Gino Tagliavini

Dopo 65 anni trascorsi dietro al bancone del suo negozio di alimentari, Gino ha passato la mano
Gino Tagliavini, dopo 65 anni dietro al bancone del suo negozio di alimentari, dopo aver affettato migliaia di salami, di prosciutti, di mortadelle, dopo giornate fatte di 16 ore di lavoro in piedi, sempre in movimento, ha passato la mano.

Lo ha fatto con il suo solito stile, senza troppi fronzoli, in maniera concreta: ha ceduto il suo ponte di comando, senza cambiare troppe cose, ad una coppia, una coppia che ha sostituito lui e sua moglie. Di questi tempi, a 81 anni suonati, con la famiglia sistemata, avrebbe tranquillamente potuto chiudere la serranda, senza destare nessuna critica, senza nessuna conseguenza. Anni di duro lavoro instancabile e perenne, il fiuto e l'innegabile l'oculatezza negli affari, gli consentirebbero una pensione dorata. E invece no. Ha lanciato una nuova sfida, per non veder finire il suo sogno imprenditoriale, per dare nuova vita al suo "magazzino".

Ha tenuto duro, finché non ha trovato chi gli garbava, chi voleva accettare la sua sfida al commercio; sempre alla sua maniera. E si, perché Gino Tagliavini parte da lontano. Dal lontano 1945, a soli 16 anni, con i fucili della Seconda Guerra Mondiale ancora caldi. Con il fratello e la madre decisero di prendere in affitto questo locale, ormai divenuto storico, di iniziare un'avventura di commercianti alimentari, proprio nel dopoguerra dell'Italia di provincia, povera e distrutta in tutto.

Il suo ricordo dei tempi é ben lucido: "I libretti, quelli in cui si segnavano gli acquisti, si accatastavano dietro al bancone; 30, 40, 50... chi li contava più? Ma la gente era onesta, capiva la situazione di tutti: appena poteva, appena era in grado, pagava. Magari per poi aprire un altro libretto, un altro conto. Ma così facendo, si tirava avanti, tutti insieme".

Non mancarono i momenti difficili, tantissimi, come quando nel 1958, la voglia di scappare all'estero, per tribolare meno, si fece forte: "Mia madre mi pregò di aspettare qualche giorno ancora, prima di andare via. Ogni giorno, mi disse, riusciva a risparmiare 500 lire, 175.000 lire all'anno. Aspettai, non ci dormii di notte. Poi, un giorno, mi svegliai senza più dubbi, con la convinzione di farcela, di tirare avanti, ad ogni costo. Mi dissi che avremmo dovuto risparmiare 1.000 lire al giorno. E poi di più, per cercare di creare una bella e solida impresa. E così fu".

Nel suo negozio, nel negozio che ora altri porteranno avanti, era ed é rimasto un piacere trovare le cose emiliane e liguri più buone; come nel caso della sua famosa mortadella o del merluzzo sotto sale. Era, e resta, per lui un piacere, una specie di missione, un dovere interiore, tenere aperto tutto l'anno, domeniche, feste, Natali e Pasque comprese. Essere al servizio del cliente, ad ogni ora: "Il mio sogno era quello di aprire un macello suino, di fare la stagionatura, di produrre salume di alta qualità a Borgotaro. Purtroppo le tecnologie dei tempi ci consentivano di produrre delle ottime salsicce, dei sanguinacci unici, della soprassata rinomata, per non parlare dei cotechini. Ma le coppe, i culatelli, i salami, i pezzi più pregiati, visto il clima, si faceva fatica a produrli nel modo migliore". E così, il nostro commerciante imparò a "mixare", in modo incredibile, i sapori da lui prodotti, nel laboratorio che nel frattempo aveva attrezzato nell'edificio antistante al negozio, con le prelibatezze italiane. Senza mai perdere di vista la convenienza per i clienti. E il futuro, come lo vede questo ragazzo, ancora entusiasta, di "soli" 81 anni? "Per un paio di mesi affiancherò i nuovi gestori, per passargli le consegne nel modo migliore, per cercare di far stare bene loro e i clienti che mi hanno sempre dato fiducia. Poi, mi dedicherò alla sistemazione dell'edificio che é davanti al negozio. Voglio valorizzarlo, mi dispiace vederlo andare a pezzi. Purtroppo, ho qualche problema a far capire all'Amministrazione Comunale come vorrei recuperarlo, cosa vorrei realizzare. Ma non dispero. Nei prossimi giorni, con un po' di amici, ho intenzione di andare a parlare con il Sindaco, per spiegargli le mie ragioni".
Sorride un attimo, poi replica ancora: "A 80 anni non possono negarmi di spendere i denari guadagnati con il duro lavoro, pagando tante tasse; non possono negare di pensare ad un futuro per i giovani di Borgotaro. Non penseranno che io lo faccia solo per me, a 80 anni suonati!"

In tempi in cui tutti tirano i remi in barca, Gino Tagliavini, classe 1929, ha ancora voglia di imprendere, di investire, di creare. Di smuovere le acque, un po' troppo frenate e imbrigliate, della vita imprenditoriale di Borgotaro. Ha voglia di fare un po' come nel lontano 1945, quando il coraggio e una volontà di ferro, alle fine, furono ripagati.

Le immagini dello storico negozio



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