C'era una volta il Pelpirana - I Atto
In questo tratto d'acqua, conosciuto ai bedoniesi come "A Iéra", fino agli anni 50/60, le donne lavavano ancora a mano i panni e il metodo era sempre lo stesso: cenere per sapone, sbattendoli sui sassi per sciacquarli e poi, stesi su un filo, lasciati lì ad asciugare; per i ragazzi invece era un luogo per poter fare il bagno e pescare a mano... trote, cavedani e anguille erano il loro bottino quotidiano.
La scelta radicale di coprirlo ha cambiato sostanzialmente l’aspetto dell’intero paese, ribaltando di fatto le facciate delle case, quelle che prima erano considerate il retro, la parte meno importante, ora godono dell’ingresso principale, ed anche la via parallela, Via Vittorio Veneto, che fino a quel momento accoglieva un gran numero di negozi, si è vista ribaltare la rilevanza, ora è solo una piccola via secondaria.
I motivi che hanno spinto gli amministratori di allora a idearla sono stati principalmente due, la realizzazione della fognatura del capoluogo, prima si scaricava tutto nel fiume, e la possibilità di creare comodi parcheggi per il centro storico.
A Bedonia, da oltre cinquant’anni, si dibatte tra i favorevoli e contrari all’opera, c’è chi la considera fondamentale e chi inopportuna, dal mio punto di vista, a giudicarla con gli occhi di oggi, la trovo talmente assurda da considerarla una "pazzia".
Prima di passare ai particolari dei lavori, che affronterò nella "seconda puntata", vediamo com’era quel tratto di paese fino al 1958, anno in cui iniziarono i lavori del primo lotto di copertura.
Le fotografie che seguiranno mi sono state gentilmente donate da Bruno Cavalli, Stefano Orsi, Giulio Serpagli, Ermanno Cavalli.
Hanno collaborato a questo post: Bruno Cavalli |Stefano Orsi
I HAVE A DREAM
Ho sempre pensato che, fra i tanti, uno dei più grandi scempi edilizi che hanno nel tempo caratterizzato lo sviluppo del paesaggio urbano di Bedonia, sia stata la copertura del tratto di Pelpirana che attraversa il paese. Convincimento che, nel tempo, si è rafforzato via via che mi capitava di visitare paesini di montagna simili alla Pieve in Trentino, Svizzera, Austria, Germania.
Tutti rigorosamente col loro fiume nel mezzo, solcato da belle passerelle in legno, puliti e rallegrati da una bella vegetazione, che allieta la vista e lanimo dei suoi abitanti. Daltra parte, se il paese è stato edificato, nel corso dei secoli, sulle sponde del suo fiume, una (ma sicuramente, anche di più) ragione ci sarà pur stata. Cambiare lo status attuale può sembrare difficile; per alcuni, sicuramente, impossibile.
Ma come sempre, tutto dipende dalla prospettiva da cui uno le cose le guarda.
Una situazione, infatti, molto peggiore di quella che abbiamo a Bedonia la han radicalmente cambiata, recentemente, a New York, città attraversata per chilometri dalla High Line, sopraelevata della locale metropolitana in disuso, che appare in tanti film Americani che affollano la nostra memoria. Ebbene la sopraelevata, seppur in mezzo alla città, è diventata una lunga passeggiata nella natura, con giardini, aree di ricreazione, piste ciclabili e chi più ne ha, più ne metta.
Un polmone verde, creato dal nulla, nel bel mezzo di una città con poco verde pubblico, congestionata ed inquinata. Successo spaziale, che sarà presto replicato sia a New York stessa (ristrutturazione, nel Lower East Side, di una vecchia stazione abbandonata della metrò locale per creare un enorme spazio verde sotterraneo) che a Londra, dove entro il 2016 sará creato (questa volta dal nulla) il Garden Bridge, nuovo ponte sul Tamigi con fiori selvatici, strutture in legno, piante di ogni tipo, una vera oasi di pace nel bel mezzo della capitale britannica.
Troppo lo sperare che qualcosa di analogo possa accadere anche in un paesino come Bedonia, che riesce a dare il meglio di se quando si tratta di distruggere il verde (pubblico o privato che sia) ?
Puó darsi; But I have a dream. Chi vuole sognare con me?
Però che bello che era il paesaggio con il fiume a cielo aperto... sicuramente meno funzionale e pratico non discuto, ma in quanto a fascino... non possiamo far altro che chiamarlo "progresso"...
Be! cosa dire... fantastica la mia "Iera" quanti ricordi ! Quante pedate nel sedere dalla Nina.. (l'ultima lavandaia). Nostalgia? Forse! La preferivo così (pulita naturalmente).
Bellissime foto e certo il paese ha perso molto del suo fascino, se pensi che hanno coperto i navigli che attraversavano il centro di Milano puoi immaginare quanti pazzi si occupano di urbanistica in Italia.
Complineti GRANDISSSIIIMMMMIII!!!!!
secondo me era meglio prima!!!
Secondo me è una chicca il gabinetto in aggetto, nell'ultima casa in fondo: penso scarichi direttamente nel greto...
Mi sono soffermato sulla prerogativa che hanno le foto d'epoca nel risvegliare ricordi che si erano assopiti con il trascorrere del tempo. Ne ho dedotto che abbiano la capacità di riaccendere luci su episodi ricoperti da uno spesso manto di polvere e che generino una sorta di reazione a catena dei ricordi e che fanno parte della nostra tradizione storica-culturale. Ecco perchè le persone che le hanno conservate come reliquie meritano la nostra gratitudine, la nostra stima.
Guardando le immagini degli anni 50/60 del Pelpirana e della Bedonia che fu, ci viene spontaneo pensare che la copertura della "iera" sia stata una operazione devastante che ha deturpato inesorabilmente l'immagine del nostro paese. Mi sovviene però il detto "del senno di poi son piene le fossa" perchè allora il pensiero comune era ben diverso e la stragrande maggioranza dei bedoniese (io compreso) ritenevano che fosse un'opera colossale che avrebbe dato lustro al paese rendendolo più moderno e più efficiente.
Ad onor del vero ci fu un giovane, mio coetaneo che, sin dal primo istante, assunse un atteggiamento di totale e feroce disapprovazione, ma, siccome era solito contrapporsi, lo si lasciava inveire sino al totale smaltimento della bile senza fare alcuna riflessione sulle sue obiezioni che, solo in seguito, si rivelarono sagge e lungimiranti.
Chi era il reprobo che lanciava queste sferzanti filippiche?
Il Gran Maestro Arturo Curà.
Colui che scrisse la splendida canzone allegata che sto riascoltando in cuffia con grande gaudio. Colui che nella prossima estate ci regalerà una serata ricca di canzoni dialettali in Bedonia con il complesso gli " STRYX".
Sarà una serata memorabile, imperdibile.
La bellezza della natura che attraversa un piccolo paesino di montagna e poi l'intervento dell'uomo quasi sempre devastante.
Sarebbe interessante vedere il prima e dopo anche di altre parti del paese.
Chissà forse con la mancanza di fondi per la manutenzione fra qualche anno saranno costretti a fare delle demolizioni e allora si ritornerà agli antichi splendori...... forse saranno solo sogni ma......
Per me un ni. Ci sono dei pro e dei contro. Se fosse rimasta scoperta, magari sarebbe diventata una cloaca a cielo aperto in mezzo al Paese.
Gli interessi per costruire e cementificare... vista così, come in cartolina, è più poetica e risveglia la nostalgia.
Ma sarebbe rimasta così o ai giorni nostri sarebbe stato un altro rudere?
Lo SBAGLIO verra' compreso non so quando, certamente quando verra' il giorno di dover rifare la copertura che non e' eterna, e' li che ci sara' la vera sfida : RICOPRIRE O LASCIARE APERTO ?
Dimenticato da tutti (paremi), c'era anche un canale (detto di Turio) al fianco della Pelpirana ora coperta (sul lato ex-casa Carpani, ecc.). Mi pare partisse da Ronconovo, alimentase il mulino delle Muline, poi andasse sotto per riapparire dietro la casetta du Caiu (pressapoco ora casa Lagasi). Attraversava il rio dei Tufi dentro un grosso tubo nero, poi era scoperto fino all'Albergo San Marco, sotto il quale passava per riapparire dietro la Banca (Banca Popolare Cooperativa Bedoniese).
Giuseppe Serpagli (Peppino) - Milano
Quelli erano i tempi delle grandi idee, del cementificare a tutti i costi, del distruggere tutto quello che di bello esisteva in paese nel nome del progresso e non solo. Veniva fatta la copertura del Pelpirana costruito il palazzo Tognetto demolita via Trieste e poi asfaltata e poi ridemolita e ricoperta con gli autobloccanti rossi.
Ma vaglielo a raccontare tu ai frontisti che la copertura da" Iera" e' stato uno scempio.
Qualcuno sosteneva che avrebbe dovuto arrivare al macello ed oltre.
Io invece con un po' di cattiveria spero che la "Iera" si incavoli e faccia come il Bisagno a Genova, senza vittime pero'.
Ciao Peppino, siamo ancora in pochi a ricordare quello che tu descrivi.
Caro "PIEVASCO" credo che prima di scrivere certe cose bisognerebbe riflettere un po di più, ricordo che la piena del Bisagno fù un dramma per tutta la città di Genova.
Credo che fare una citazione del genere non voglia dire solo mettere tanta cattiveria ma anche sperare che un piccolo paese venga distrutto.
Non sarebbe piu semplice dire "che bello se la IERA" non avesse la copertura!!!
Con i se e i ma.....
A mio parere era splendida senza copertura.... ma sarebbe stata mantenuta o sarebbe una fogna a cielo aperto?
Di primo acchito mi viene da gridare allo scandalo ma pensandoci bene forse è meglio così, alla fin fine mi sembra che a livello costruttivo sia stato fatto un buon lavoro, problemi non ve ne sono mai stati, abbiamo un bel vialone da sfruttare per mille occasioni che all'occhio non è neppure malvagio.... mi fa molto più orrore il "palazzaccio".
Grazie GG per le belle foto, splendido il montaggio sulla canzone fantastica di Arturo.
Voglio rimarcare che questo intervento di copertura non doveva essere l'alibi per la mancanza di fognature nel paese, è logico che queste andavano fatte, ma una visione più lungimirante sarebbe stata quella di realizzarle mantenendo intatto il corso del torrente .
E invece io comprendo bene il valore di giusto sfogo delle parole di questo signor Pievasco: parole che, come avrebbe pronunciato conversando in Via Garibaldi, così ha scritto qui.
Piuttosto, mi sorprende un'altra cosa di questo dibattito (a parte alcuni apprezzamenti per l'aspetto attuale, francamente insostenibili): e cioè che vi sia chi, in buona fede, pensa che, riaprendo il povero nostro torrente, quasi per magia si potrebbe ricreare l'atmosfera del vecchio Lungo-Pelpirana, che gli anziani ricordano e i meno anziani conoscono grazie a tante foto e alla bellissima xilografia di Musa.
Eh, no, signori miei, troppo tardi: la bellezza e l'identità dei luoghi sono fiori delicati, che a calpestarli muoiono per sempre! Per questa parte di Bedonia (o per tutta quanta?), si può ben ripetere quanto affermò mio prozio Don Silvio Bianchi all'epoca della "riforma liturgica" del Vaticano II: "Il misfatto è compiuto!"
Lo snaturamento, anzi, è stato egregiamente portato a termine solo due anni fa, con la distruzione dell'ultimo orto rivolto verso il Pelpirana, attuato con il benestare della Pubblica Amministrazione e dei suoi cosiddetti "piani regolatori", e nella consueta indifferenza della gente.
Con ciò, naturalmente... l'aspetto attuale di queste artificialissime vie può essere solo migliorato: un modo potrebbe essere quello di metter cariche di dinamite sotto la "copertura", ma ce ne sarebbero anche altri.
Aggiungo unannotazione linguistica, forse ovvia ma che in questo caso mi sembra significativa, sul termine "a jèra", da sempre usato dai Pievaschi per designare in modo esclusivo il sito in questione. Esso non è il nome proprio del torrente, anzi neppure indica direttamente il corso dacqua: significa infatti letteralmente "la riva", "la sponda" ("la ghiara", appunto, in italiano antico): a dimostrazione lampante di quanto nella vecchia Bedonia questo luogo non fosse semplicemente e neutralmente una "natura morta", ma una sorta di sbocco del paese, vissuto per molteplici attività.
Mi permetto di inserire uno stralcio di un mio Racconto ancora inedito che racconta le peripezie del paese.
"Lo scempio quotidiano si sostituì all'antico rispetto per il territorio e la popolazione, travolta da orde di amministratori litigiosi e dementi, accettò con folle orgoglio l'imbarbarimento crescente.
Nell'euforia generale si iniziò così a cancellare angoli suggestivi, ad abbattere alberi e a deturpare splendide colline per far posto a una feroce edilizia di massa. Perfino il fiume che attraversava l'abitato fu ritenuto inutile: meglio seppellirlo sotto una immensa lastra di asfalto ove dar posto ad un orrido parcheggio di automobili. Il mio bel paese, giorno dopo giorno, diventò schiavo di protervi imprenditori dell'affare. Un caso esemplare di prostituzione urbanistica.
Bastarono dieci anni per non riconoscerlo più.
Inutili le rare voci dissidenti: tutto trionfalmente al macero."
Dalla Raccolta " Amado Mio "
Caro "Brontolo" cerca di interpretare bene.
La mia era soltanto una battuta, magari infelice, e non un augurio.
La cattiveria cerca di non adoperarla tu. Se non lo hai ancora inteso io sono un Pievasco che si augura che Bedonia venga mantenuta e non distrutta.
Vedo pero' che alla fine hai capito quello che volevo dire.
Meglio tardi.......
Ueila! i miei Nonni, i girini le trote.....mò i rat e rifiuti!
Mah...penso sempre alla nostalgia come ad un antidoto per l'assenza di progettualità.
Considerando lo stato di fatto all'oggi, cosa fare per recuperare lo spirito e l'essenza dell'insegnamento involontario di ieri?
Sicuramente il paese ha perso fascino e autenticita' a favore di comodita' e pulizia, perche' secondo me visto come viene tenuta la parte ancora scoperta della iera sia a monte che a valle sarebbe stata una discarica a cielo aperto.
io purtroppo non ho avuto il piacere di vederla scoperta ma da bambino l'ho percorsa parecchie volte per gioco con altri bambini, circa all'altezza dell'incrocio con il canale che scende da pansamora c'e' una cascatella almeno negli anni 80-90 c'era ed era anche carina, ma che ricordi io a parte il taglio dell'erba da parte degli alpini qualche volta nessuno vi ha mai piu' fatto nulla!!!
Ho un vago ricordo di Lusardi e Aroldi i ruspisti che la spianavano e toglievano gli arbusti che vi crescevano (molti meno di quelli di oggi)e Delpippo che andava a togliere la sporcizia che si accumulava come al solito facendo sentire le sue ragioni nei confronti di chi buttava i rifiuti e sul fatto che se non andava lui non andava nessuno a toglierli!!!!!
E' per questo che dico che brutta che sia forse e' migliore coperta viste le condizioni in cui si trova dove ancora e' scoperta!
Il problema principale penso sia il menefreghismo degli abitanti del paese nei confronti dello stesso, tutti scrivono sui vari forum di cose giuste e cose sbagliate, fatte o non fatte! e mai prima ma dopo che le cose vengono fatte ! Ma credo che con le parole non si fa' molto, vero servono anche le parole e le opinioni ma serve di piu' vivere il paese! un esempio:siamo arrivati al punto che la gente pretende tante cose, poi parli con un postino e ti dice che non riesce a consegnare la posta perche' la gente non si toglie nemmeno la neve dal proprio vialetto privato!!! E questo e' solo uno dei tanti esempi che si possono fare.
Caro Massimiliano 74, credo di averti riconosciuto con piacere!
A parte il fatto che sarebbe bastato un minimo di buona creanza nel Paese riuscendo a tenere pulita la "Jèra", le tue lagnanze coincidono perfettamente con buona parte dell'Italia stracciona di oggi che non sa tenere pulito nemmeno il marciapiede di casa, per esempio a Roma, quella della "Grande Bellezza" di Sorrentino!
Basta andare a leggere il quadro desolante fatto su Repubblica.it di oggi da Francesco Merlo: "Roma, la capitale della Grande Bruttezza".
Potrei perfino darti ragione sul fatto che la copertura del Pelpirana abbia reso decente lo spazio per le automobili, però, che delusione! Passi la "zingaraglia" delle grandi città sommerse dai rifiuti, ma pochi metri quadri di ruscello potevano benissimo essere coltivati, puliti, resi civili.
Invece!
A quanto scritto da Arturo, nel suo libro, aggiungo la riflessione di Konrad Lorenz: "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" Ed. Adelphi 1985.
Cap.III: "I pochi scienziati e difensori della natura che vedono lucidamente approssimarsi la tragedia sono totalmente impotenti. Avviene infatti che un Comune che possiede piccoli appezzamenti di terreno sul limitare di un bosco scopra che questi aumenteranno di valore se saranno collegati da una strada, e cio' basta perche' il grazioso ruscello che attraversa il paese venga deviato, incanalato e ricoperto di cemento, e perche' un bel viottolo di campagna venga immediatamente trasformato..." (PAG. 41 - 42 ).
Anch io ricordo il Pelpirana che scorreva vicino a casa mia e dove, da ragazzina, andavo a giocare...
Dove abito, a Bressanone, ci sono due bellissimi fiumi: ISARCO e RIENZA che scorrono rigogliosi attraversando il paese e dove poi si uniscono dando origine ad un fiume ricco di acqua che mantiene il nome di ISARCO e scorre verso Bolzano.
L'idea di coprire il Pelpirana non è stata felice anzi ha "rubato" un po' di natura e di bellezza al mio paese! Gabriella
Caro Maestro Arturo sono felice sia stato lei a rispondermi e a riconoscermi, e' la seconda volta in assoluto che scrivo su un forum, ho scelto questo perché lo ritengo fatto bene e soprattutto chi vi scrive si fa riconoscere e almeno qui la "monnezza" non e' ancora entrata e spero non entrerà mai.
L'argomento mi interessa molto perché chiama in causa la storia del paese che sento mio, nonostante ho origini della vicina liguria ma vivo in valle (Bedonia-Tornolo-Bedonia) da 36 anni su 40!!!!
A me è stato insegnato e sono un po' così per colpa del mio carattere che le cose quando si fanno o si cerca di farle al bene o non si fanno per niente ma non tutti la pensano o possono pensarla come me!!!! Soprattutto le amministrazioni comunali che si trovano sempre tra l'incudine e il martello perché se fai è perché fai, se non fai è perché non hai fatto, comunque la metti per qualcuno sbagli!!!!
Con questo non voglio giustificare le decisioni prese in quel periodo ma sicuramente forse allora la scelta sembrava quella migliore, certamente con il senno di poi immaginare di veder scorrere un torrente (pulito, curato e rispettato) magari con un fondo lastricato tipo fiumi in trentino sarebbe un punto di forza per la particolarità del paese!
Si, perché Bedonia descritta con una parola da gente che non ci vive ma ci torna ogni tanto è bella perché particolare e secondo me ogni volta che vi si mette mano bisogna ricordarsi degli errori (orrori) fatti prima per non ripeterli!!!!
Purtroppo anche dopo la copertura abbiamo perso la memoria parecchie-troppe volte !!!!!
Arrivederci Maestro
Ragazzi, capisco la nostalgia (vedo che la fa da padrona), ma il progresso chi lo ferma?? Vedi facebook, twitter, ecc.... della copertura ne stiamo usufruendo tutti, e'innegabile, poi ci sta che il paesino di montagna abbia il fiumiciattolo che passa in centro, ma pieno d'acqua, il nostro per 10 mesi l'anno come sarebbe??