Il Battistero di Cereseto

Nel centro storico della frazione di Cereseto è presente un antico Battistero
Il manufatto si trova in Valceno, tra i paesi di Bardi, Bedonia e Compiano, quest’ultimo suo capoluogo. E’ posto ai piedi del Monte Pelpi, ad un’altezza di 750 metri S.L.M. Gran parte delle persone ci passa senza fermarsi, chi lo fa è per mangiare un buon piatto di funghi o cacciagione presso l’unica trattoria del paese (Solari), ma solo poche persone sanno che a Cereseto c’è un bellissimo ed antico Battistero, uno dei tre della provincia di Parma sorti esternamente, staccati dalla chiesa.

Prima di descrivere questa singolare fonte battesimale riportiamo un po’ di storia di Cereseto. Alcuni censimenti parrocchiali riportano i dati di una numerosa popolazione: 736 persone nel 1880, per poi passare a 357 nel 1961, vent’anni dopo diventavano 250, oggi lo rendono vivo una centinaio di anime disseminate tra i gruppi di case di Trario, Cremaioli, Solaro e Farfanaro.

Anche questo paese, come la vicina Strela, è stato vittima della seconda guerra mondiale. Nel rastrellamento tedesco del 1944 ben 45 case sono state bruciate, canonica e scuola comprese, e tre persone di Compiano fucilate davanti alla Maestà della Costa, ancora oggi sono visibili tre fori prodotti da quella mitragliatrice.

Come già anticipato Cereseto possiede uno stupendo Battistero. L’anno della sua costruzione non è certa, ma si presuppone che sia antecedente alla “Legge Napoleonica” del 1797 che non permetteva la sepoltura dei morti nelle chiese. A supportare questa ipotesi è la presenza di una camera mortuaria situata sotto al pavimento dell’edificio. Un’altra conferma che sia stato eretto proprio con la funzione di “Fonte Battesimale” è la sua pianta ottagonale tipica dei battisteri, infatti l’irregolarità dell’ottagono è certamente voluta, per gli antichi la simmetria era sinonimo di morte, e non si addiceva certo ad un battistero, luogo dove si elevava a Dio una nuova vita.

La struttura è armoniosa e costruita interamente in pietra, stile misto romanico, con un porticato a tre archi a tutto sesto dove esce fuori uno stupendo portone ligneo, da notare la serratura e la chiave ancora originali. L’interno è scarno, i muri sono in pietra a vista, il soffitto è dipinto con affreschi riportanti motivi floreali, mentre al centro è posta la fonte battesimale, ricavata da un unico blocco di pietra arenaria.

Ora è ristrutturato e ben conservato, ma fino ad una decina d’anni fa non godeva di ottima salute, poi le “cure miracolose” dell’instancabile Don Renato Costa, parroco di Cereseto, lo hanno riportato agli antichi splendori; eccellenti sono anche le condizioni attuali della chiesa parrocchiale posta di fronte.
Dunque se passate da Cereseto ora non avete più scuse di “tirare dritti”, fermatevi, ne varrà certamente la pena,  se non altro conoscerete una delle tante opere di valore delle nostre vallate.

Il Battistero di Cereseto...



5 Commenti
  1. Lullo Cattabiani

    Stupore e ammirazione, sono parmigiano e orgoglioso di tutto ciò che la nostra provincia promuove di cosi autentico e culturale.Complimenti a voi Ceresetani per ciò che fate per quello che farete per il vostro territorio.
    Grazie

  2. Dolores

    Lo scritto ha oltre 10 anni e un solo commento, tra l'altro recentissimo!
    Peccato, perché Gigi e quello che scrive, meriterebbe più attenzione e considerazione, ma forse, OGGI, c'è più attenzione?
    Io è da poco che ho scoperto ESVASO:magari prima!
    Cereseto è un bel paese, ricco di tradizioni ed era molto frequentato dai miei compaesani scopolesi che per raggiungerlo, dovevano passare il monte. Ogni tanto capito con la famiglia per fermarmi a gustare i piatti 'prelibati'dell'antica trattoria Solari, anche nelle feste 'a tema' e per ascoltare i cantanti invitati.
    Il battistero è molto bello e caratteristico e merita di essere visitato, come molti altri luoghi di cui le nostre valli sono ricche! Cerchiamo di scoprirli perché sono un autentico tesoro! Grazie Lullo che hai attirato la mia attenzione!

  3. Remo Ponzini

    Ci sono persone che, indipendentemente dall'attività che svolgono, lasciano il loro marchio distintivo. Se poi succede che un paese come Cereseto ha la fortuna di avere un parroco che si chiama Mons. Don Renato Costa state pur tranquilli che tutta la comunità di quel luogo ne trarrà giovamento. Basta andare in Seminario e guardarsi attorno per avere la chiara percezione della fattività di questa straordinaria persona.

    A Cereseto, ma anche a Credarola (dove si recava a dire la messa) ha fatto ristruttura battisteri, chiese, cappellette e quant'altro. La classica persona che dove passa lascia impronte ad imperitura memoria.
    Grazie Don Renato.

  4. Elvira Menin

    Abbiamo scoperto il Battistero per caso essendo stati alloggiati in una casa proprio a pochi metri. Siamo rimasti veramente colpiti dalla bellezza di quest'opera che non conoscevamo ma che consigliamo a chiunque di passare a vederla. Confermiamo gli elogi a alla trattoria solari sia per il cibo sia per l'ospitalità. Il panorama dei monti poi non è da meno e quindi che dire.....non dimenticate questo angolo di paradiso....buon divertimento.

  5. Luisa Inzani

    Il 7 luglio 2019, di ritorno dalla festa religiosa della Madonna del Taro a Isola di Compiano, essendo una bellissima giornata, con gli amici del coro di Monastero Valtolla ci siamo fermati, incuriositi dal cartello che indicava "antico Battistero". Abbiamo gironzolato e ammirato tutto l'interno del paese, ma siamo rimasti senza parole di fronte al Battistero, increduli di trovarci di fronte ad un raro esempio di Battistero esterno alla chiesa. Peccato fosse chiuso come pure la chiesa. Complimenti per lo stato di manutenzione di tutta l'area e degli edifici.

Commenta

Somma e invia : 5 + 13 =
Accetto Non accetto


Resta aggiornato

Post simili

Susanne Beyer: la navigatrice dei due mondi

A cena con i racconti della navigatrice transoceanica

Mi ritornate in mente

In questo mese di marzo, ottant'anni fa, nacquero due persone fondamentali per la musica italiana: Lucio Dalla e Lucio Battisti

Dalle Langhe con passione

Due famiglie hanno lasciato le Langhe per trasferirsi in Valceno e in Valtaro

Groppo: carpe diem

Un bagno fuori stagione, per non dire coraggioso

Breve storia di una vita lunga un secolo

Ho incontrato la signora Maria Bernabò, una delle nostre rare "testimoni del tempo"