L'artefice di questa sorta d'iscrizioni stradali, lì lo sanno tutti, è Artemio, classe 1929. E' certamente un signore curioso, quando esce dalla sua attuale residenza, la casa di riposo del paese, si siede all'ombra del grande ippocastano e lì, con un fascio di pennarelli in mano, pensa a cosa scrivere sul suo prossimo cartone.
Ci è voluto poco a capire che Artemio è una sorta di Ligabue di Mormorola, mi riferisco al pittore reggiano, perchè proprio come lui ha una visione della vita legata espressamente ai ricordi, rifiutando nel contempo la realtà, ma a sua differenza non dipinge, lui annota.
I cartoni da imballaggio su cui scrive e che poi appende con lo spago a piante, case, cartelli stradali, pilastri, inferriate o recinzioni, sono colmi di parole, spesso scritte al contrario, legate al suo passato, infatti sono tutti nomi ricorrenti di persone, militari o località che hanno avuto per lui un ruolo influente.
Mi risulta anche che in passato ci sia stata una persona che si è interessata a questo suo bizzarro modo di descrivere il passato, tentando di riunire questi cartelli in un unico spazio, dando nel contempo un filo logico a quelle parole, ma la risposta di Artemio è stata più che scontata: non se ne parla.
Mi va di assecondare questa sua scelta, tant'è che le sue definizioni sono già a portata di tutti, alcune sbiadite dal sole e della pioggia, e chi desidera capire un pò più di lui deve solo fermarsi al bordo della strada e prestargli attenzione.