La Sagra della Trota
Quest'anno ricade il 60° anno della sagra più longeva della nostra provincia
In un documento storico (in allegato) sono riportati i dettagli di quella proficua giornata:
“La sperimentazione della Sagra della Trota fu effettuata senza inviti alle autorità. Le trote furono procurate dai pescatori locali (Biasotti n° 38 trote più Cavedani e Barbi), sotto la pioggia, senza seggiole e tavolini, a mò della Sagra del Pesce di Camogli”.
L’anno successivo, con l'allora Sindaco Avv. Aldo Milani, si decise di dar seguito a quella che diventò poi la seconda edizione della Sagra della Trota: Ferruccio Bresadola forgiò i due padelloni per friggere, i dipendenti comunali realizzarono i fornelli in mattoni refrattari, le sarte bedoniesi cucirono i cappelli e i grembiuli per i cuochi, mentre un occhio di riguardo ci fu per gli abiti tradizionali delle giovani e belle cameriere.
P.s.
In questa sessantesima edizione sono state consegnate le targhe ricordo ad elogio ai figli dei tre storici fondatori: Carletto Biasotti, Carlo Squeri e Aldo Milani. 2004: la 50a edizione
Vorrei ringraziare il buon Esvaso per il suo lodevole interessamento al rifacimento del famoso "gagliardetto simbolo della festa della trota" in quanto ahimè l'originale, da alcuni anni. è misteriosamente scomparso.
Bravo e tante grazie Gigi (ed anche ad eventuali altre persone che hanno collaborato all'iniziativa). Il tutto nella speranza che non vada nuovamente perduto
Dunque il mio grazie si fa doppio caro Gigi, per la bellessima ed emozionante mostra fotografica in via Garibaldi e, lo apprendo ora, per il gagliardetto finito in fondo a qualche magazzeno ma che ricordo fu cucito dalle nostre suore sessant'anni orsono.
Sempre una giornata bellissima!
Grazie a tutti per questa bella giornata, una lacrimuccia su quel palco mi è sfuggita.
Ringrazio Gigi per tutto.... Ah, il gagliardetto, mistero!
Finita la festa i ricordi restano x sempre!
Grazie x tutto a te Gigi, Mariapia e a tutti coloro che x anni hanno sempre lavorato x rendere questa festa sempre più grande! Un particolare ringraziamento a Domenico Zambelli che con la sua popolarità ci ha fatto una bellissima pubblicità.
Il gagliardetto, splendido, una copia perfetta! Chissà se ricomparirà un giorno l'originale! Ricamato a mano dalle ragazze e le suore dell'Asilo ( mistero!)
Che nostalgia a far scorrere queste fotografie nonostante non siano appesantite dal tempo.
Mi compiaccio con Gigi e con quanti altri hanno a cuore Bedonia e le sue lunghe tradizioni lasciate da chi ci ha preceduti
Ciò significa il recupero delle tradizioni ma solo con lapporto di tutti gli addetti. La degustazione della trota del Taro accompagnata dalla fetta di polenta e da buon vino, è una delle componenti culturali e naturali dei nostri capisaldi locali. Una sagra bene cresciuta nel tempo. Complimenti a tutti
Una festa storica ed indistruttibile. Un matrimonio inossidabile tra la comunità bedoniese e questa sagra che dura imperterrito da sessant'anni senza conoscere nè crisi, nè cedimenti, nè momenti di stanca.
Anzi in ogni edizione si cerca sempre di migliorarsi andando a correggere le sbavature e facendo tesoro dell'esperienza acquisita. Direi che in questo allestimento molto particolare si sia raggiunta quasi la perfezione. Ridottissimi i tempi di attesa alle casse ed altrettanto sollecito il servizio al tavolo.
Visto l'andamento di questa estate "horribilis", avevamo anche bisogno di una giornata soleggiata che ci è stata elargita con grande munificenza da una generosa mamma natura.
La partecipazione è stata, come al solito, assai numerosa e ben distribuita nell'arco dell'intera giornata. E per i ballerini anche la presenza di una valida orchestra.
Un evento amato dai bedoniesi ma anche da valligiani e villeggianti.
La premiazione è stata il corollario di questa serata ed ha interessato gli "eredi" di questa festa simbolo. L'ideatore per eccellenza fu Carletto Biasotti che tramutò una mangiata improvvisata, in una festa che resterà per sempre l'emblema del paese. Ovviamente fu supportato dai pubblici rappresentanti chee appoggiarono l'iniziativa e dalla partecipazione della popolazione che collaborò con grande entusiasmo.
La prossima ricorrenza ? Nel 2054 per il centenario. Mi raccomando... tutti presenti.
Mi vien quasi da sorridere a sentir comunemente parlare, e con riverenza, di questa simpatica consuetudine (targatissima "Anni Cinquanta") come di una "tradizione".
L'attaccamento, peraltro, è ben giustificato, e non solo per la deliziosa croccantezza del pesce fritto (che però diventa "piatto forte" solo grazie alla soda polenta), ma anche per quell'aria di civile ottimismo, di rito gioviale, che la "sagra" ha saputo mantenere dall'epoca in cui fu ideata e che torna assai gradita e quasi "curativa", nel cupo contesto di oggi: merito che indubbiamente va riconosciuto agli organizzatori, che si impegnano per riproporre anno dopo anno la formula originale.
Stiamo quindi allegri, e gustiamoci trote e polenta con del buon vino (bianco, possibilmente), smaltendo la cena con bei volteggi in pista da ballo (orchestre-spettacolo di oggi permettendo...); e, nei momenti di maggior lucidità, cerchiamo invece di ricordare le vere e, ahimè, sommerse tradizioni di Bedonia, chiesa matrice da oltre mille anni, terra di ottimi calzolai (nel senso antico: fabbricanti di scarpe) e di scrupolosi notai, oltreché naturalmente di molti preti, in buona parte portatori di fede e di cultura umanistica.
Bellissima festa come sempre, come bellissima la foto che ritrae Marco Benaglia dedito alla polenta...... pero' questo gagliardetto che fine ha fatto ? Possibile che nessuno sappia dove e' imboscato, mi viene in mente quando, sciaguratamente, avevano rifatto i marciapiedi di via Garibaldi e le ciappe originali sparirono per far posto a quello schifo che c'e' ora, mah si vede che a qualcuno piace aver in casa la storia del proprio paese.
Avevo le foto scattate da mio padre con la sua Leica di una delle prime se non la prima edizione di questa bellissima manifestazione. Mi metto alla ricerca, poi ne riparliamo.
Se penso che le prime sagre si friggeva il pesce direttamente pescato nel Taro, mi vien da piangere. Oggi non si farebbe la festa neanche prendendo tutte le trote che sono nel Fiume dalle piane di Carniglia a S. Maria