le creazioni di altri due nomi locali della moda di allora, quelle della stilista Giusi Slaviero (vale a dire Carla Barbieri) e della Pellicceria Molinari.
Grande amica di don Costa per cui finanziò interamente opere nel santuario
Quando andavo dalla Maria (la mamma di Sandro Caramatti) mi parlava spesso di questa sua sorella famosa e che abitava a Roma. Mi diceva anche che avrebbe voluto che anche Maria andasse a Roma, ma non si sentiva di portare anche Sandro... e mi diceva anche che cuciva per la moglie del presidente Gronchi e per altre persone importanti. In più le mandava pezzi di stoffe molto belle che Maria a sua volta cuciva per i suoi clienti.
Sono Massimo, negli anni 60 lavoravo presso il Bar Rampa in via Lombardia 30 a Roma, accanto al portone dove era la sartoria e dove ho conosciuto la signora Clara. Mi ricordo che era un tipo autoritario ma era una persona molto umana, buona e nello stesso momento ho conosciuto molte delle sue lavoranti e anche indossatrici, mi ricordo anche qualche nome. Veramente un bellissimo periodo.
Una meravigliosa persona. Generosissima con me. Ho stoffe, vari vestiti e bellissime bigiotteria delle sue sfilate. Mi ricordo l'ultima volta che era a Bedonia. Non si sentiva molto bene e io ho insistito di passare la notte all'albergo San Marco con lei. Donato gentilmente ha aggiunto un letto singolo per me. Prima di dormire gli ho detto "mi raccomando, svegliami se hai bisogno". Mattina seguente mi aveva raccontato che si era alzata per andare in bagno, e che dormivo così bene che non ha voluto svegliarmi.
La portavamo alle feste campestri che a lei piacevano molto. Non voleva regali. Mi raccontava che aveva una stanza enorme piena di regali ancora nelle loro scatole. Perciò gli ho regalato qualche cassetta di orchestre locali che a lei piacevano molto. Qualche cosina mi ha confidato, che ovviamente non ripeterò mai. La sua semplicità, generosità e simpatia mi rimarrà nel cuore per sempre !!!
La ricordo benissimo, veniva in estate dalla Maria la sorella, io ero bimbetta e abitavo nella casa di fianco. Poi la Maria Bernabo' quando avevo circa 20 anni mi confeziono' un soprabito bianco e il modello era della Centinaro. Si ricordano volentieri... saluti a tutti i Bedoniesi
Grazie per la bella storia.