Attenti al lupo o attenti all'uomo?

Non so se crederci oppure no, ma sta di fatto che sono sempre di più le persone che segnalano la presenza di lupi anche in zone non montane, ad esempio c’è chi riferisce di averli avvistati nella zona di Pieve di Campi o nei dintorni della Riserva dei Ghirardi. Una preoccupazione per i più timorosi, un compiacimento per i favorevoli. “Croce e delizia”. Una certezza è invece quella che quando si nomina il lupo le opinioni si accendono e il conflitto di vedute tra i favorevoli e i contrari si fa davvero acceso.

Ma se di presenze si tratta la colpa non è di nessuno, nel senso che questo "ritorno" non è frutto della mano dell’uomo, l’abbandono dei nostri territori montani e l’aumento della selvaggina sono il motivo di questo ripopolamento, anche perché il nostro Appennino è sempre stato il suo habitat naturale, almeno fino all’inizio del secolo scorso.

Una cosa è certa, sul "Re dei boschi", ovvero la "paura", quella causata In molte zone d’Italia, in particolar modo all’interno di molti Parchi naturalistici, la presenza del lupo genera turismo ed è considerata una risorsa, anche perché è risaputo che questo animale evita ogni contatto con gli esseri umani, ma è altrettanto vero che dove è presente prosperano le lamentele degli allevatori per i danni causati e di coloro che lo temono per “paura”, ma si sa il fattore emotivo pesa fortemente, specialmente dopo secoli di leggende, favole e racconti del terrore: Cappuccetto Rosso o il Lupo Mannaro ne sono la conferma.

E in Valtaro verrà considerata una presenza scomoda o una possibile risorsa?
Per fare un po’ di chiarezza sull’argomento allego una ricerca eseguita dall’Università di Parma.
Evoluzione del lupo: cause del declino e della ripresa, nuove problematiche e possibili soluzioni (PDF)


20 Commenti
  1. Paolo M.

    Una risorsa al 100% e da sfrutture perche' la sua presenza e' sinonimo di un ambiente sano

  2. Princy

    Se sarà considerata una presenza scomoda o una risorsa non lo so, ma a me fanno pauraaaaaaaaaa!!!!!!! :-(

  3. Dario

    Non so cosa dire, perché non ho esperienze in proposito, né dirette e neppure indirette e quindi preferisco non esprimermi.
    In bocca al lupo, amici!

  4. Federico

    In Abruzzo il parco è meta di turisti ai quali si prospettano passeggiate nei boschi diurne e notturne e garantisco che è una formula che alla gente piace

  5. Davide

    A me fanno più paura le persone, mi basta sentire la notizia di oggi: "Figlia tiene la madre morta nel freezer per riscuotere la pensione".
    Il ritorno del lupo è indice di un ambiente sano, non urbanizzato, un paradiso per la vita. Un occasione per realizzare una grande area protetta, a salvaguardia e successivo sviluppo economico della zona (servizio di MelaVerde sulla Val D'Aveto e relativo Parco insegna).

  6. Davide

    E questo sarebbe l'animale che fa paura?

  7. Andrea Dellanzo

    Io sono un piccolo allevatore hobbista, tra le altre cose; alcune riflessioni che solleveranno "spuverazzu":
    Sapere che nel 2014 esiste ancora la paura del Lupo dal punto di vista dell' incolumità fisica mi sembra incredibile, tuttavia molti, per ignoranza dell' argomento, l'hanno.
    Che il nostro appennino si svilupperà grazie al Lupo mi sembra ancora piu' sinonimo di ignoranza dell' argomento, ce lo sapremo dire.
    Per gli allevatori, professionali ma anche hobbisti, il Lupo è un grosso problema, la Provincia sbandiera aiuti, in realtà non fa assolutamente nulla, indennizzi ridicoli pagati dopo 3 o 4 anni, creare recinti antilupo costa una fortuna (esperienza personale) contributi comici, i cani da guardiana sono difficili da gestire, anche per l' ignoranza dei "turisti"; in Svizzera trasmettono pubblicità in prima serata per insegnare ai turisti come comportarsi in presenza di cani da guardiana, da noi tutti sono padroni di tutto, sai quanto ci vuole a prendersi una denuncia?
    L' importanza degli allevatori per l' ambiente montano è sicuramente maggiore rispetto all' importanza del Lupo, a mio avviso. Io personalmente per mantenere i miei pochi capi tengo sfalciati, puliti, regimentati circa 7-8 ettari di terreno, prevenendo frane e quant' altro.
    Andate a parlare con i contadini o abitanti di Santo Stefano d' Aveto, dell' Abruzzo o del Piemonte (se i parchi sono belli come li vedete è in buona parte merito loro) a sentire cosa ne pensano del Lupo e del parco.
    Prima di pontificare, criticare, giudicare da una poltrona chi vive in montagna e fa un lavoro modesto, difficile ed importante come l' agricoltore, provate a farlo seriamente (per portarci a casa la pagnotta) 1 annetto e vedrete come cambia la visione della montagna e della natura.
    Il lupo da noi è ritornato almeno da 20 anni, il problema sta nascendo ultimamente perchè il numero è evidentemente alto.

    Cercate su internet progetto-propast per sentire l'altra campana.

  8. Guido Sardella

    In genere l'allarmismo sul lupo viene da categorie di persone che non si fanno problemi a lasciare andare liberi nei boschi e in campagna cani, anche grossi, che a differenza del lupo non hanno timore dell'uomo. Una delle fototrappole che abbiamo nei boschi dei Ghirardi ha ripreso un cane-lupo cecoslovacco in vacanza dal cortile di qualche appassionato.

    Il lupo è un animale robusto e adattabile, dove non ci sono occasioni di "scontro" con allevatori e cacciatori, sa vivere accanto all'uomo senza farsi notare. È diffuso in tutta la provincia ovunque ci siano prede selvatiche da cacciare, ed in tutta le Regione si è notato che con l'aumentare di caprioli e cervi in zona collinare, il lupo è sceso di quota rispetto agli anni '90, ed ora è più comune a ridosso della pianura che sui crinali.

    È bene anche ricordare che in Europa NESSUNA reintroduzione di lupi è stata fatta, né ce ne è bisogno, visto che i lupi appenninici, che negli anni '70 erano diffusi solo in Abruzzo e Molise e nella Sila, semplicemente per merito della protezione accordata dalla legge e soprattutto grazie al mondo venatorio che ha reintrodotto il cinghiale un po' ovunque permettendo al lupo di trovare una preda prolifica e abbondante, da quei luoghi di rifugio ha riconquistato l'Appennino settentrionale e poi le Alpi occidentali e centrali.

    È notizia del 2012 che una lupa "appenninica" delle Alpi centrali si è spinta in Veneto dove ha trovato un lupo "balcanico" proveniente da est e si sono riprodotti, unendo per la prima volta dopo due secoli di separazione le due popolazioni. Allego un link alla notizia, per chi volesse approfondire.

    Lupi appenninici in questi ultimi anni si sono spinti attraverso l'Europa e sono stati trovati, a seguito di incidenti, sui Pirenei, in Olanda e Germania settentrionale.

  9. Carpena D.

    Vi ho letti con interesse e la scontata diatriba ha già cantato vittoria. Non si arriverà a nulla se l’argomento non lo si pone all’ordine del giorno per migliorarne l’aspetto divulgativo e conoscitivo. Le istituzioni della valle, composta da Comuni , Comunita’ Montana e Provincia, dovrebbero invitare esperti conoscitori dell’animale e far prendere parte ai lavori i cacciatori, i cittadini spauriti, le guardie forestali, gli allevatori locali e affrontare metodi di prevenzione e fornire una maggiore conoscenza del lupo con la capacità di considerarlo semplicemente un animale selvatico.

  10. Giuse R.

    C'era una volta nella foresta un leone che ogni volta che incontrava il lupo gli diceva: "Lupo, hai i capelli troppo lunghi!" e con questa scusa lo gonfiava di botte. Questa storia si ripete per molti giorni fino a che il lupo si lamenta con la volpe. La volpe, allora, ando' a parlare con il leone: "Ascolta leone, ci sta che sei il re della foresta, ma non puoi picchiare il lupo solo perché ha i capelli lunghi. Devi trovare una scusa migliore".
    "Cosa mi suggerisci, volpe?" chiese il leone. "Non so, ad esempio puoi chiedergli di andare in paese a prenderti un pacchetto di Marlboro. Se te le porta 'dure' lo picchi perché le volevi 'morbide'. Se te le porta 'morbide' lo picchi perché le volevi 'dure' ". "D'accordo" rispose il leone soddisfatto.
    Il giorno dopo il leone incontro' il lupo e gli chiese: "Lupo, va in paese e prendimi un pacchetto di Marlboro! ". "Morbide o dure? " gli chiese il lupo. E il leone: "Oh insomma, lupo, hai i capelli troppo lunghi!"



  11. DTEDDY3

    Al signor Carpena D. vorrei rendere noto che è stata fatta richesta al sindaco di Borgotaro di poter svolgere una mostra didattica sul lupo, da parte di Legambiente, alla quale è stato risposto.....no.

  12. Davide

    Il Sindaco di Borgotaro quando lo mandate a casa? Fossi il Sindaco di Bedonia mi offrirei volontariamente per poter accogliere la mostra di Legambiente.

  13. Danilo

    A me è capitato un paio di anni fa, mentre terminavo di risistemare un pezzo di masera fuori casa, a Montarsiccio, in un tramonto autunnale che arrossava il cielo dell'Orocco, ho sentito netto e distinto un ululato provenire dal bosco di fronte. Mi sono fermato in quella direzione e dopo alcuni secondi ne è echeggiato un altro. Poi non ne ho mai sentiti altri.
    L'emozione è stata forte, bella ed accompagnata da un brivido. Non proprio di paura, ma che non saprei definire...
    Poi lo scorso inverno, era quasi mezzogiorno e scendevo in auto verso Bedonia, in un punto che quì chiamano la curva "de i Riase", un lupo è balzato in strada a circa dieci metri, ho frenato e lui ha attraversato, in diagonale per allontanarsi, dandomi così modo di seguirlo per un po' con lo sguardo prima della sua scomparsa nella boscaglia sopra strada.
    Che dire: una delle cose emozionanti del vivere da queste parti è l'incontrare gli animali del bosco. Incontrare il lupo lo è certamente di pìù!

  14. Davide

    Danilo ti invidio non sai quanto, ho casa a Tomba spero un giorno di poter udire e incontrare il lupo. Abito in zona Malpensa, l'anno scorso vicino l'abitato di Somma Lombardo è stato purtroppo investito e ucciso un esemplare di 37kg. Questo dimostra che con un pò di protezione ambientale e l'istituzione dei corridoi ecologici, il selvatico prima o poi ritorna....e non solo in montagna. Credo che sia stato un grande risultato per chi sta gestendo il bel Parco del Ticino.

  15. Guido Sardella

    Per inquadrare meglio il fenomeno lupo, credo sia interessante guardare ai danni in termini economici. Se prendiamo gli ultimi dati disponibili, quelli relativi al 2011, vediamo che gli indennizzi per i danni da canide (lupo e cani vaganti, le cui predazioni non sono distinguibili se non c'è modo di analizzare il dna del predatore) ammontano a 6791 euro, per i danni da cinghiale a 55.375 euro, per i danni da fagiano a 10.700 euro.
    Viene da chiedersi perché dal modo agricolo, professionale e hobbistico, ci sia così vocalità nei confronti del lupo mentre col cinghiale, col fagiano e colle altre specie cacciabili, alcune delle quali ripopolate legalmente ogni anno dagli organi competenti all'attività venatoria, la convivenza sia pacifica.

  16. Cri

    Sono sia per il si che per il no: si perchè è un bell'animale, ricco di fascino.
    Una mattina che partivo alle 6.30 per andare a lavoro, mentre tutto taceva, l'ho sentito chiaramente ululare. Sono certa che era un lupo e ti spiego perche e perchè no.
    Vicino a casa mia, ne sono stati avvistati 3 (una delle ultime volte), attraverso le telecamere 24 ore su 24 di alcuni "studiosi" dei boschi di Carrega.
    Tre sono gia troppi per me, fanno branco, e si avvicinano alle case. Sono andata con mio padre a fare un giro e abbiamo visto le orme... una mi ha stupito per grandezza e profondità, quindi se ti trovi a tu per tu con un lupacchiotto così sinceramente... io non me la sento più di andare da sola nel bosco; perchè non ci vanno solo cani e gatti e vari Indiana Jones... potrei aver voglia di andare anche io e cosi sono condizionata.
    Ma la cosa che mi ha dato più fastidio è che nel primo bosco, subito dopo le case (200 mt, max 300), dove c'è pulito da cespugli perchè da poco hanno fatto la legna, hanno piazzato le famose telecamere del grande fratello e per attirare i lupi hanno messo una bella mucca morta come esca... li cosi: di cosa sarà morta?
    E perchè tutti i normali allevatori portano le bestie agli inceneritori e lì, mettono nel bosco per i lupi? Hanno strappato la carne, staccato letteralmente una gamba che verrà trascinata nel bosco.
    Non ti dico con l'inverno caldo e la pioggia: odore di marcio, putrefazione e veramente uno schifo.
    NON SI FANNO QUESTE COSE.
    Quando e se la toglieranno i lupi saranno abituati a trovare cibo lì, a 300 metri dalle case? E’ cosi bello? Mio padre è proprietario del bosco e nessuno ci ha avvisato e tanto meno chiesto se possibile fare tutto questo.

    Allego le foto.

  17. Fabio

    Io personalmente ne ho fatto due volte un incontro ravvicinato... il primo in serata circa le 23.30 sotto il bivio per Cà Bruna, con mia figlia.. una delle situazioni più emozionanti mai provate, poi una mattina che nevicava ne abbiamo visto prima uno sulla strada sotto Porcigatone e poi l'altro aspettava nel bosco. Si perchè con un misto di timore e curiosità son sceso dall'auto e ho cercato di seguirlo.. quello in foto...
    Poi ho fatto anche un altro incontro, questa volta mi ha riportato a scene della savana, un mattino presto recandomi al lavoro con il mio socio abbiamo trovato quello che restava del pranzo di un lupo.. seconda foto..
    Direi che è un animale che serve per l'ecosistema.. al riguardo di allevatori.. che dire.. i recinti sono l'unica arma di difesa, onerosi o meno.. e gli aiuti potrbbero tranquillamente esserci, ma si sà come girano i soldi in Italia...

    Le foto: http://www.esvaso.it/fotoalbum.php?idtipologia=15

  18. Stefano

    I lupi non sono pericolosi per gli uomini. Sono pericolosi per gli allevatori.
    Prima o poi (se non è già successo...) a Zeri se ne vedranno di teste di lupo come nel link... anzi di fosse per i lupi.
    Sempre che le istituzioni non vogliano tutelare prima gli allevatori che il lupo.

    Dimenticavo: non fate passeggiate con i vostri cagnolini dalle parti del Lubiana!!!! Oltre a imbattervi in pullman di turisti attratti dal lupo... potreste anche tornare casa senza il vostro compagno fedele!

  19. Dino

    Lupo, dopo la lettera dei sindaci la secca replica dell'ambientalismo: " atteggiamento irresponsabile "

    Dopo la lettera dei 16 sindaci la replica di Legambiente Parma, WWF Parma, LIPU, A.D.A - Associazione Donne Ambientaliste e CAI - Club Alpino Italiano.

    Il lupo attacca l'uomo? Non da due secoli a questa parte. Di cosa parlano quindi i primi cittadini firmatari? E scatta la polemica, che si allarga in effetti ben oltre i confini del parmense: in Lessinia, territorio della montagna veronese, il sindaco di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti guida la rivolta di un numero minore ( otto amministrazioni ) ma cospicuo di primi cittadini, intenzionati a indire una class action riguardante i danni , o presunti tali, determinati dalla presenza del lupo. Nel veronese si parla di undici esemplari, compresi Slavc e Giulietta con i loro cuccioli, al centro di una polemica locale piuttosto accesa. "Abbiamo già avviato dei contatti – ha dichiarato alla locale redazione del Corriere della Sera il primo cittadino di Bosco - con la zona dell'Appennino parmense, che è alle prese con lo stesso problema. Anche loro sembrano intenzionati a percorrere la stessa strada".
    Class action per Lucchi, Ralli e Rossi? Tutto resta piuttosto vago ed indeterminato, ad oggi.
    Questa la replica degli ambientalisti, che riportiamo integralmente.
    " Ancora una volta le associazioni ambientaliste si trovano costrette ad intervenire sulla questione lupo ( LEGGI DELLA QUESTIONE IN PROVINCIA ), in risposta alla lettera che sedici sindaci della montagna parmense hanno inviato alle istituzioni. Lo facciamo cercando di dare, al termine di questa nota, alcuni dati oggettivi in risposta alle tante leggende che circolano.
    L' intervento risulta dovuto, non solo per rispondere ai contenuti preoccupanti della lettera dei sindaci, ma purtroppo anche per il colpevole silenzio da parte di quelle stesse istituzioni che dovrebbero gestire la biodiversità e le specie protette, e che a quella lettera dovrebbero dare risposte puntuali.
    Della lettera dei sindaci una cosa balza all'occhio per gravità: il fatto che si parli di attacchi all'uomo. Un dato che al momento sembra decisamente improbabile dal punto di vista scientifico e statistico. Non ci sono casi registrati di attacchi di lupo all'uomo da oltre due secoli, mentre ad esempio il numero consistente di morti e feriti per arma da fuoco dovuti alla caccia è una realtà, così come le morti per attacchi da cani domestici (mediamente tre all'anno). Quindi o l'asserzione dei sindaci viene comprovata, oppure determina un atteggiamento irresponsabile di procurato allarme da parte delle istituzioni. Se il timore è che il lupo incida sul "turismo ambientale" le associazioni scriventi possono testimoniare che non ci sono notizie di tale tendenza in atto a Parma. Non ci risulta che il turismo dei parchi abruzzesi, zone in cui il lupo è presente da ben prima che da noi, abbia subito tale effetto. Viceversa lettere come questa genereranno certamente paure ed effetti su chi, meno informato, vuole frequentare le zone dell'appennino. Una pesante responsabilità di cui i 16 sindaci si devono fare carico.
    Non si mette in dubbio che il ritorno del lupo in appennino, un fatto importantissimo per la biodiversità e per la salute dei nostri ecosistemi, determini la necessità di affrontare con attenzione e con le dovute risorse economiche il tema della convivenza con l'allevamento appenninico. Garantire il presidio delle attività umane in montagna è un valore primario anche per le associazioni scriventi. Nemmeno si vogliono negare i disagi e le difficoltà di quegli agricoltori che hanno visto i propri animali sbranati dai lupi. Ma il problema deve essere affrontato dalle istituzioni con un approccio scientifico, individuando le soluzioni più adatte (che esistono) e trovando le risorse economiche adeguate (il PSR porterà in Emilia-Romagna nei prossimi anni oltre 1,2 miliardi di euro per l'agricoltura). Non seguendo il clamore mediatico.
    Un clamore mediatico che purtroppo è alimentato da una parte dagli agricoltori che subiscono i danni e reclamano gli indennizzi, e dall'altra dai cacciatori che nel lupo vedono un competitore o una preda a cui sperano, prima o poi, di poter sparare in modo legale.
    La questione lupo, in regione, ha assunto toni tanto accesi solo nel parmense, e non certo perché da noi vi siano più lupi che nel reggiano o nel bolognese. Probabilmente ci sono state mancanze ed errori, a cui bisogna trovare rapidamente una soluzione. E certamente la questione è diventata mediatica, e agitando lo spauracchio degli attacchi all'uomo non fa che autoalimentarsi.
    Per concludere diamo alcune note tecniche per fare chiarezza su di una specie di cui viene detto tanto, ma raramente il vero.

    1. Il lupo mangia gli animali da allevamento? Può capitare, ma solo quando sono facili prede. Per questo motivo, ormai da tempo, sia la Regione Emilia-Romagna che il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano mettono a disposizione risorse economiche e cani da pastore per custodire greggi e mandrie. Quando ben realizzate e manutenute, le recinzioni anti-lupo funzionano a regola d'arte. Certamente esiste un costo di attivazione e manutenzione, e su questo aspetto le istituzioni devono migliorare, consentendo a tutti gli allevatori di accedere a fondi e sgravi, accelerando le pratiche per ricevere rimborsi ed indennizzi (dall'agosto 2013 è già attiva la copertura del 100% dei danni da lupo), ma soprattutto mettendo a disposizione più risorse per la prevenzione. Migliore è la prevenzione, minori sono gli indennizzi ed i danni, e più semplice diventa la convivenza uomo-lupo.

    2. Il lupo è pericoloso? No. Non si registrano attacchi all'uomo da oltre due secoli e mezzo, quando la caccia, solo nel 2013 e solo in Italia, ha fatto registrare 13 morti e 69 feriti (fonte: Associazione Vittime della Caccia, comunicato del 01/02/2014). I presunti attacchi avvenuti nei confronti dell'uomo, dove addirittura un lupo avrebbe cercato di salire su di un trattore in movimento, sanno di ridicolo (o di malafede?). Dati alla mano, è assai più probabile essere colpiti da un fulmine o da un proiettile sparato durante una battuta al cinghiale, che essere attaccati da un lupo.

    3. Il lupo fa paura? Sì, se si continua a fare falsa ed errata informazione, il tutto ad uso e consumo, nonché sotto pressione, della lobby venatoria. La predazione avvenuta su alcuni cani, peraltro circoscritta ad un piccolo territorio, non può essere spacciata come un rischio anche per l'uomo. Sia la lettera dei sindaci che diversi articoli giornalistici, nei toni come nei contenuti, sono al limite della denuncia per procurato allarme. Il turismo nel parmense è l'unico settore in crescita negli ultimi anni (nel 2014 +8% di arrivi, +6% di presenze rispetto al 2013): invece di instillare false paure, perché i sindaci non vendono la presenza del lupo in montagna come segnale di un ambiente integro e sano?

    4. Il lupo è una piaga per l'economia della montagna? No. In Emilia-Romagna gli indennizzi per danni da lupo sono inferiori al 5% del totale erogato per tutte le altre specie; i danni da picchi sono pari al 10%, ma nessuno si sognerebbe mai di ritenere i picchi responsabili dell'andamento economico locale! Nel 2013 la Regione Emilia-Romagna ha indennizzato danni da fauna selvatica pari a 1.357.000 euro, di cui 114.000 per lepre e fagiano, specie di cui ogni anno avvengono ripopolamenti da parte delle associazioni venatorie, ben più di quanto venga speso per il lupo. Allora perché nessuno propone di fermare i ripopolamenti di queste specie? Forse perché sono il giochino dei cacciatori? Nei soli Ambiti Territoriali di Caccia parmensi, nel 2013, sono stati indennizzati danni da fauna selvatica per 198.894 euro, di cui 182.000 da cinghiale (specie di cui vanno evidentemente riviste le modalità gestionali), insieme al capriolo classica preda del lupo, il quale quindi può invece aiutarci a controllarne il numero e la distribuzione.

    5. Fino a prova contraria, il lupo è specie particolarmente protetta. Quindi, chi ne suggerisca, più o meno chiaramente, l'abbattimento, si assume una grave responsabilità, per cui si è perseguibili a norma di legge. Si ricorda peraltro che una quota stimata pari a circa il 20-30% della popolazione lupina italiana è uccisa ogni anno illegalmente.
    Probabilmente nella gestione della questione lupo ci sono state mancanze ed errori, a cui bisogna trovare rapidamente una soluzione. Invitiamo dunque le istituzioni chiamate in causa dai sindaci (Provincia, Regione e Corpo Forestale dello Stato) ad impegnarsi sul tema, facendo sì che quello che attualmente è visto come conflitto diventi invece una convivenza, già accettata e condivisa in altre parti d'Italia. Le associazioni ambientaliste sono sempre state disposte al dialogo ed hanno sempre mantenuto toni adeguati. Così avviene anche in questo caso. Ciò non significa che non si sia disposti ad opporsi fermamente a chiunque fomenti false paure ed una caccia alle streghe (al lupo), troppo spesso sospinta dagli interessi venatori e dalle chiacchiere da bar e mai supportata da dati reali".

    LEGAMBIENTE Parma, WWF Parma, LIPU sez. di Parma, ADA – Ass. Donne Ambientaliste, CAI Parma

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