Ritorno al futuro
E se un notiziario del 1988 ti scaraventasse in un passato che non è nient'altro che l'oggi e forse anche il domani?
Nel primo servizio si parlava del raddoppio dei binari della ferrovia Parma-La Spezia, quindi di una linea strategica per i pendolari e dei conseguenti investimenti atti allo sviluppo del comprensorio. Il secondo servizio illustrava una disgrazia appena avvenuta: "Incidente mortale questa mattina sulla strada per Chiavari, nei pressi di Pontestrambo, la Fiat 126 sfondava la fragile barriera di legno del ponte fino a precipitare nel greto del Taro e la mancanza di un guardrail regolamentare ha favorito l'incidente mortale". Ma non solo: "L'autogrù dei pompieri, intervenuta per recuperare il mezzo, mentre si dirigeva verso Santa Maria del Taro, è uscita a sua volta di strada precipitando per oltre una sessantina di metri". In allegato il video dei due servizi.
Sono passati trentaquattro anni (34 ANNI) e i problemi di allora sono gli stessi di oggi (GLI STESSI). Eccoli gli unici segni del tempo che nel frattempo sono mutati: la Festa dell'Unità, la Democrazia Cristiana e l'Assessore ai Trasporti della Regione Emilia Romagna Renato Albertini.
Ora avrei un desiderio, quello di salire a bordo della mitica DeLorean -la macchina usata nel film Ritorno al futuro per viaggiare nel tempo- e scrivere sul cruscotto la data in cui desidererei catapultarmi. Lì nel futuro mi tratterei solo per il tempo necessario, quello per assistere al notiziario di RTA del 2056 e raffrontare ancora una volta le notizie di quell'anno con quelle di inizio millennio e magari ascoltare il politico che sarà di turno ribadire: "Strade? Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade!".
Ringrazio per la gentile collaborazione Gian Luigi Bazzani di RTA-VideoTaro.
Ha collaborato a questo post:
E' la tipica espressione di incompetenza e di arroganza di una classe politica dilettantistica che ci ha rappresentato dal dopo guerra ad oggi. Nessuno escluso, la memoria ci è da garante.
34 anni passati invano... la Pontremolese è ancora lì in attesa di sviluppo se non agonizzante...e si continua a morire cadendo giù da un ponte con le ringhiere marce...sulla stessa strada...che infinita tristezza
Fare di ogni erba un fascio non è forse la migliore soluzione: ne’ dal punto di vista morale ne’ da quello sociale. Ognuno di noi dovrebbe contribuire, per quello che gli è possibile, al miglioramento della qualità della vita della nostra valle. Con passione, con capacità partecipando a tutto quello che può migliorare il nostro futuro senza altro fine se non il benessere di tutti. Le guerre, soprattutto quelle postume , aprono nuove ferite e non rimarginano le vecchie. Insieme dovrebbe essere la parola d’ordine, mi pare che ancora oggi invece predomini , contro.
Gigi, da Zemechis a Grignani il passo è breve!
E' questo il treno che viene e va
un nuovo treno che binari non ha
copre distanze che conosco di già