l'Unità si è suicidata

Hanno sbagliato titolo anche stavolta, quello giusto doveva essere “l’Unità si è suicidata”, invece ne hanno scelto un altro, dando così la colpa agli altri. Se un quotidiano non ha i numeri “Per tirare a campà”, vuol dire che nessuno se lo fila, vendere 20.000 copie in tutta Italia significa avere un consenso popolare ai minimi termini e allora perché tenere ottanta dipendenti solo per pochi nostalgici o ormai collezionisti?

Farlo vivere ulteriormente significherebbe mantenerlo con altri finanziamenti pubblici (3.600.000 Euro l’anno), in caso contrario, se è così vitale la sua sopravvivenza, perché non portare il costo della copia a 5 Euro in modo che gli affezionati lettori possano sostenerlo?
Se non si trattasse di un quotidiano “protetto” da un partito, ci sarebbe la stessa levata di scudi, si farebbe ugualmente la petizione “Siamo tutti lettori e giornalisti de l'Unità” o i ben pensanti dire “Giorno di lutto per la democrazia” oppure “Non si può immaginare un’Italia senza l’Unità” ?

Giornalisti, impiegati e poligrafici saranno posti in cassa integrazione… esattamente come tutti in questo orribile periodo, ma perché mai si dovrebbe privilegiare questa sopravvivenza rispetto a quella di un negozio di alimentari o di un artigiano? Se un’impresa non ha più lavoro o lavora male chiude, nell’ultimo anno ne sono cessate 14.000 e le conseguenze le stiamo vivendo tutte e tutti sulla nostra pelle, senza tanti proclami o sostegni statali.


10 Commenti
  1. PK

    Senza dimenticare che c'era chi la voleva comprare, con esperienza editoriale innegabile, ma è di dx e allora miseria, o meglio ciucciano i nostri soldi i cari PDini...

  2. #hammer

    Ti quoto al 100 % parola dopo parola , il concetto non fa una piega a pagarla. GRAZIE

  3. W Renzi

    Hanno ucciso l'Unità chi sia stato non si sa, forse quelli della mala forse la pubblicità, hanno ucciso l'Unità non si sa neanche il perché, avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè

  4. Il Geom.

    I nostri cari politici di sinistra hanno già provato una volta (o forse più volte) a salvare il "loro quotidiano" ma hanno fatto fiasco !! Ora se vogliono riprovarci lo facciano pure ma stavolta CON GLI EURO CACCIATI FUORI DIRETTAMENTE DALLE LORO TASCHE e non con i soldi di tutti i contribuenti italiani. Scommetto che se dovessero veramente contribuire di tasca loro i ns. cari politici di sinistra NON SENTIREBBERO POI COSI' TANTO LA MANCANZA DEL LORO QUOTIDIANO L’UNITA'. Chissà perché ???

  5. Giancarlo

    Il partito dei lavoratori come si vede è insaziabile e se qualcuno ha da ridire si accomodi

    Anno / Finanziamento al quotidiano

    2003 6.817.231,05 €
    2004 6.507.356,94 €
    2005 6.507.356,93 €
    2006 6.507.356,94 €
    2007 6.377.209,80 €
    2008 6.377.209,80 €
    2009 6.377.209,80 €
    2010 5.656.442,55 €
    2011 3.709.854,40 €
    2012 3.615.894,65 €

  6. Stefano Bruschi

    ... attenzione alla vendetta postuma ...

    Così scriveva il Corriere solo alcuni giorni fa:
    " Le banche: «Adesso Renzi paghi il debito dei DS»
    Il tribunale ha emesso i decreti ingiuntivi per 110 milioni a favore delle banche che prestarono i soldi a L’Unità e, come mostriamo in esclusiva, i Ds si adoperarono perché a pagare fosse Palazzo Chigi"

    Per l'articolo completo:
    * vedi Link/Url

    La notizia poi, NATURALMENTE, non è stata ripresa, praticamente, da NESSUNO !!!

    Qundi state, anzi stiamo all'erta che nei prossimi giorni Matteino Renzino, mascherandosi dietro il sorriso delle sue ministre soubrette, tirerà fuori qualche altra micidiale accisa ...!!!

    Cottarelli dove sei, se ci sei batti un colpo !

    Stefano Bruschi

  7. Adriana C.

    Finalmente uno dei miei desideri oggi si sta esaudendo! Lo dicevo da tempo che " L'Unita " giornale partitocratico piddino avrebbe chiuso i battenti. Un giornale nato per la fame di democrazia negli ultimi anni è stato sopraffatto dal potere politico per me' questo giornale è morto anni fà. Grazie ai sovvenzionamenti avete campato per anni perchè in quanto a copie non vi cagava più nessuno a parte qualche sindacalista sciacallo di altri tempi e qualche pidiota fissato....... gli altri giornali di regime che per anni hanno disinformato faranno la stessa fine.

  8. M.

    Il "Fatto Quotidiano", ad esempio, si regge solo sulle sue di gambe (penne?), senza finanziamenti pubblici. Vive producendo un prodotto giornalistico apprezzato dal mercato asfittico dell'informazione italiana (MERCATO DELL'INFORMAZIONE, come dovrebbe essere in una democrazia occidentale matura, quindi non in Italia!). Una voce fuori dal coro: basta visitare il sito per trovare notizie altrimenti nascoste o dimenticate (coinvolgimento dell'Italia nella guerra a Gaza, pericolo Ebola, depositi postali a rischio per attività della Casa Depositi e Prestiti intenta a pagare debiti pubblici, anche di città come Milano,...); il compito di un organo di informazione dovrebbe essere "fornire informazioni" ai cittadini, in massima qualità e trasparenza, al pari di un qualsiasi prodotto, senza altre dietrologie. lavori bene, ti comprano e ti leggono (ti guardano, ti ascoltano, ti clikkano, ti sfogliano,...), bene vai avanti. Sei nessuno, allora chiudi. L'editoria italiana, e quindi i mezzi di informazione, e quindi i giornalisti, sono invece completamente inquinati, ammorbati, da due fattori: "editori impuri" disinteressati al prodotto editoriale ma che operano solo perchè hanno le mani in pasta in mille rivoli affaristici (anche localmente) e "finanziamenti pubblici ricattatori" mal gestiti (anche localmente). Anzi, sono tre: c'è anche l'alleanza, se così la vogliamo bonariamente chiamare (forse complicità suonerebbe meglio?) tra editori impuri e chi gestisce i finanziamenti pubblici (apparati politici). E parlo (anzi scrivo), scusate l'arroganza, con assoluta cognizione di causa.

  9. Nando Rugby B

    Ho 15 anni e le idee poco chiare. Ho letto un articolo di Michele Serra e la penso come lui, a noi giovani non interessano i giornali di partito ma i giornali, possibilmente, liberi ed autonomi.

  10. Monica

    Quanti soldi finiti nel cesso. E quanti giornalisti, grafici e poligrafici a spasso nonostante la valanga di denari. Se tutti quei soldi pubblici li avessero utilizzati per destinarli all'editoria in generale (di partito e non!) oggi molti miei colleghi non sarebbero senza lavoro. Compresi quelli dell'Unità. Venendo da quel mondo, sono pressoché certa che buona parte dei soldi destinati a quel giornale non sono serviti per salvare il quotidiano bensì per continuare a ingrassare le tasche dei vertici del suddetto giornale! Ma si sa... è l'Italia bellezza! Sic!

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