Ugo Betti, Pretore in Bedonia

Una pagina sconosciuta del nostro passato, ma non del tutto priva di interesse e certamente curiosa
Quando ho letto il suo nome associato a quello di Bedonia, mi sono messo in testa di saperne di più, e ho scoperto che si trattava di un illustre personaggio -diventato poi negli anni, anche un grande ed affermato poeta-drammaturgo: ne è uscita così una bella storia, che voglio raccontare.
Nel 1921, esattamente cento anni fa, il Dottor Ugo Betti divenne Pretore a Bedonia, incarico che segnerà una doppia testimonianza: per lui era la sua prima missione istituzionale, per il paese la prima autorità assegnata dopo lo sconvolgimento della Grande Guerra.

Un personaggio che rientra a tutti gli effetti nel panorama culturale italiano: c'è un Istituto Comprensivo a Fermo a lui intitolato, ma anche vie di Roma, Milano, Palermo, Reggio Emilia e Parma che portano il suo nome, oltre al premio letterario per la drammaturgia nella città di Camerino. Qui da noi, purtroppo, del suo passaggio non c'è traccia alcuna. Sarebbe bello posare lo sguardo su una casa o sul palo di una via e leggere il nome di questo "personaggio" che è stato legato, seppur con un filo, a Bedonia.

Ugo Betti nasce a Camerino il 4 febbraio 1892. Nel 1901 il padre, medico condotto, si trasferirà a Parma e porterà con sé il piccolo Ugo. Il ragazzo, dopo gli studi classici, conseguì la Laurea in Giurisprudenza. Solo pochi mesi dopo l'Italia entrerà in guerra, e Betti si arruolò immediatamente nell'esercito come "volontario ciclista". E quando, pochi mesi dopo, l'esercito territoriale fu sciolto, fece domanda di ammissione all'Accademia Militare di Torino, da cui uscì nel 1916 come Ufficiale Sottotenente di Artiglieria per essere subito inviato al fronte.

Durante la battaglia di Caporetto, meglio conosciuta come la "disfatta", venne fatto prigioniero dai Tedeschi. Tradotto in Germania, verrà internato nel campo di detenzione di Celle o "Cellelager", in località Scheuen. In quel luogo, formato da recinti in filo spinato e baracche ordinatamente allineate, conoscerà, oltre a freddo, fame e paura, anche lo scrittore-poeta Carlo Emilio Gadda: un incontro da cui deriverà una forte e duratura amicizia.

Nel 1918, dopo la tremenda esperienza della guerra e della cruda prigionia, ritornerà in Patria per riprendere gli studi legali e intraprendere un percorso all'interno della Magistratura.
Nel 1921 gli verrà assegnata la sede di Bedonia, in quegli anni posta all'interno del palazzo municipale, in veste di Pretore; al termine di questo incarico "montano" diverrà Magistrato a Parma, e nel 1930 Giudice presso il tribunale della "città ducale".

Il cuore batteva però per la letteratura. Pur assolvendo l'incarico di Pretore, pubblicò il suo primo libro di versi, Il re pensieroso (1922), costituito da poesie scritte nel periodo di prigionia; seguirono La padrona (1926), La casa sull'acqua (1928) e L'isola meravigliosa (1929).
Nel 1930, dopo il matrimonio con Andreina Frosini e la vittoria del premio letterario "Governatore di Roma" con il libro L'isola meravigliosa, * viene trasferito a Roma per ricoprire il ruolo di Giudice presso la Corte d'Appello. Nella capitale inizierà una notevole attività letteraria, collaborando con riviste e quotidiani, oltre ad un'intensa produzione drammatica. * Nel 1932 pubblica per Mondadori il suo secondo volume di liriche, dal titolo Canzonette; nel 1936 viene presentato a Venezia Frana allo scalo nord, che ottiene però moderati consensi, mentre nel 1937, presso lo stesso editore, la terza ed ultima raccolta di poesie, Uomo-donna.
Betti, per reazione, si dedica per qualche tempo al teatro d'evasione, allora di moda, scrivendo alcune commedie brillanti che otterranno un notevole successo ed alcune sceneggiature cinematografiche per affermati registi, tra cui Roberto Rossellini e Alessandro Blasetti.

Nel 1941 gli viene assegnato il "Premio dell'Accademia Italiana per il Teatro", ma soltanto nel dopoguerra ottiene riconoscimenti che lo imporranno all'attenzione del pubblico e della critica come una delle voci teatrali più interessanti del panorama nazionale e internazionale.
Numerosi sono i suoi lavori drammatici di questo periodo, tra i quali Corruzione al palazzo di giustizia e Delitto all'isola delle capre, che verranno rappresentati nei teatri di tutto il mondo con enorme successo.

Nel 1949 va in scena, per la prima volta e con grande successo, il dramma Corruzione al Palazzo di Giustizia. Nel 1950 l’autore riceve in Campidoglio il "Premio Roma per il Teatro"; sempre in quell'anno svolgerà mansioni di Consigliere di Corte d’Appello e addetto all’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nel 1953 debutta a Parigi il dramma Delitto all'isola delle capre, accolto con grande favore dal pubblico e dalla critica. Poco dopo la morte di Ugo Betti, avvenuta a Roma il 6 giugno 1953, il regista Luigi Squarzina porterà con successo al cinema un film tratto dalla sua opera La fuggitiva, interpretato da Vittorio Gassman e Anna Proclemer.

Ugo Betti sarà poi riconosciuto come il primo degli scrittori italiani ad uscire dall’isolamento culturale creato dal regime fascista, superando i confini della cultura nazionale per collocarsi e distinguersi come rappresentante della cultura europea.
LINK: la filmografia di Ugo Betti


3 Commenti
  1. Maria Pina Agazzi

    Quando insegnavo alle elementari ho spesso fatto studiare la poesia "Primavera" di Ugo Betti. Anche mio marito, insegnante, pure lui mi aveva detto di completare le notizie sul poeta spiegando che, anche se per poco, era stato pretore a Bedonia.
    A dire il vero tra il corpo insegnante dei miei tempi non ho mai capito se conoscevano questo particolare "bedoniese", ma l'Avv. Silva e l'Avv. Bellentani e altri anziani ne erano a conoscenza.

    LA PRIMAVERA

    Quando il cielo ritorna sereno
    come l'occhio di una bambina,
    la primavera si sveglia.
    E cammina per le mormoranti foreste,
    sfiorando appena
    con la sua veste
    color del sole
    i bei tappeti di borracina.
    Ogni filo d'erba reca un diadema,
    ogni stilla trema.

    Qualche gemma sboccia
    un pò timorosa,
    e porge la boccuccia color di rosa
    per bere una goccia
    di rugiada...
    Nei casolari solitari
    i vecchi si fanno sulla soglia
    e guardano la terra
    che germoglia.

    La capinera prova una canzonetta
    ricamata di trilli
    e poi cinguetta
    come una scolaretta.
    I grilli
    bisbigliano maliziose parole
    alle margherite
    vestite
    di bianco. Spuntano le viole...

    A notte, le raganelle
    cantano la serenata per le piccole stelle.
    I balconi si schiudono
    perchè la notte è mite,
    e qualcuno si oblia
    ad ascoltare quello che voi dite
    alle piccole stelle,
    o raganelle
    malate di melanconia!

  2. Claudio M.

    Ottima storia su Ugo Betti. Il "pretore di Bedonia".
    Ti segnalo e ti invio la notizia qui contenuta in "Parma Today" che Ugo Betti fu calciatore nella prima squadra del Parma e ne fu sovventore e disegnatore della maglia crociata, che poi vidi nel centenario 2013 alla mostra sotto piazza Ghiaia.

    Aggiungo che dopo Betti, a Bedonia, venne un nuovo pretore: il dott. Radini. Padre dell'avvocato Emilio Radini presso il cui studio ho fatto la pratica legale e che a volte mi parlava di suo padre e di Betti.
    Radini fu premiato con il Premio Sant'Ilario nel 1990 dal Comune di Parma. Veniva anche a Bedonia -alloggiando all'Albergo San Marco- recandosi in municipio vecchia sede del padre pretore, inoltre amava andare al monte Penna, come suo padre.
    Pensa il mondo... e le coincidenze.

    Bravo, la tua maestra Maura è orgogliosa del tuo compito pluriennale di comunicazione storica e di consumo.

    Un caro saluto. Claudio

    P.s.
    Radini è vissuto più di cento anni ed era lucidissimo. Ricordo che andammo anche in via Trieste alla precedente ex pretura (secondo Piero Rizzi Bianchi).

  3. Alfredo Gatti

    Un Grazie a Gigi, per le bellissime pubblicazioni su personaggi di Bedonia, e un doppio grazie a Maria Pina, per la stupenda poesia.

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