Tra i vialetti di Bosso
Il lungo viale di Tuje profumava di resina e d'autunno, le foglie del parco del seminario frullavano lente verso terra, agli alberi del Marazzano erano rimasti i pennacchi accesi di giallo e di rosso, mentre il sole basso non riusciva più a scaldare l'aria. In quel tratto di strada c'è sempre vento, passa sotto la giacca, ti ghiaccia la faccia.
Quando ho oltrepassato l'enorme cancello sembrava appena terminato il 'Festival'. Mazzi e vasi di fiori ovunque, certi enormi, oltre il necessario, si impadronivano persino dei vialetti, alcuni rovesciati dal vento qua e là, ormai nessuno li avrebbe più raddrizzati. Il profumo di quel fiore evocativo era ancora intenso, sovrastava a quello persistente delle siepi di Bosso, peccato, è sempre lui che ti avverte che stai entrando in un mondo strappato alla realtà.
Oggi non c'era anima viva. Con il silenzio i ricordi.
Con il silenzio i ricordi... ancora brucianti e troppo intensi quelli della fine per oltrepassare quel cancello.
Ancora oggi dopo quasi 6 anni non riesco. E' come se avessi materializzato il mio dolore. Non puoi dimeticarlo, fa parte di te.... sei tu che in qualche modo sei diventato un tutt'uno con lui, ma fino a quando non si oltrepassa quel cancello riesco a gestire il dolore; a ricordare momenti felici insieme... e quelli tristi degli ultimi 3 anni diventano echi lontani.
Mi capita spesso di sentirmi in colpa ed ancora una volta una cattiva figlia per questo, ma dopo molti dibattimenti ho deciso di rispettare il mio cuore e fino a che non avrà fatto la pace con quel cancello ho bisogno di fermarmi appena prima a leccarmi le ferite tenendo mia madre solo nel mio cuore.... per ora.
Ho perso mia mamma in maggio.
Nessuna donna potrà mai amarmi come lei. Senza condizioni; passione pura.
Nessun pensiero, nessuna azione potranno mai ripagarla di quello che ha fatto per me.
Eppure sono sicuro che la mia visita, un fiore, il più semplice, una preghiera possano renderla felice.
Abbiamo scelto una foto con il suo sorriso. Ce la fa sentire più vicina.
Sono andata a trovarla per questa prima, triste ricorrenza, ero solo con il mio dolore sordo ed il mio fiore scelto con cura per lei. C'era, è vero, tanta gente, ma quasi non li vedevo; ora so cosa provano.
Mio padre va a trovarla spesso, il suo spazio era curato, pulito e sono certo che le faccia piacere. Ovunque sia.
Ti voglio bene mamma.
..............in un mondo strappato alla realtà.........
Una realtà con cui si devono fare i conti , che lo vogliamo o meno.
Anche a me da fastidio il giorno dei morti, lo ritengo ipocrita ed eccessivo........" si deve andare al cimitero"..........., nà, al cimitero ci vado quando voglio io.
Max sono addolorato per la tua amorevole perdita. Grazie a Dio posso solo immaginare cosa possa significare. Sai, dopo molti anni sono tornato a fare visita a tutti nostri parenti in un piccolo cimitero della campagna pavese dove riposano i miei nonni materni. Ci sono andato con i miei proprio il 2 novembre. Quanto tempo era passato. così abbiamo interrotto una vecchia abitudine, durante la quale l'antico rito di 'andare a trovare i morti' era caduto in disuso, ma dove ognuno di noi poteva portare un fiore quando voleva, a chi voleva, quando aveva voglia di farlo. Sistema molto altruista, ma anche molto facile per i miei gusti, ad ogni buon conto papà è a questo che ci ha educato. Abbiamo porto i saluti a tutti, anche a dei vecchi zii, e a tutti quelli che siamo riusciti a rintracciare, pure agli amici di famiglia, inoltre ho rivisto qualche tomba legata a ricordi permanenti di quand'ero bambino: soldati caduti in guerra, bimbi appena nati e il maestro del babbo. Ora, a pensarci, mi sto biasimando di non essermi fermato quanto il mio istinto mi suggeriva.
Io trovo che sia un luogo di gran pace, anche se non amo andarci perchè i miei cari preferisco ricordarli da vivi.
Quando ero molto piccola ci accompagnavo spesso mio padre, ogni volta facevamo il "giro dei saluti ", una specie di rituale durante il quale mi raccontava un pezzettino di vita dei suoi cari che così diventavano anche i miei...solo li ritrovo le mie radici che altrimenti avrei perso nella memoria dei tempi.
L'odore della morte è quello dei fiori e della terra.
Acre, forte, e paradossalmente vivo.
Fiori e terra che consumano.
E coloro che vanno a trovare i propri morti,
spesso si lasciano consumare con essi.
E io, non perchè veda queste persone piangere, ma sorrido.
Che strano è il culto dei morti.
In un cimitero di campagna almeno sono tutti l'.
Ma in una grande città, come la mia,
centinaia o migliaia di chilometri di viali, e cappelle, e sotterranei e scalinata.
Per poi fermarsi a chiedersi cosa ci si faccia l'.
La memoria, quella vera, non ha luoghi.
Per le memorie che non viviamo in prima persona, come per le grandi tragedie dell'umanità
forse è giusto che esistano, sebbene un certo senso di
lutto ce lo portiamo dentro tutti. Da sempre.
Ma per un caro, il cui ricordo è con noi e intorno a noi.
Per codesti, serve?
Sono convinto di no.
Anche se porre dei fiori su un sepolcro ha sempre qualcosa di mistico.
E' rendere onore a chi qualcosa per noi ha lasciato.
Ma chi, in vero, se ne va senza lasciare alcunchè?