
Non sembrava nemmeno sabato 19 gennaio. Pareva un giorno di primavera.
Primo cartello a destra e poi avanti. Avanti, dentro il bosco, fino alla radura, lassù.
Il sole era dalla mia parte e il cielo anche, erano come piacciono a me;
lo Zuccone di fronte con la sua perenne aureola bianca;
il paese di Cavignaga là sotto, i camini sbuffavano come ciminiere;
sopra la Luna bianca, accesa in un cielo terso;
un cane che forse gli abbaiava contro;
sul fianco un ruscello rinvigorito dalla neve che si scioglieva lenta;
sull'altro uno scricciolo fuori stagione saltellava con la coda lunga e sottile;
davanti ciuffi di vischio verde in contrasto con l'azzurro;
da quella parte, appese e solitarie, alcune mele superstiti;
sotto un cespuglio dalle bacche rosse, i 'bucca-brugnˆ';
sopra un aereo solitario lasciava una candida scia: da un oblò vedranno il mare, dall'altro me;
da dentro usciva un sorriso alle battute di Gianni 'de Meregasso', oggi se n'è andato;
tra le dita il fumo di un Senese ritrovato; poi, a tratti, il silenzio, assoluto;
subito dopo i galli, quelli di Vernenghi, lanciavano il segnale che si stava facendo sera.
Eppure, da quell'erba piegata e secca, per mezz'ora, non mi sono nemmeno alzato.