Una voce mi sale alla mente
Presentato il libro per ricordare il Maestro Renato Cattaneo
In piedi per tutto il tempo, sul fondo del bar, schiacciato contro la porta, ho potuto ascoltare delle parole piacevoli, per nulla scontate o retoriche e soprattutto vere perchè dette a 'braccio'. Parole uscite per voce dei suoi amici, dei suoi più stretti collaboratori e di coloro che l'hanno conosciuto ed apprezzato, non tanto come navigato personaggio politico, ma come uomo di grandi doti, ognuno rimarcando il contributo culturale che diede al mio paese, Bedonia.
Questa sua peculiarità di diffondere cultura, proprio con ogni mezzo, fece breccia anche su di me. Ricordo quando nei primi anni ottanta, praticamente ragazzino, assistetti ad uno dei tanti spettacoli teatrali che si tenevano nell'allora cinema "Orfeo", meglio conosciuti come "Firossi", ed organizzati dal gruppo culturale "Val Zirana".
Lì ascoltavo anche dei racconti di vita bedoniese scritti e letti in dialetto proprio da Renato. Erano storielle di vita comune strappate alla quotidianità, quindi molto reali, tali da ritrarre Bedonia proprio come in una bella cartolina illustrata.
Ricordo con lucidità un brano di questi, quando raccontava di una manciata di bambini che giocavano a biglie dietro al Municipio: "Tutti attorno a un mucchio di sabbia di Po, impanati come cotolette".
Fu esattamente quest'ultima frase che nel 1996 mi spronò a scrivere un racconto ambientato a Bedonia, dove anche i miei personaggi non erano nient'altro che i suoi reali abitanti, raccontati nello stesso identico modo, narrando di persone e usanze che vivevano al mio fianco, giorno dopo giorno, proprio come aveva fatto Renato in quei suoi scritti.
Nell'estate del 2007 seppe di questo racconto presente su internet, e Renato me ne chiese una copia cartacea, aveva idea di pubblicarlo come un'altra iniziativa del "suo" Centro Sociale Bedoniese. Fu proprio quella l'occasione in cui gli dissi che il probabile ispiratore di "Esvaso 70" fu proprio lui e i suoi "Firossi". Ne rimase stupito.
Non ebbe poi il tempo di progettarne l'esecuzione, ma lasciatemi credere che se oggi, per mezzo di questo blog, sto ancora ripercorrendo con passione e divertimento molti aspetti di quelli che furono e sono gli avvenimenti bedoniesi è anche per quel suo merito di avermi insegnato ad ascoltare, a ricordare e soprattutto a non dimenticare.
Ciao Gigi....mi hai regalato un'altra meravigliosa carezza al cuore...continua a raccontare nel tuo blog di Bedonia... i personaggi, le storie, gli avvenimenti....mi sembra di tornare a rivivere una pagina di vita a me familiare e che che mi manca tanto.....con affetto Silvia
Il suo libro, la manifestazione al Mellini, il suo nome al Parco della peschiera è un atto dovuto perchè è stato una persona decisiva per Bedonia
queste sono testimonianze e ricordi che solo una persona con grandi sentimenti e insegnamenti come lui ci puo' lasciare...ci manchi.
Complimenti per il servizio e un ricondo affettuoso a Renato, grande Bedoniese, assolutamente....................però: senza ovviamente nulla togliere a Renato, ti faccio un copia-incolla di quanto ho scritto a Mauro di Valtaro.com, mi sembra giusto farlo sapere:...............
Ciao Mauro, complimenti per il servizio su Renato Cattaneo, un uomo da ricordare sicuramente. Vorrei però precisare una cosa in merito a quest'ultima frase: ............
"Una Bedonia che, oggi, con un abbraccio ideale, in mezzo a centinaia di persone, con un ultimo e ulteriore tributo, gli ha voluto dedicare il Parco della Peschiera, da lui voluto pubblico, nel 1971, quando era sindaco. E guardava, già allora, molto lontano"
Allora, il terreno denominato peschiera, all'epoca era stato offerto dai propietari ad un prezzo stracciato a mio padre Carlo Biasotti, è stato lui (che era molto amico e collaboratore di Cattaneo) a convice il comune ad aquistarlo per renderlo pubblico, anziche comperarlo lui stesso e specularci. Questo per amore del vero e per ricordare un'altro grande bedoniese ....BIASOTTI Carlo o, Carletto, o Sereno (nome di battaglia partigiano, ciao papà.
Ciao Carletto, sono ciully
Hai fatto bene a scrivere di tuo padre, lo ricordo volentieri anche io come bedoniese d'altri tempi.
Ti racconto una piccola storia che la dice lunga su cosa rappresentava Bedonia per lui (tu lo sai bene lo so).
All'epoca avevamo fondato insieme ad alcuni amici, primo fra tutti Piero Rizzi, Veterrima Plebs un comitato che avva come missione la salvaguardia e il recupero dei beni storici presenti a Bedonia.
All'inizio avevamo pubblicizzato l'attività e avevamo fatto sapere che avremmo volentieri associato come sostenitori tutti coloro che avevano a cuore gli stessi temi. Gli aderenti all'iniziativa si contarono sulla mano, un fu Alessandro Zerbini (ciao Alessandro) l'altro fu tuo padre che mi diedi i soldi non solo per lui ma per tutta la tua famiglia e mi disse di non dirlo a te e a tua mamma :)
Altri tempi, altre persone.
Claudio
Complimenti per il commovente ricordo del tuo Maestro.
E tu ,caro Esvaso , che giorno dopo giorno generosamente ci insegni "ad ascoltare, a ricordare e soprattutto a non dimenticare' è una sorta di continuità .
Salve Gigi. Leggo spesso i suoi articoli con molto piacere, ma era da un po' di tempo che desideravo esprimere il mio discontento (e quello di molti altri) quando venni a conoscenza della scelta del nome da attribuire al parco della Peschiera. L'idea di rendere la Peschiera un parco vero e proprio non partì infatti da Renato Cattaneo ma scaturò da una viva collaborazione tra i membri dell'allora Pro Loco di Bedonia i quali, dovendo più tardi sottoscrivere agli inevitabili permessi comunali per la realizzazione del progetto stesso, furono ovviamente costretti a rivolgersi al Comune di Bedonia (e conseguentemente all'allora sindaco Cattaneo) per i vari atti burocratici.
Come membro del Consiglio Comunale di Bedonia durante gli anni ottanta, trovo che l'idea di intestare un parco a Renato Cattaneo sia a dir poco fuorviante riguardo il processo di istituzione del podere. Con questo non desidero certo privare il signor Cattaneo del suo meritevole ruolo negli stadi finali del processo. Anzi. Avendo trovato l'idea di grande interesse, il sindaco non esitò nel dare il suo pieno supporto.
Detto questo, mi trovo a dover sottolineare che l'idea in sè fu concepita da altri individui molti anni prima che Cattaneo ne venisse a conoscenza. E siccome nessun credito è stato dato alle persone che partorirono questo progetto, troverei corretto che il luogo venisse dedicato ad una persona 'esterna' al processo di istituzionalizzazione del giardino ma i cui contributi verso il paese furono di ineguagliati meriti. Mi riferisco al grande Monsignor Don Costa.
Spero che questo mio commento possa in un qualche modo chiarire i fatti per il ben di verità (anche nella mia scelta di non voler condividere nessun nome onde evitare possibili discussioni).
Un abbraccio alla mia bellissima Bedonia e alla mia nativa Arbareiu.