Cinque Terre andata e ritorno
Oggi è stata la mia prima volta in quella piccola striscia di terra ligure. Quei luoghi non hanno deluso le aspettative, ne avevo già sentito parlare, ma vederli e 'toccarli' è senz'altro un'altra verità.
Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore sono davvero paesini al limite dell'incredibile, affascinanti, non a caso sono diventati un patrimonio protetto dall'Unesco.
Quando ti appaiono dietro alla curva, all'improvviso, a picco sul mare, ti danno l'impressione che siano cinque manciate di case posate là, su un promontorio, da una grande mano oppure un fascio di pastelli colorati, legati stretti stretti, uno accanto all'altro.
Da quella morsa micidiale di finestre spalancate escono gli odori della Liguria, sono quelli del pesto, della farinata, del pesce fritto. Tra quei muri colorati si sente anche il mare, ovunque, ininterrottamente, perchè il mare è là sotto e prende a sberle di continuo le rocce, inghiotte le spiagge, schizza le persone, bagna le case, inumidisce i 'carruggi'; sopra invece, sotto il cielo, c'è la tregua. Lì è un saliscendi di terrazzamenti, verdi come le foglie di vite. Tra quei sentieri, inerpicati e irraggiungibili ai più, già si avverte il profumo dello Sciacchetrà 'U vin duse'.
Tra tutto questo ci sono loro... passeggiano tranquilli zigzagando tra barche e reti, tra quell'Europa che va a spasso e spende, sono gli abitanti di quelle case abbracciate, lunatici all'inverosimile e chiusi come il pugno di un comunista.