Cronaca di un successo annunciato
Una delle escursioni più frequentate e preferita dagli escursionisti è senz'altro quella del rio Gorotta
Sono le nove del mattino, di un giorno infrasettimanale d’agosto, ma per trovare parcheggio è già tardi. Una ventina di auto sono disposte alla bene meglio, mentre una cinquantina di persone, equipaggiate di tutto punto, sono tutte dirette verso il sentiero che congiunge l’abitato con il bosco, per poi giungere alle ormai famose cascate originate dal rio Gorotta… una più emozionante dell’altra.
Fortunatamente, una volta distribuiti i vari escursionisti attraverso i sentieri, la tranquillità di quei luoghi è rimasta indenne, così come quel momento magico quando ci si trova al cospetto del salto dell’acqua e al suo laghetto.
La domanda è quindi d’obbligo: ma chi l’avrebbe mai detto che questo luogo, fino a qualche tempo fa dimenticato da Dio, diventasse una meta desiderata da così tante persone? Eppure questa è solo una delle tante realtà naturalistiche, ormai sono diverse quelle sparse in Valtaro-Valceno, divenute ambite mete turistiche.
Questa popolarità, questo successo, è senza dubbi da attribuire alle guide di Trekking Taro Ceno e a Emanuele Mazzadi, alla collaborazione “laboriosa” dei componenti di Vallinbici e al libro-guida di Gianmarco Bozzia “Fiumi, Sentieri e Cascate”.
* In allegato il file PDF con la mappa dettagliata del percorso. PDF - La mappa del percorso
C’è solo da augurarsi che chiunque voglia avvicinarsi a queste meraviglie lo faccia con senso di responsabilità
È proprio così anche per la frazione di Roncole e la Cascata del lecca, Bardi PR & Ravezza del Lecca & Cascata delle Aquile ad Agosto non si riesce a trovare parcheggio. Tante famiglie, tanti bambini tanto entusiasmo.
Un ringraziamento va dato anche agli abitanti dei Bruschi di Sopra che qualche anno fa hanno pulito il sentiero che porta alla cascata più alta e tracciando il sentiero con i primi cartelli e segnaletica
Un grazie speciale anche a Riccardo, Alfredo, Mauro e Diego che tengono pulito il paese.
Paesaggi suggestivi e rigeneranti, grazie al lavoro di tanti, mi permetto anche di sottolineare la tua costante ed imprescindibile divulgazione territoriale, ora sono luoghi più vivi che mai;
confermo le tue parole, è così da inzio estate dalla Val Ceno all’alta Val Lecca, tanti tantissimi ordinati villeggianti e turisti alla scoperta di queste oasi di pace e bellezza.
Complimenti a TUTTI i volontari che con il loro operato ci permettono di conoscere meravigliosi angoli delle nostre Valli
Grazie mille Gigi! È una soddisfazione grande!
Dovrei fare un post sul post... per parlare di tutti quelli che hanno collaborato a rendere realtà un pensiero che avevamo in tanti da anni. Io mi attribuisco orgogliosamente una piccola parte di merito, ma che dire di Lodovico Molinari, della amministrazione comunale, di tutta ASD Vallinbici, in primis il nostro numero uno Massimo Zecca (famiglia Pansetta tutta schierata nelle opere di sistemazione...), di altri volontari, ovviamente di Emanuele Mazzadi... che ha, oltre che lavorato manualmente, trovato tutte le vecchie vicinali a uso pubblico che sono state fedelmente riaperta nel loro percorso originale, e anche mente di tutto il sistema di tracciatura e di altre idee che verranno, speriamo, realizzate... e soprattutto...DEGLI ABITANTI DEI BRUSCHI DI SOPRA!!! con cui come Vallinbici, in compagnia degli alpini di Bedonia, già l'anno scorso avevamo pulito un bellissimo sentiero che dai Bruschi porta all'Orocco... che ora percorriamo con le mtb (a scendere...a salire meglio ebike...) e poi della vechia strada che dai Bruschi porta a Caneso... (in attesa di finire il lavoro in modo di renderla percorribile anche a chi ha meno capacita tecnica in mtb).
E ora finalmente con il loro aiuto, e consulenza, siamo riusciti a riaprire le vie di accesso a questa piccola gemma del nostro territorio... questo anche seguendo la spinta che l'amico Cacciatore di Cascate (Gian Marco Bozzia) ci ha dato con la sua attività social e col suo libro... poi per me, Emanuele, ed altri, è stato anche un modo per rendere omaggio a persone che non ci sono più, io penso ovviamente a mio padre... ma poi insieme pensiamo al Maestro Giannino Agazzi... che ha portato tanti di noi a vedere queste bellezze quando i sentieri erano già chiusi e facevamo strade a dir poco... impervie... e allora oltre alla bellezza riscoperta aggiungiamo una sorta di riconoscenza orgogliosa... pensando che in fondo saranno contenti che siamo riusciti in qualcosa che qualche tempo fa non si era maturi per fare.
Ora come diceva qualcuno più sopra... si raccomanda un uso consapevole... ma si raccomanda anche una collaborazione fra tutti... non basta dire... non lasciate rifiuti... non sporcate... non rovinate... bisogna di armarsi di volontà e aiutare a mantenere e se possibile migliorare senza aspettare sempre che siano gli altri a fare... buona Gorotta a tutti, sempre con attenzione, perchè comunque sono percorsi impegnativi, non è una passeggiata in centro... va affrontata attrezzati sia dal punto di vista tecnico che mentale, non è nulla di impossibile, ma l'umidità, i sassi, le radici, i sentieri impervi, raccomandano comunque una assunzione di responsabilità e di prudenza nell'affrontarli.
Spero a breve potremo anche mettere una cassetta per le offerte, per raccogliere qualcosa tutte le volte che qualche viandante passa, per poter avere fondi per mantenere puliti i sentieri, perchè ad ora è stato fatto tutto solo con un contributo dell'amministrazione comunale per alcuni piccoli attrezzi, ma a spese di chi ha perso tempo e utlizzato mezzi propri, ma il bosco e la montagna sono vivi e il lavoro non è mai finito... quindi poter contare anche su pochi Euro per qualche lavoretto sarà comunque importante...
Mi scuso per il pistolotto... ora mi ributto nella cascata della Ramarrina che l'altra volta ho fatto il bagno più sotto...
Frequento da anni la Val Taro ed è stata una piacevolissima sorpresa trovare il percorso tracciato in modo da poter arrivare in sicurezza alle cascate.
Ringrazio quindi tutte le persone che si sono adoperate per fare questo e soprattutto chi abita ai Bruschi perché non manca mai il loro saluto e una parola gentile
Ho scoperto i Bruschi Soprani e la Val Gorotta solo quest’anno. Ho percorso i vari sentieri, sapientemente restaurati, che collegano i Bruschi con Caneso ed Alpe; ho visitato tutte le splendide cascate del Rio Gorotta (almeno fino a quando i detriti delle cava soprastante il corso d’acqua me lo han permesso); ho camminato fra gli splendidi boschi di castagno che coprono questa strettissima valle ed ammirato i panorami mozzafiato (sul Taro e su Foppiano, altra frazione Bedoniese) che all’improvviso si aprono al loro interno; ho incontrato, e piacevolmente conversato, con i rari abitanti (più o meno stabili) di quella frazione (soprattutto Riccardo e suo figlio Diego) ed apprezzato il profondo rispetto ed amore che hanno per quei luoghi.
Le impressioni che queste visite mi han lasciate sono splendide, al punto che son tornato ancora ed ancora, portando anche amici in visita alle nostre valli. Per tutta la bellezza di cui ho potuto godere ed il piacere che ne ho ricavato, voglio ringraziare, dal profondo del mio cuore, tutte le istituzioni, gruppi e persone che sono state in precedenza menzionate. In primis, naturalmente, Emanuele, vero motore pulsante del cambiamento locale verso quadri di sviluppo più sostenibili e condivisi.
A mio parere, varie sono le lezioni che si possono trarre dal successo che questa esperienza sta evidenziando. Anzitutto, il fatto che la collaborazione fra entità pubbliche responsabili dello sviluppo territoriale (nel caso specifico, il Comune di Bedonia) e privati (singoli o associati) è strategico nel recupero e valorizzazione di risorse ambientali. Inoltre, che uno sviluppo armonico e (ambientalmente e socialmente) sostenibile non può prescindere dal coinvolgimento dei “portatori di interesse” locale, sui quali devono ricadere i benefici di quanto vien intrapreso sui loro territori.
Infine, che i tempi sono maturi per intraprendere processi di sviluppo locale alternativi a quelli tradizionali, nel tempo rivelatisi insostenibili e che han portato all’abbandono e dissesto della montagna e dei nuclei abitati che nel tempo si erano su di essa fondati. L’eco-turismo, fatto in modo intelligente e non invasivo, è uno di questi.
Constato, con piacere, che già le GAE stanno iniziando ad organizzare escursioni in zona. Perché non allargare il cerchio e proporre pacchetti turistici di più giorni che includano visite ad aree limitrofe ed altre amenità in esse presenti (tipo miniere di Santa Maria) e che coinvolgano strutture di alloggio e ristorazione locali? La nostra montagna ha estremo bisogno di proposte di sviluppo diverse e che già hanno dimostrato di poter dare frutti durevoli e di tutto rispetto in altre zone geografiche, sia Italiane che non. Food for thought per amministratori locali e per tutti coloro che vorranno mettersi in gioco su questa complicata ma affascinante tematica, cruciale per lo sviluppo futuro delle nostre amatissime valli.