Perché Borgotaro?

La scrittrice greca Dimitra Eleftheriou ha scelto Borgotaro per trascorrervi qualche giorno, vediamo il motivo che l'ha spinta a prendere quell'aereo
L’articolo che seguirà è nato da una circostanza veramente curiosa e inaspettata, incontrando una persona che nemmeno conoscevo e che per la prima volta si recava a Borgo Val di Taro. Dimitra Eleftheriou è nata e vive ad Atene. È poi bastato poco, il tempo di un caffè, per riconoscere in lei una coinvolgente giovialità e una sorprendente predisposizione a conoscere più a fondo i nostri luoghi, le persone che lo abitano, comprese quelle che non ci sono più, ma che lo hanno reso culturalmente "interessante".
È una scrittrice di talento e una buona osservatrice, caratteristiche fondamentali per invitarla a scrivere di “noi”, forse un banale pretesto per appropriarsi di quella recondita percezione che hanno i turisti quando giungono in valle.
G.C.


"Perché Borgotaro?", mi ha chiesto un amico italiano che abita vicino ad Ancona.
"Dov'è Borgotaro? ", mi ha chiesto un altro.
"Ma vieni a trovare noi! Perché vuoi andare in un borghetto?!", mi ha chiesto un altro ancora.
“Perché, perché, perché? Forse perché l'ho visto sulla mappa… e il nome Borgotaro o Borgo Val di Taro mi ha parlato? ".

Mi chiamo Dimitra, sono un'insegnante d’inglese e una scrittrice. Vengo da Atene, Grecia.
Il mio primo romanzo Anamnises and Efialtes è già stato pubblicato in greco e presto uscirà anche in inglese. Sono così esaltata. Sto scrivendo il mio secondo libro e sto pensando di ambientarlo da qualche parte in Italia. E se così farò, dove in Italia? Quindi, perché Borgotaro? Perché no?!

Era qualcosa che avevo pianificato da due anni. Avevo preso i biglietti aerei per marzo 2020. Lockdown... e così ho perso i biglietti, i soldi e soprattutto l'occasione!
Marzo 2021: Lockdown ancora! Niente da fare.
Marzo 2022: Sì!!
Biglietto: da Atene a Bologna. Poi ho preso il treno per Parma poi da Parma a Borgo Val di Taro.

Così eccitante! E poi eccomi lì, verso le sei di sera... in piedi davanti alla stazione di Borgotaro... non c'era nessuno, solo un autobus dall'altra parte della strada.
Il GPS del mio cellulare indicava che la camera che avevo prenotato era un po' troppo lontana per andarci a piedi, troppo lontana per le piccole rotelle della mia valigia. Quindi, sono andata verso l'autobus e il suo autista. Ha aperto la portiera e mi ha guardata. Non parlava l'inglese e nemmeno me lo aspettavo.
Gli ho mostrato la mappa aperta sul mio telefono.
"È troppo lontana da qui", mi ha detto (parlava in italiano, ma in qualche modo capivo).
"Taxi. Arriva…", mi disse, indicandomi la postazione dei taxi.
"Va bene", pensai, "allora aspetterò che arrivi il taxi."
Niente.
Passarono una decina di minuti, dopodiché ho pensato: "E vabbè.  Vado a piedi". E così ho iniziato a tirare la valigia verso il ponte sul fiume Taro. Bel posto, molto tranquillo eppure allo stesso tempo sembrava vivace. Belle case, le persone... sembravano OK.
E poi, all'improvviso, ecco l'autobus! Si stava fermando accanto a me. Ho guardato l'autista e lui mi ha invitata a salire. C'era anche un altro signore a bordo e l'autista gli ha detto qualcosa su di me e il posto in cui avevo una camera. In qualche modo siamo riusciti a farci capire! L'altro signore mi ha detto qualcosa in italiano, tipo: "Non aver paura", ma a dire il vero, non ne avevo.
L'autista mi ha detto che mi avrebbe accompagnata - e lo ha fatto! Mi ha portata davanti al mio albergo! In autobus. Che bella sorpresa. La camera era perfetta.

Così, sono uscita per cenare ma... altra sorpresa... era tutto chiuso! Ho chiesto a una signora dove avrei potuto trovare qualcosa da mangiare. Mi ha consigliata l'unico bar aperto tutto il giorno e ci sono andata. Niente, tranne della focaccia – e tequila! Mi sono ubriacata – sono tornata alla mia camera e sono crollata.

Il giorno seguente ho pensato che avrei dovuto incontrare Gigi. Durante le mie ricerche sul luogo avevo scoperto il blog Esvaso.it. Mi piaceva il modo in cui Gigi scrive di questo posto e la sua gente. Mi piaceva la grandezza della semplicità. Sono andata dall'Immobiliare Valtaro e ho chiesto a una signora gentile di avere il suo numero di telefono.
E l'ho incontrato, insieme a Octavia, al bar che, secondo Gigi, serve l'espresso più buono.
Era come se ci conoscessimo. Abbiamo riso e scherzato, abbiamo parlato del posto e della gente e ci siamo raccontati l’un l’altro -è stato fantastico.

Il giorno dopo sono andata a Bedonia. Un posto bellissimo, però mi ha dato l'impressione che avesse visto dei giorni migliori. Troppo cemento per un posto così piccolo, pensai. Ma, attraverso il mio sguardo da turista, tutto sembrava bellissimo. Ho scattato delle foto meravigliose.

Era ora di tornare a Borgotaro. Anche stavolta, niente taxi... Ho chiamato il numero appeso vicino al Ristorante Mellini, ma una voce registrata mi ha detto che avevo sbagliato numero.
Quindi sono andata al bar di fronte dove c'era della gente che mi aveva osservata mentre cercavo un taxi ed erano tutti pronti ad aiutarmi. Uno dei signori era l'amico dell'autista dell'autobus!
Che coincidenza! Rivederlo l'ultimo giorno del mio soggiorno. Hanno detto che sapevano che stessi aspettando un taxi e il signore si ricordava di me. Mi hanno trovato un taxi.
L'ospitalità e la gentilezza delle signore del bar e i grandi sorrisi dei signori erano tanto inaspettati quanto graditi.

Sulla strada di ritorno ho visitato Pieve di Campi un'ultima volta. Mi sono sentita sopraffatta dalla tranquillità del luogo. Ho reso omaggio alle persone che sentivo di conoscere. Persone che avrei voluto conoscere.

Il mio ultimo giorno a Borgotaro era... silenzioso. Stavo assorbendo tutto. Ogni aspetto della mia visita di quattro giorni mi era piaciuto tantissimo. E mi sono sentita parte di un posto in cui non ero mai stata prima. E mi è piaciuto tanto parlare con questa gente, far parte di questa grande semplicità che Gigi descrive nel suo blog. Borgotaro è la sua gente. Cordiale e aperto, con sorrisi e occhi luminosi, che ti scaldano il cuore.

Perché Borgotaro? Beh, ecco perché!
Tornerò presto.

Grazie, Gigi, per aver accettato di incontrarmi e per avermi dato l'onore di scrivere per il tuo blog Esvaso e grazie ad Octavia per aver tradotto il mio testo dall'inglese all'italiano.

Con rispetto, Dimitra.


9 Commenti
  1. Marco Moglia

    Quando Gigi, inaspettatamente, mi ha chiesto di commentare gli “appunti del viaggio” a Borgotaro della scrittrice greca Dimitra Eleftheriou, ho istintivamente raccolto l’invito con entusiasmo.

    Ora che sono in procinto di scrivere queste righe, mi accorgo che è più complesso del previsto e le parole tardano ad arrivare, forse a causa di un dubbio che mi assilla: a quale titolo posso commentare, o semplicemente affiancare, il pensiero di una scrittrice di talento come Dimitra? E poi, è corretto che il mio commento “contamini” la storia che ci ha raccontato Dimitra?

    Del resto, Lei ci ha trasferito il “Suo” ricordo di Borgotaro e dovrei limitarmi ad apprezzarne la genuinità e a farne tesoro.

    Ma ho preso un impegno e vinco la titubanza.

    In coerenza a quanto premesso, dunque, il mio non è un commento a quanto scritto da Dimitra – che ringrazio per la felice testimonianza – ma una suggestione personale suscitata dal suo narrato.

    Del suo racconto mi ha rapito una frase: “… mi sono sentita parte di un posto in cui non ero mai stata prima”, e la rassicurazione ricevuta da un borgotarese: “Non avere paura”, sebbene ella non fosse impaurita.

    Confesso che anch’io oggi, a distanza di circa otto mesi dal mio insediamento da sindaco, ho scoperto una Borgotaro che non conoscevo, nonostante vi sia nato e vi abbia trascorso buona parte della mia vita.

    Borgotaro ti accoglie e non ti giudica, se cadi ti porge la mano, se ti ferisci ti cura, se piove ti porge l’ombrello, se la chiami ti risponde, e, sforzandomi di trovare l’immagine plastica più appropriata, se ti fermi ti trascina.

    Ti senti abbracciato uno accanto all’altro e se l’inciampo incombe la Comunità ti sostiene e sei trascinato, come lo sono le foglie in balia della corrente.

    La corrente, appunto, una forza naturale delle donne e uomini borgotaresi alimentata dall’orgoglio dell’appartenenza a una terra solidale e coraggiosa, proiettata verso nuovi orizzonti, vicini, lontani, ignoti, ma sempre conquistati col sorriso e il sacrificio.

    Allora caro Gigi, se anche a me chiedi “Perché Borgotaro?”, ti rispondo “Perché Borgotaro ti trascina!”.
    Grazie per la felice opportunità!

    Marco

    P.S.:
    Cara Dimitra, ti aspettiamo presto a Borgotaro, magari da tarda primavera, così troverai tutti i locali in piena attività …

  2. Bettina

    Perchè Borgotaro.... e perchè no!!! Si pensa che un piccolo borgo di provincia non possa attrarre uno straniero senza radici o connessione alcuna al luogo, ma Dimitra sembra una persona interessata alle persone ed i luoghi non scontati. Le è bastato il nome e la via... sono sicura che abbia captato l'anima della valle e dei suoi abitanti.

  3. Roberta

    Signora Dimitra ,
    dopo aver letto il suo articolo in tono romanzesco ( emerge la capacità di trascinamento alla frase successiva ) sono a chiederle una piccola/grande cortesia ( in Italia si dice che la curiosità è donna ) se riesce a mostrarci le fotografie che ha scattato nei nostri paesi. Sono curiosa di vedere cosa ha colpito il suo occhio abituato alle bellezze greche. Grazie e la aspettiamo anche qui al tavolino per un buon caffè bedoniese

    Roberta da Bedonia

  4. Daniela Toaldo

    Buongiorno Dimitria, nel suo passaggio a BORGOTARO non ho avuto il piacere di conoscerla, ma sicuramente confermo la sua reazione nel trovarsi piacevolmente in queste valli.... io sono di origine genovese, sono venuta su con un amico circa 30 anni fa ad aprire un'attivita' anch'io di bar ristorazione, e da quel giorno mi sono insediata nella valle comprando casa, aprendo diverse altre attività e ringraziando tutti per avermi accettato bnel paese proprio come una di loro.

    Si.... si sta molto bene, a Borgotaro come pure a Bedonia abbiamo dei scorci bellissimi da visitare, a volte anche sotto valutati, ma sicuramente di valore storico culturale... si vive in tranquillita', ma nella nostra piccola realta' si ci conosce tutti e tutti sono sempre disponibili e affettuosi nell'aiutare gli altri.... io con il mio lavoro devo tutto a loro...

    Ho appena aperto una nuova attività in paese perche' credo in questa zona e credo che pur essendo un paese distaccato dalla città, abbia tanta potenzialità sul turismo e gastronomia tanto curata e seguita dalle tradizioni stesse.... spero di riaverla fra noi presto per esplorare meglio la zona... a presto

  5. Sonia Carini

    La curiosità porta sempre a trovare le giuste vie d’uscita. Borgotaro è stata una di queste mete.
    Questa pandemia, anche nel mio caso, mi ha impedito non solo di viaggiare ma anche di lavorare come avrei voluto. La giusta ricompensa potrebbe essere un bel viaggio, persino a Borgotaro chissà, e vivere come la signora Dimitra una insolita esperienza, non dico da Far West con tanto di tequila e notti crollate addosso, ma da parmense (di nonni) quale sono, e conoscere meglio e più da vicino questa celebre “capitale” del fungo (anche a Londra si trovano in menù i risotti riconducenti a questo territorio). Evadere è meraviglioso: camminiamo, buttiamoci, vagabondiamo esattamente come emerge dall’affascinante “bollettino di viaggio” della signora greca. Sono i sogni nel cassetto i più belli da liberare.

  6. LUCIANA BERTORELLI

    E' bellissimo quel che scrive dei nostri paesi Dimitra !
    E' come vederci in uno specchio magico che mette in luce solo le cose belle...
    E allora prendiamo spunto da questo e ognuno di noi faccia il possibile per preservare e incentivare le peculiarità del nostro territorio.
    Ci vuole solo coraggioI
    E soprattutto è vietato dire: ..." ma può cominciare quello là...p erchè devo sempre essere io il primo? ...ecc ecc."

  7. Lorenza

    Complimentissimi a Dimitra ma anche al sindaco di Borgotaro

  8. Benedetta

    Non solo agli occhi di Dimitra la Valtaro appare magica, una bella e sentita visione quasi surreale ma viva, limpida e immobile come la montagna è; mi permetto di sottolineare che, anche se con occhi più “vicini”, sia ben più semplice chiacchierare, incontrare un sorriso, scambiare uno sguardo, rispondere ad un buongiorno o una buonasera "sconosciuti" qui, tra i piccoli borghi, che in altri paesi della Bassa o a pochi chilometri in città. Il resto è il valore del tempo.

    Complimenti Dimitra perché in queste parole è racchiusa l’essenza della montagna e soprattutto complimenti Sindaco che attraverso la sua operosità, intraprendenza, attività, cultura… credo sia il miglior trascinatore e modello per i propri cittadini, la sua squadra, i colleghi e per il territorio intero.

    Sono sempre passione e forza di volontà a fare la differenza.
    Grazie Gigi, sempre bello entrare nel tuo mondo.

  9. Dimitra

    Grazie per le tue gentili parole.

    Un grazie di cuore al Sindaco e, naturalmente, a Gigi

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