C'era una volta il Pelpirana - II Atto

Tutto iniziò nel 1958, con l’allora Sindaco Gianni Moglia “Scarpa”. I motivi che spinsero gli amministratori di allora a coprire il torrente Pelpirana furono principalmente due, la realizzazione della fognatura del capoluogo, prima si scaricava tutto nel fiume, e la possibilità di creare comodi parcheggi per il centro storico. Una volta “votato” l’intervento, nel 1959 iniziarono ii lavori e il primo lotto di copertura era posto tra le due passerelle, la prima era il proseguimento di via Garibaldi e collegava Piazza Sen. Micheli (oggi tra il Bar Lucia e il Bar Mellini), mentre la seconda andava dal “Portico” di via Vittorio Veneto al Vicolo Passerella (oggi tra il bar La Scaletta e la via che porta all’asilo). La ditta esecutrice fu l’Impresa Faroldi di Fidenza.
 
Nel 1965 cambia il Sindaco, ed è il Cav. Lino Carpani a proseguire i lavori del secondo lotto e il tratto di copertura andava dall’allora Via Piave al Mulino di Turio, oggi dall’angolo del “Bar Lucia” allo “Snack Bar”. La ditta esecutrice fu la cooperativa edile I.C.E.S di Parma.
Passa solo un anno e la “Via nuova” si allunga ulteriormente, così nel 1966 inizia il terzo lotto e viene coperto il tratto che va dal “Portico” di via Vittorio Veneto alla confluenza del Rio dei Tufi (oggi dal bar La Scaletta alla Ferramenta Caramatti). Questi lavori saranno gli unici svolti da una ditta locale, a eseguirli fu infatti l’impresa “Ferri-Serpagli” di Bedonia.
 
Nel 1972, questa volta con il Sindaco Renato Cattaneo, si decide di arrivare con la copertura del torrente fino alla provinciale per Chiavari (oggi dalla ferramenta Caramatti al ponte). Il progetto era definito “Quarto e ultimo lotto”, ma in realtà sarà il penultimo. La ditta esecutrice fu l’impresa C.A.P di Parma.
Nel 1976 iniziano i lavori del quinto e ultimo tratto, quello che va dal Mulino di Turio al Rio Costalissera (oggi dallo Snack Bar all’ingresso del Parco Peschiera).  La ditta esecutrice fu l’Impresa Allodi di Parma.
Immediatamente dopo c’era chi spingeva per un sesto lotto, ovvero prevedere un’ulteriore copertura fino ad arrivare all’attuale ponte di legno, quello che collega Via dello Sport con il Parco della Peschiera, ma poi non se ne fece nulla per motivi di “Eccessivo impatto ambientale”.
 
Vent’anni di lavori e circa cinquecento milioni di Lire la spesa necessaria per la copertura del torrente e del nuovo impianto fognario (la somma degli importi è riferita all’epoca dei lavori svolti).

Questa ricostruzione è frutto di diverse ore passate nell’archivio comunale, la matassa non era facile da districare, devo quindi ringraziare principalmente Aronne Biasotti, responsabile dell’archivio comunale per la disponibilità; i Geometri Gigi Serpagli e Lazzaro Ferri per avermi concesso le foto dei lavori riguardanti il terzo lotto; i Geometri Luigi e Gabriele Zerbini per la loro memoria storica; il Comune di Bedonia e il Geom. Stefano Orsi per avermi fornito ulteriori fotografie.

Ha collaborato a questo post:

C'era una volta il Pelpirana - I Atto

Le foto di alcuni lavori (anni 60)



12 Commenti
  1. PIEVASCO

    GIGI CAVALLI
    VORREI ADOPERARE PER SCRIVERE SOLO QUALCHE RIGA NEL TUO BLOG, VISTO CHE FORUM VALTARO E' ORMAI MUTO DA MOLTO TEMPO.
    MI SPIACE PERCHE' POTEVA ESSERE UNA INIZIATIVA INTERESSANTE, UN COLLEGAMENTO CON I CITTADINI, UN MODO MODERNO DI FARE POLITICA.
    MA TANTE' PER DARE RISPOSTE BISOGNA AVERE QUALCOSA DA DIRE, QUALCOSA DA PROPORRE E NON SOLO ORDINARIA AMMISTRAZIONE DA ARCHIVIARE.
    SONO ANNI ORMAI E MI SEMBRA CHE QUALCHE VOLTA ANCHE TU LO ABBIA ACCENNATO, CHE SOLLEVO IL PROBLEMA DEL DEGRADO URBANISTICO DI VIA VENETO E DI VIA TRIESTE.
    BASTA FARSI UN GIRO IN LOCO PER RENDERSI CONTO DELLO STATO DI DEGRADO DEI MARCIAPIEDI CON LE PIETRE ROTTE E BUCHI ANCHE PERICOLOSI, PER NON PARLARE DELL' ILLUMINAZIONE QUASI INESISTENTE.
    A RENDERE INUTILI I MARCIAPIEDI POI CI PENSANO LE MACCHINE PARCHEGGIATE ANCHE IN SECONDA FILA E IN DIVIETO DI SOSTA MENTRE CHI CI ABITA DEVE LASCIARE LA MACCHINA DOVE PUO'.
    SEMBRA CHE QUESTE VIE NON FACCIANO PARTE DI BEDONIA, FORSE CI ABITANO POCHI VOTI, SE SI PENSA AL TEMPO CHE E' PASSATO SENZA PIU' MUOVERE UN BLOCCHETTO ROSSO O FORSE RENDE DI PIU' QUALCHE METRO DI INUTILE ASFALTO DOVE NANCHE CI VOLEVA.
    UNICA SCUSA E' "NON CI SONO I SOLDI": MA SOLO PER VIA TRIESTE?
    SPERO DI RICEVERE QUALCHE COMMENTO ANCHE DA PARTE TUA.

  2. E. Mazzadi

    Buongiorno. Rispondo a Pievasco. Di recente l'amministrazione comunale di Bedonia ha avviato il recupero della porzione storica più degradata del paese: "Le Moline" (sono co-progettista dell'intervento, mentre la direzione lavori è affidata all'ufficio tecnico del comune).
    In questi giorni stanno completando la pavimentazione in lastricato di pietra arenaria e in selciato con ciottoli di fiume: è un intervento che dovrebbe ridare dignità ad un luogo storico (sede di 3 antichi mulini) che nei decenni scorsi è stato trascurato.
    Il progetto è stato vincitore di un bando di finanziamento europeo "Villaggi rurali" e quindi finanziato al 70% a fondo perduto. Le risorse di tale bando non erano però sufficienti a finanziare anche i lavori per la "Contrada". Posso testimoniare che l'amministrazione comunale, negli ultimi mesi, ha fatto diversi sforzi per trovare ulteriori risorse per il recupero delle pavimentazioni di via Trieste e via Vittorio Veneto, anche con diversi incontri in regione.

  3. In'amiga

    Come direbbe qualcuno a me caro "ROBE DE L'ETRU MONDU"
    Grazie tanto per la ricostruzione e le immagini suggestive

  4. Marco Biasotti

    Grazie Gigi per questo tuo costante lavoro di ricerca, bellissimo reportage!

  5. Andy

    I HAVE A DREAM

    Ho sempre pensato che, fra i tanti, uno dei più grandi scempi edilizi che hanno nel tempo caratterizzato lo sviluppo del “paesaggio urbano” di Bedonia, sia stata la copertura del tratto di Pelpirana che attraversa il paese. Convincimento che, nel tempo, si è rafforzato via via che mi capitava di visitare paesini di montagna simili alla “Pieve” in Trentino, Svizzera, Austria, Germania.

    Tutti rigorosamente col loro fiume nel mezzo, solcato da belle passerelle in legno, puliti e rallegrati da una bella vegetazione, che allieta la vista e l’animo dei suoi abitanti. D’altra parte, se il paese è stato edificato, nel corso dei secoli, sulle sponde del suo fiume, una (ma sicuramente, anche di più) ragione ci sarà pur stata. Cambiare lo status attuale può sembrare difficile; per alcuni, sicuramente, impossibile.
    Ma come sempre, tutto dipende dalla prospettiva da cui uno le cose le guarda.

    Una situazione, infatti, molto peggiore di quella che abbiamo a Bedonia la han radicalmente cambiata, recentemente, a New York, città attraversata per chilometri dalla “High Line”, sopraelevata della locale metropolitana in disuso, che appare in tanti film Americani che affollano la nostra memoria. Ebbene la sopraelevata, seppur in mezzo alla città, è diventata una lunga passeggiata “nella natura”, con giardini, aree di ricreazione, piste ciclabili e chi più ne ha, più ne metta.
    Un polmone verde, creato dal nulla, nel bel mezzo di una città con poco verde pubblico, congestionata ed inquinata. Successo spaziale, che sarà presto replicato sia a New York stessa (ristrutturazione, nel Lower East Side, di una vecchia stazione abbandonata della metrò locale per creare un enorme spazio verde sotterraneo) che a Londra, dove entro il 2016 sará creato (questa volta dal nulla) il “Garden Bridge’, nuovo ponte sul Tamigi con fiori selvatici, strutture in legno, piante di ogni tipo, una vera oasi di pace nel bel mezzo della capitale britannica.

    Troppo lo sperare che qualcosa di analogo possa accadere anche in un paesino come Bedonia, che riesce a “dare il meglio di se” quando si tratta di distruggere il verde (pubblico o privato che sia) ?
    Puó darsi; ”But I have a dream”. Chi vuole sognare con me?

  6. Remo Ponzini

    Caro Gigi, hai dovuto trasformarti in topo di archivio per ricostruire la storia, in cinque trance, della copertura del Pelpirana. Una iniziativa che ha richiesto consultazioni cartacee assai...polverose ma utile ad informare i giovani che se la sono travata sotto i piedi ad opera completata.

    Mi sto chiedendo da tempo se tu sia più ambasciatore (fornitore di notizie) o più sherpa visto che ti sobbarchi anche di lavori tutt'altro che tonificanti. Diciamo che non ti sottrai mai, costi quello che costi, alla tua passione ed amore i per luoghi che ti diedero i natali. Lo dico in senso lato in quanto è nota la tua determinazione di trasformare i cinque comuni della vallata in una unica grande comunità. Che Iddio ti preservi.


    P.S. Mi è molto piaciuto il post di Andy sia per la piacevolissima scrittura che per i contenuti. Ci ha fatto sognare prospettandoci una visione d'insieme, un po' idealistica, ma non impossibile da realizzare. Da noi questa attenzione non c'è mai stata ma il recente rifacimento della pavimentazione delle Moline, in fase di ultimazione, mi fa sperare che qualcosa stia cambiando. Basta cemento e nuove costruzioni. Occupiamoci della ristrutturazione delle abitazioni esistenti. Il nostro comprensorio ne ha migliaia e per tutti i gusti. Sia nei centri principali che nelle frazioni.

  7. Virgy

    Grazie Pievasco la penso come te! Come ricordo benissimo che prima delle Moline si parlava di via veneto e via Trieste! Il degrado e la sporcizia che c'è (soprattutto alla domenica) è indescrivibile..... il Portico è diventato il pisciatoio (x non dire altro) di Bedonia.

  8. Ruggero

    Io penso invece che la situazione del fiume più a valle della copertura dovrebbe farvi ragionare di più e meglio sulle grosse differenze tra un fiume che scende dalle Alpi ed un torrente che scende invece dagli Appennini!!!
    Nessuno discute sul fatto che a cielo aperto, con due o tre ponti il centro paese di Bedonia ne avrebbe sicuramente giovato a livello visivo ma l'acqua stagnante del periodo estivo non sarebbe stata altrettanto gradita dal naso dei pochi villeggianti che sostano al bar Mellini o al bar Lucia!!
    Questa è la cruda realtà, volenti o nolenti!!
    Le decisioni di allora seppur discutibili possono essere così giustificate!!
    A tutti piacciono i fiumi in Val Gardena ma la forza che esercita in quel caso l'acqua e la sua costante portata per tutto l'anno facilita il mantenimento in pulizia del letto......da sempre vero dramma per il Pelpirana!!!

  9. Gianguido

    Grande gigi, mi hai tolto una curiosita' che mi chiedevo da molto tempo, una ricostruzione bellissima... Un "nostro pezzo di storia"... Bravo!! E grazie!!

  10. Peppino Serpagli

    Molto interessante la storia della molto discutibile copertura del Pelpirana. A proposito del mulino di Turio, qualcuno sa chi era Turio? E' veramente esistito un Turio o era il soprannome di qualche Lagasi, Squeri o Serpagli? Quanti problemi legali, dopo la copertura, il "suo" canale che andava dalle Muline appunto al suo mulino, che io non ho mai visto in funzione.
    Peppino Serpagli - Milano

  11. Remo Ponzini

    Caro Ruggero, devo ammettere che le tue considerazioni hanno una certa valenza. Effettivamente si fa fatica a confrontare i nostri corsi d'acqua con quelli alpini dove il cielo si fa una pisciatina con cadenza quotidiana e dove i ghiacciai diventano incontinenti a causa delle carezze del sole.

    Però se da noi tutte le fognature fossero intubate ed il corso del Pelpirana avesse delle piccole briglie con cascatelle ogni 50 metri (come aveva recentemente pensato e progettato il geom. Stefano Orsi), direi che si riuscirebbe a dare un aspetto molto caratteristico al nostro torrente. Considera che le briglie creano sempre dei piccoli laghetti che,ripopolati di trote fario, stimolerebbero curiosità ed attrattiva di indigeni e turisti.

    Continuando poi nel mio sogno (mi ha ispirato Andy) si sarebbe potuto costruire, almeno su un lato, un bel sentiero dotato di lampioncini romantici che avrebbero ulteriormente abbellito il paese consentendo,al contempo, di fare piacevolissime passeggiate diurne e notturne.

    So che un turbolento come te a questo punto mi avrà già mandato a quel paese ma se hai pazienza di soffermarti a riflettere ti renderai conto che anche l'impossibile si può attuare. Si dice che a volte anche i sogni si concretizzano..

    Ciao

  12. Pievasco

    Caro Remo, ormai bando ai sogni e alle considerazioni sul sarebbe stato più bello e più romantico. A Iera continua sia a monte che a valle della copertura ed è lì che si puo' mantenere il PELPIRANA come era, con le stradine di accesso transitabili e non ostruite o cedute gratis ai privati.

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