Al Vajont

Non è stata una macabra gita, ma una volontà precisa per conoscere da vicino il disastro
Era da tempo che desideravo visitare i luoghi di quella che è stata una tra le più grandi assurdità italiane, la tragedia del Vajont. Andare lassù, sul confine tra Veneto e Friuli, la sentivo come una sorta di richiamo, me lo ero promesso dopo aver visto lo spettacolo di Marco Paolini in TV.

No, non è stata una macabra gita, ma una volontà precisa per conoscere da vicino quei paesi, considerare l'ingegno di un'opera avveniristica, capire l'assurdità di certe scelte, la sfida alla natura, la presunzione dell'uomo.
Rievocare la notte del 9 Ottobre 1963 quando dal Monte Toc franarono duecentosettantamilioni* di metri cubi di terra e rocce, una vera e propria montagna, dentro al bacino artificiale creato dalla diga alzata per 261 metri sul torrente Vajont (quella che era ed è un vero capolavoro d'ingegneria). L'onda investì prima i paesi a monte di Erto Casso, poi scavalcando la diga arrivò, anzi spazzò via il paese adagiato a valle, Longarone, provocando in pochi minuti la morte di quasi 2000 persone. No, non è stata una catastrofe naturale, ma un disastro annunciato, dettato esclusivamente dall'arroganza degli uomini.

Non ci volevano ingegneri o geologi per capire la gravità del momento, la frana si muoveva a vista d'occhio e il paese di Longorane a valle era del tutto ignaro di quanto stava accadendo a monte. Bastava affacciarsi dall'anello della diga per capire a quale pericolo era esposto, invece nulla, hanno scelto di sfidare la sorte, l'irresponsabilità, ma a quale prezzo?
La scelta sciagurata di quei giorni è ora sotto gli occhi di tutti, in quello che sembra un cimitero di guerra, in puro stile americano, fatto da 1917 candidi cubetti di marmo e suddivisi da vialetti d'erba inglese, dove domina la frase: "Prima il fragore dell'onda, poi il silenzio della morte, mai l'oblio della memoria".  

* Per trasportare via dal bacino l'intera frana sarebbero necessari 100 camion, che lavorassero 8 ore al giorno, per 700 anni
.
Link: per saperne di più

FOTO: diga e dintorni del Vajont



18 Commenti
  1. Ermanno

    Prima che Paolini ideasse il suo spettacolo teatrale in quanti sapevano di questo disastro? I pochi che ne parlavano la ricordavano come una disgrazia.... mai l'oblio della memoria..... lo speriamo.

  2. fiascotti

    quello di Paolini fu uno spettacolo "straordinariamente allucinante"
    andrebbe trasmesso nelle scuole.
    Quanti vajont ci saranno in giro pel l'italia?.........purtroppo credo molti.

  3. Peonia

    "la presunzione dell'uomo". che altro aggiungere?!

  4. vita

    E' agghiacciante...purtroppo, nonostante le commemorazioni, spesso succede che passato il giorno della cosiddetta memoria tutti se ne dimentichino fino all'anno successivo, quasi che non sia necessario imparare dai propri errori.

  5. ValeBD

    caro GG che dirti se non che hai fatto quel viaggio che vorrei tanto fare anch'io, perche come scrissi nel tuo post di qualche mese fa su paolini anch'io quella sera in cui fu trasmessa la diretta con paolini provai le stesse cose e mi ero promessa che un giorno sarei andata la....

  6. Sandro P.

    L'anno scorso avevo visto su SKY il documentario sulla tragedia del Vajont, ricordo pero' anche molto bene il bellissimo spettacolo di Paolini. Anche a me colpi' questa indiscutibile tragedia umana. Se mi permettere vi darei un consiglio. Se vi capita di andare a sciare in Cadore fate una tappa e salite su alla diga per toccare con mano quello che televioni e denuncie (al tempo solo l'Unita') hanno riportato in tutti questi anni. Io ci andai 4 anni fa' con la mia famiglia, i ricordi sono ancori forti, ne parliano ancora, e mi fa' piacere che qualcuno continui a parlarne.

  7. Laurabersellini

    E negli occhi di coloro che hanno perso i loro cari e tutto il resto, a distanza di decenni, si legge un rispettoso dolore.

  8. FR

    Direi che le tue foto rendono bene l'idea dell'accaduto meglio di qualsiasi racconto!!! E' stata il risultato di scelte sconsiderate di persone irresponsabili!!

  9. Mauro

    Ho saputo qualcosa in più sulla immane tragedia del Vajont nel 1991, quando nella caserma di Belluno dove facevo l'alpino ho potuto vedere delle foto appese alle pareti in memoria di tutti i cittadini e gli alpini che intervennero senza risparmiarsi subito dopo la tragedia....La memoria non va mai persa, per impedire agli assassini responsabili di questa ecatombe di credere che potrebbero anche salvarsi dall'inferno.....molti ci sono già, per gli altri ci sono già i posti prenotati. Maledetti. Altro che irresponsabili, maledetti.

  10. miki

    tutti gli passo' da quei posti ed e' sempre la medesima sensazione ,rabbia e umiliazione perche' secondo me' sono state umiliate e distrutte generazioni intere di persone per un'assurda ed inutile opera di cemento armato...............mah ....se vuoi provare altri brividi vai a REDIPUGLIA e li avrai la sensazione di non voler male a nessuno .....almeno a me e' successo cosi' ciao

  11. Arthas

    Mi sembra di capire che Paolini quella notte abbia realizzato qualcosa di incredibile...far rinascere nelle coscienze un senso di civiltà forte che porta, tutti coloro che lo han seguito, a voler visitare quei luoghi. Io seguo tutto cià che riguarda il Vajont da quella sera, leggo libri (ho quasi terminato Fantasmi di Pietra), e prima o poi riuscirà a recarmi in quei luoghi. Ma quel che mi chiedo...difronte ad uno spettacolo come Orazione Civile o ad un film come quello di Martinelli ci sentiamo così indignati, offesi e doloranti come se ci avessero dato una legnata, perchè quando vengono realizzati impianti destinati all'uso pubblico come parcheggi interrati, capannoni, case. Ancora oggi, dopo una lezione di immani dimensioni come il Vajont, vengono tralasciate importanti regole costruttive solo per essere "in tempo con la consegna"? Io, per lavoro viaggio molto in auto...date un'occhiata ai parcheggi sotterranei...infiltrazioni d'acqua...crepe di svariati centimetri...muri ammuffiti e marci...quanto vi sentite tranquilli lì sotto? Quanto si sentono apposto con la coscienza questi ingegneri che progettano i cosiddetti "moderni capolavori"? Quante "morti bianche" o "disgrazie annunciate"? Quanti Vajont?

  12. Tiziano Dal Farra

    Ciao.
    Paolini e Martinelli, se notate, si FERMANO alla notte del 9-X-1963. Nessuno (tranne gli interessati, sa cos'è successo a superstiti e sopravvissuti (che non sono la "stessa cosa"!) dalla mattina del 10-X-'63 ad OGGI. Molti sopravvissuti dicono che il "dopo" è stato, se possibile, peggio del disastro. Consiglio caldamente di cercare il libreria l'unico libro sul "dopo", uscito nello scorso maggio. Si chiama "Vajont, l'onda lunga. Quarantacinque anni di scandali e tragedia" di Lucia Vastano, ed. Ponte alle Grazie (14 Euro).
    Solo poi, potrete dire di "saperne qualcosa". Per inciso, i libri di Corona (e lui stesso) c'entrano una fava, col "Vajont".
    E il "nuovo cimitero" del Vajont, così come ristrutturato, risulta un falso totale. Tant'è che i sopravvissuti non ci vanno più.

    La SADE (la mafia che produsse 2000 morti) non si è mai mossa da qulle valli.

    Ciao, Tiziano ( inf251k1@ud.nettuno.it )


  13. Roberto D.

    Ho la pelle d'oca ....tutto questo non doveva succedere però è successo.

  14. Silvana Z

    Importante e indimenticabile pezzo di storia italiana

  15. Dolores

    Un triste anniversario...per non dimenticare...

  16. Marco Faroldi

    Il disastro del Vajont quando l’ho visto in tv mi ha fatto molto riflettere sulle realtà che i mass media in generale non sono interessati a diffondere. Ho 42 anni e solo grazie a Paolini e alla RAI era venuta a galla la verità e anche grazie a lui non si chiama più sciagura ma strage di Stato. Per questo pessimo paese un po' mi vergogno. Tutti dobbiamo continuare a parlarne.

  17. Teresina Costella

    Io avevo un amico che abitava a Villa Bruna Feltre si chiama Dagostini Pietro so che aveva un fratello ho sempre avuto il pensiero di quel disastro e la voglia di sapere notizie buone se c'è qualche persona che sa spero buone mi farebbe piacere sapere.

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