La panchina del Penna

È nata in questi giorni una diatriba sulla collocazione di questo manufatto e relativi confini di appartenenza
Certo che ne è uscito proprio un bel vespaio. Il contendere è nato a quota 1.735 metri, sulla cima del monte Penna, quella che noi tutti conosciamo perché ospita, dal lontano 1937, la statua della Madonna di San Marco, patrona delle Valli del Taro e del Ceno. Oggetto della diatriba è una panchina in ferro e legno, “spuntata” nottetempo, proprio sul pianoro del Pennino, posizionandola (è ancorata a terra) senza le attinenti autorizzazioni, poiché la zona è vincolata dal testo unico su beni culturali (autorizzazione Soprintendenza) ed è anche area "SIC" (Sito di Interesse Comunitario).

C’è chi è a favore “ma che fastidio può dare?” e chi contrario “è fuori luogo, inopportuna e inadeguata al contesto!”. Personalmente sono contrario, perché se qualcuno ritenesse la necessità di aggiungere anche un tavolo e un gazebo, magari per rendere la sosta più invitante, la condizione conservativa di un determinato luogo risulterebbe vana. In questo caso, l’iniziativa, ricondurrebbe a “ricordo” di un ragazzo recentemente scomparso ed amante di quel posto specifico. Fatta salva la benevola e amorevole finalità degli amici, divulgata anche su Facebook, risulta comunque un’opera abusiva e di libero arbitrio.

Un’altra controversia è quella relativa all’appartenenza territoriale amministrativa, poiché tutto è nato da un articolo del quotidiano ligure Il Secolo XIX, dove il Sindaco di Santo Stefano d’Aveto, supportato dal Parco dell’Aveto, ne imponeva la rimozione: “Perché se ne occupa Santo Stefano quando il territorio appartiene al Comune di Tornolo?” e quindi “No, non è vero! Sì, è vero!”.

Per fare chiarezza abbiamo verificato il confine di quel punto (effettivamente sono in gioco pochi metri tra i due confini) e l'operazione è stata fattibile sovrapponendo la mappa catastale (Foglio 1, Mappale 5 del Comune di Tornolo - vedi allegati) con la visione aerea dell’area, ma, al di là del Comune di pertinenza -apparentemente è quello di Tornolo- la sostanza non cambia.

In occasione di questa ricerca, è emerso anche un curioso particolare, ovvero il frazionamento del luogo. Fino a qualche tempo fa, tutta l’area del “Pennino” era di proprietà dell’Istituto Diocesano di Piacenza (ex Mappale n° 5), poiché subentrata alla Parrocchia di Santa Maria del Taro.
Nel 2020 è stata frazionata e successivamente ceduta ad un privato cittadino. Per meglio capire: la cima e l’area circostante è rimasta dell’Istituto Diocesano, mentre le rocce, quelle fronte Trevine, a quota 1.700 metri circa, sono ora di proprietà privata.
In allegato la mappa con i nuovi confini.

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Le immagini della panchina e dei confini territoriali



23 Commenti
  1. Daniela

    E' scusabile a capibile il gesto degli amici ma hanno sbagliato a non chiedere un parere.
    Per non vanificare il gesto si potrebbe posizionare in un' area sosta-picnic o in una zona consentita sempre sul Monte Penna

  2. Gianluca B

    Non c'è verso, non ce la si fa... si deve metter sempre dappertutto un segno umano... non ce la facciamo proprio... miserabile...

  3. Gio'

    La panchina non è assolutamente adatta al luogo non essendo propriamente un arredo montano. Tuttavia a favore posso dire che male non sta. M’auguro solo, se la lasceranno, ch’essa vada sottoposta a periodica manutenzione perché lassù tra pioggia e neve i materiali deteriorano facilmente. Viceversa resterebbe come una zozzeria umana delle solite. Certamente è diventata una panchina famosa

  4. Anna

    Tante storie per una panchina, che viene sempre bene e per i confini tra due comuni, mentre costruiscono abusivamente e ci sono guerre per confini ben più problematici.

  5. Davide Biganzoli

    Anna, certo è solo una panchina e da quello che ho capito è in ricordo di un ragazzo amante del luogo. Per i suoi amici sicuramente sarà stato un momento toccante e intimo. Però magari bastava sentire gli organi preposti e si poteva trovare un altra soluzione condivisa e paesaggisticamente integrata. Purtroppo così si crea un precedente e ahimè gli organi preposti sono costretti ad intervenire.

  6. Virgy

    Sinceramente,con tutto l'abusivismo che c'è sul Penna,mi sembra eccessivo fare tanta fiera per una panchina.

  7. Maurizio Serpagli

    La panchina è stata smontata oggi, quindi di conseguenza speriamo finiscano tutte le polemiche pro e contro. Devo dire che, dopo la dura salita, era molto comoda, con un panorama bellissimo, però esteticamente stonava molto.

    P.s.
    Chi l'aveva messa, la stava smontando, verso le 14.30

  8. Maria

    La Panchina oggi è stata rimossa 😢😢😢😢 (qualcuno ha scritto.....)
    Così siete tutti Felici. Che Dio vi Benedica M........i.

  9. Cristina Delnevo

    Siamo quasi in otto miliardi su questa terra, ognuno con la sua opinione sacrosantissima. Per i famigliari e gli amici del ragazzo che si voleva ricordare, l' averla tolta è una bella mazzata. Per chi pensa che la montagna sia sacra nella sua purezza era un mostro assoluto da togliere.
    A me piaceva e quando salivi, ti potevi riposare contemplando un panorama stupendo che guarderemo ugualmente ma ci ricorderemo per sempre della panchina di Alex e dell' intento dolcissimo e nobilissimo di chi l'ha voluta portare fin lassù come disse Michelangelo "per appressarm' al ciel donde io derivo"

  10. Gigi Cavalli

    Cristina, capisco bene il tuo punto di vista, soprattutto umano. Però esistono delle regole e andrebbero rispettate. Il fatto che sia stata tolta dalle stesse persone, fa intuire che, forse, hanno capito di non aver seguito la prassi. In ogni caso la panchina "ricordo" può essere lasciata sul Penna, magari presso uno dei due rifugi, l'intento non saremmo sminuito e tanto meno reso vano.
    Colgo anche l'occasione per ringraziarti ancora per la foto di copertina.

  11. Romano

    Faccio un'altra proposta, propongo di lasciare sul monte Pelpi una piscinetta sulla cima, così chi arriva dalla croce tutto sudato si fa un bel bagnetto rinfrescante. Se poi qualcuno vuole aggiungere un piccolo bar di legno se ne discute assieme.

  12. Benni

    Capisco benissimo le motivazioni che hanno spinto questi ragazzi nell'istallare la panchina... e sicuramente ci tenevano particolarmente perché la risalita con una panchina in spalla non dev'essere stata facile...purtroppo però la cosa avrebbe creato un precedente, a mio avviso, ingestibile perché nei nostri comuni credo siano moltissime le persone che vedono nel Penna il "posto del cuore" e quindi con il corso degli anni man mano che viene a mancare una di queste persone gli amici avrebbero il diritto di istallare un simbolo sulla vetta creando così in pochi anni una giungla di ricordi rovinando il posto a cui tutti siamo affezionati alterandone l'aspetto... sul bello o brutto credo sia sempre una questione soggettiva

  13. Stefano

    Io, che odio il caldo ed il sole, proporrei di realizzare apposita pensilina per l'ombra e per ripararla dal mal tempo.
    Poi che venga dipinta di rosso e la si renda, visto l'andazzo, un simbolo contro la violenza alle donne.
    Poi che nel paese dell'abusivismo e della cementificazione selvaggia una panchina in quota possa creare problemi ... bha! 🤔

  14. PK

    Quindi se io domani voglio mettere un tavolino a ricordo di un amico posso? poi Tizio mette un barbecue a ricordo di un suo parente, Caio mette una poltrona da giardino a memoria di un suo conoscente, Sempronio per rimembrare le gite in compagnia di chi non c'è più mette un gazebo?

    così per sapere, poi ci facciamo il centro espositivo della BricoOK

  15. Emanuele

    Un bella notizia che sia stata smontata, soprattutto se a prendersi cura dello smontaggio sono stati gli stessi autori: un bel gesto di responsabilità.
    Non si tratta infatti del perché la panchina è stata installata (motivo davvero bello).
    Il fatto è che se tutti ci sentiamo autorizzati a disporre di un ben comune (le nostre vette, il paesaggio) come ci pare, a breve potremmo avere sulle vette (sempre in nome di nobili motivi):

    > poltroncine/divanetti
    > tavoli da picnic
    > gazebi/pergolati
    > bar-chiringuito
    > strade asfaltate/cementata per agevolare la salita
    > seggiovie
    > targhe ricordo di amici/imprese epiche
    A quel punto il Penna ci piacerebbe ancora? Avremmo salvaguardato la nostra vetta più importante?

    Non ultima c'è la questione normativa:
    > i crinali dell'Appennino sopra i 1.200 metri di altitudine sono tutelati ex D.Lgs 42/20024 Testo Unico sui Beni Culturali e quindi gli interventi devono passare per l'autorizzazione non solo del comune, ma anche della Soprintendenza ai sensi dell'art. 142, comma 1, lettera D.
    Questo per evitare che chiunque possa fare quello che vuole su aree molto importanti.

    > La vetta del Penna, versante Emilia-Romagna fa parte del SIC IT4020007 del Monte Penna, Monte Trevine, Groppo e Groppetto
    https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/rete-natura-2000/siti/it4020007

    > La vetta del Penna, versante Liguria fa parte del Parco Regionale dell'Aveto
    http://www.parcoaveto.it/

    In ogni caso, bravi coloro che hanno avuto l'idea, che hanno capito che forse la panchina può essere collocata in un luogo più idoneo.

    Buon Penna a tutti!

  16. Cristina Delnevo

    Caro Gigi, se sono gli stessi che l' hanno messa a tirarla via, mi sembra di vederli, con la coda tra le gambe e la mestizia nel cuore che se ne tornano lassù a riprendersi la famosa panchina, consapevoli del polverone che hanno creato con il loro ormai famoso gesto, così scomodo (ma non è vero era comodissima) per tutti gli enti tirati in ballo e per chi vuole la montagna così com'è, nuda e cruda. Giustizia è fatta, l'ordine ripristinato, il corpo del reato finalmente tolto ma resta l' amaro in bocca di chi ci vedeva il sogno, forse l' illusione di non rassegnarsi a una grave perdita. La dura legge della vita contro la dura legge dei decreti e la legge del cuore? La Madonnina del Penna, guardando tutto questo andirivieni di persone avanti e indietro, sorniona e bonaria sembra di vederla sorridere.

  17. Leon

    Cristina, probabilmente chiedendo i dovuti permessi ed adeguando lo stile alla montagna, non ci sarebbero stati problemi. Il punto non è la panchina in sé, ma il fatto che se ognuno facesse ciò che ritiene giusto senza nessun limite o permesso, qualcuno potrebbe portare in cima qualsiasi cosa

  18. Stefania

    Vista Cevedale 2700 mt... le Dolomiti sono piene di panchine.... e qui una polemica assurda per una sul Penna...

  19. Paolo Muratori

    Va rimossa!!! Se ognuno fa ciò che gli piace o vuole ci potremmo piazzare anche una piastra per le grigliate

  20. Nicola Cattaneo

    Viva il Penna. Anche se il turismo di massa che lo ha raggiunto e lo sta invadendo non piace a tutti, ma i monti sono di tutti, solo che le regole esistono e vanno rispettate e va anche aggiornata e rinvigorita forse la presenza di chi controlla... perchè in effetti di "abusivismo" vario ce ne è davvero tanto, e trovare un equilibrio fra fruizione, sfruttamento e abuso è davvero difficile, ma la risorsa Penna, e zone limitrofe, deve essere ancora interamente utilizzata consapevolmente, perchè ha un potenziale enorme.

    Ricordo che pochi anni fa era stata creata una bellissima via ferrata che è stata smantellata perchè abusiva, seppure in zona non impattante dal punto di vista visivo... ecco forse anche in questa direzione (turismo sportivo) bisogna lavorare e crederci un po' di più.

    Anche per ampliare il periodo in cui portare persone in zona. Ci vogliono persone volenterose (e qui devo dire che chi fa noleggio ebike e guida alle Casermette ha fatto un ottimo lavoro con percorsi davvero ben tenuti e belli) e anche qualche soldo ovviamente...

    Per il tema panchina sto con i tanti di cui sopra e vedo riassunto il mio pensiero da Emanuele per ultimo.

  21. Trilussa

    Sono molti anni che non salgo al nostro Penna. Per chi come me lo ama, quella panchina lassù, è come un pugno allo stomaco, concettualmente inammissibile. Però non tutti conoscono la montagna vis a vis ma c’è anche chi la osserva sui libri o in televisione. È a questi ultimi che va rivolto il messaggio di salvaguardia delle vette, spiegando e sostenendo che un monte è di tutti e va rispettato come fosse il salotto di casa propria.

  22. Piero Rizzi Bianchi

    Sono ovviamente contrario a quanto accaduto, pur con tutte le nobili attenuanti -e i motivi sono stati già stati spiegati, ma anche se non lo fossero si spiegano già da soli in modo lampante. Ma, ad essere sinceri, la parte del "post" che più mi ha colpito è la notizia che le vette dei monti, e loro immediati contorni, non debbano necessariamente essere di proprietà di un Ente a carattere collettivo e superiore (civile o religioso che sia), ma possano avere dei privati proprietari che si divertono a comperarle per soddisfare chissà quale capriccio. Veramente questo capitalismo selvaggio non conosce più limiti, fino a sfociare nell'indecente e nel ridicolo! Complimenti, poi, all'Istituto Diocesano, che è riuscito a "fare cassa" in condizioni tanto estreme!

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