La Madonna del Rosario
Usi, costumi e retroscena della sagra bedoniese ormai centenaria
Per l’occasione Maria Pina prepara i Crocetti con il sugo di Lepre e per bontà sua mi chiama dicendomi che ne ha fatto qualcuno anche per me… mentre li stende infarinati sul vassoio, uno dopo l’altro, mi racconta come veniva vissuta “A Madona” anni addietro.
Nella giornata della Madonna del Rosario le finestre e i balconi della contrada erano adornate da coperte e pizzi pregiati per il passaggio della processione, un segno di onore e riconoscenza alla Madonna. Aprivano il corteo i bambini al fianco delle Suore di Carità, seguiti da tutti i bedoniesi del “sasso”, a seguire i numerosi fedeli che provenivano dagli Oratori vicini, al centro il Rettore del Seminario che celebrava la "Messa grande". Dietro al baldacchino della Madonna, portata a spalla dagli iscritti alla Confraternita del Sacro Cuore, il gonfalone comunale, giunta e Sindaco in fascia tricolore, poi i Marescialli di Carabinieri e Forestale.
Finita la funzione religiosa si teneva l’incanto, una sorta di aiuto economico per le casse della Parrocchia e si metteva all’asta un po’ di tutto, mentre il buon esito del ricavato era riposto nella bravura dei due “battitori”: Giovita Salini e Zeffirino Squeri.
La mattinata proseguiva poi con il pranzo in Canonica, dove il Parroco invitava tutte le personalità del paese, il menù era preparato dalla “Perpetua”, ma con il contributo dei bedoniesi più generosi.
La giornata della sagra era anche la conclusione dei diversi festeggiamenti avvenuti durante l’anno nei paesini della Parrocchia: Roncole, Cavignaga, Monti, Momarola, Fontanabonardi. I bedoniesi andavano volentieri alle sagre di questi paesi, anche perché gli abitanti erano orgogliosi di poter ospitare i “cittadini” e offrirgli una fetta di torta di patate o di dolce, anche se, già sulla soglia della porta, si sentivano dire: “ Cos' t'ê fattu de bón? ” (Cosa hai fatto di buono?).
Così, per la Madonna del Rosario, i “Contadini” scendevano in paese per partecipare alla funzione religiosa, un’occasione per invitarli nella casa dei "Pievaschi" a mangiare qualcosa e contraccambiare così l’ospitalità ricevuta, ma entrando in casa si sentivano chiedere: “Cos' te m'ê purtè de bón?” (Cosa mi hai portato di buono?).
Maria Pina, con le mani infarinate, mi saluta sorridendo: “Ci sa se l'è véira, a mi i me l'àn cuntè cussö!” (Chissà se è vero, a me l’hanno raccontata così).
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Bedonia Tradizioni Ricordi/Storia Racconti Manifestazioni Religione Gastronomia Maria Pina Seminario
Interessante Gigi. Tutto questo non lo sapevo!!
Tradizioni ormai che piano piano vanno scomparendo! Cerchiamo un po' di tenerle in vita almeno tramite i ricordi.
Un'altra tradizione della Madonna del Rosario, appena usciti da messa, si andava a casa a mangiar balletti e le rustie, erano le prime castagne che si mangiavano (strano aperitivo)! Inoltre vi erano altre due aste "l'incantu", la prima era per la questa (la decima), ora in pochi la pagano, mentre l'altra era quando il prete andava a benedire le case.
Allora la gente aveva pochi soldi per fare l'offerta, così donavano farina, uova, pollame, formaggi, verdure, ecc..... mio zio Giovita con grandi cesti di vimini batteva l' asta, tranne che le uova, perché erano già vendute prima di arrivare in piazza....haa haa haa era la pasticcera di Lina (nipote del Giovita) che se le accapparrava tutte, conservandole in una grossa vasca, sotto alla calce!
Tornando alla nostra Madonna, bisognerebbe proprio rispolverare l'usanza dlle bellissime coperte e tovaglie, per dar quel bel saluto (come una volta) alla nostra bellissima Madonna...
Si mettevano alla finestra le coperte più belle. Quelle fatte a mano. Ricamate fatte all'uncinetto. Dei capolavori dell'epoca.
Una processione che mi riporta a quando ero bambina e ai miei nonni che mi accompagnavano per mano. Bedoniesi mantenete queste belle tradizioni.
Per curiosità quest'anno è stata ugualmente svolta vista l'emergenza sanitaria ?