Tre giorni di gennaio sul Monte Penna

Un taccuino di viaggio pubblicato nel 1880 da Giovanni Mariotti
Una curiosa spedizione avvenuta nell’inverno del 1879, partita da Parma per giungere al Monte Penna. Un tragitto percorso ovviamente a piedi e caratterizzato da varie soste in osterie, alberghi e case di Berceto, Borgotaro, Bedonia e Santa Maria del Taro, transitando per i monti Prinzera, Cisa, Segalino e Orocco.
“Tre giorni di gennaio sul Monte Penna”, è un testo meraviglioso, scritto a mo’ di taccuino giornaliero dall'archeologo parmigiano Giovanni Mariotti, tanto da ricordare l’allegra brigata del romanzo di Jerome: “Tre uomini a zonzo”.

A fare da spalla al Mariotti vi sono due curiosi compagni d’avventura: il Barone Tancredi Cappa Bava, Capitano di Artiglieria e il Conte Enrico Zileri Dal Verne, Tenente di complemento nella Cavalleria Aosta. Due personaggi illustri con cariche altisonanti, ma anche l’autore Mariotti sapeva il fatto suo, personalità molto conosciuta nel parmense: eletto Deputato, Senatore e Sindaco di Parma per quattro mandati, dopodiché il Rifugio del Lago Santo porta il suo nome, così come la Corale del CAI, il viale sul lungoparma, ma è stato anche fondatore e presidente della Sezione CAI di Parma.
È l’avventura di tre notabili che affrontano un viaggio spartano e al limite dell’incredibile, descrivendo in maniera scientifica e spiritosa situazioni, luoghi e persone di quel gennaio di fine ottocento, in particolar modo l’incontro con l'imprenditore lungimirante Henry De Thierry.

Tutta questa mia premessa, compresa la descrizione dei protagonisti che seguirà, è necessaria per capire la "foggia" dei tre alpinisti “buontemponi” diretti al Penna:
"Scarpe ferrate, uose di lana lunghe fin sopra il ginocchio, pantaloni di fustagno da cacciatore, uno spencer nero stretto alla vita con cinta di cuoio, al collo un foulard e in testa una berretta d’astracan, di quelle che si stringono sulle orecchie per riparlarle dal freddo, a tracolla un plaid, dall’altra parte un potente binocolo da campagna. Il termometro, unico istrumento scientifico che avevamo con noi, aveva un freddo indiavolato, pareva che, per ripararsene, la colonna di mercurio si ritraesse nel bulbo, proprio come fanno coloro che vanno a letto freddi e non possono riscaldarsi e ritirano a poco a poco le gambe ed i piedi.".

Un libro d’interesse storico, di grande attualità e spiritoso in alcuni passaggi. Si tratta di una pubblicazione ormai introvabile, se non alla Biblioteca Palatina di Parma, anche se per mia fortuna ne ho una fotocopia, gentilmente donata dall’amico Romeo Broglia, che non finirò mai di ringraziare. A mia volta lo dono e per chi fosse interessato a leggere il racconto lo troverà in allegato (i diritti d'autore sono cessati).
In occasione del 140° anniversario della fondazione della sezione CAI di Parma, perché non rivivere, magari in più escursioni, tratti di quel tragitto?

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16 Commenti
  1. Serena

    Frequento praticamente da sempre i crinali del monte Penna e questa avventura del mio “capostipite” Mariotti mi era sconosciuta, sebbene accompagnatrice C.A.I e pratico escursionismo tutto l'anno.

  2. Chicchi

    ....uauu che bella sorpresa, non vedo l'ora di iniziarlo a leggerlo.
    Grazie mille GG, sei una vera e propria forza della natura :-)
    Un bacione
    C.

  3. Riccardo

    Scaricato e stampato una testimonianza di altri tempi

  4. Alberto Chiappari

    Qualche anno fa la rivista Alp (credo oggi estinta) pubblicò un lungo articolo su questa grande escursione. Purtroppo qualche Attila casalingo gettò la rivista nella raccolta della carta. Mi fa piacere ora leggere il libro originale. Grazie

  5. Dolores

    Articoli, foto ed ora anche un libro: sei fantastico Gigi! Grazie

  6. Italo vignali

    ....non si deve ricordare a Gigi che lo consideriamo il N 1 per due ragioni.
    La prima è che poi si "gasa" come una bombola di CO 2, la seconda che in segreto dice di più: non 1.0, bensì 3.1........italo

  7. Giuliano da Bedonia

    Ho parlato di questa opera nel mio libro "Ottocento in Valtaro" edito un paio di anni fa dal Centro Studi Casaroli (pag. 138). Posseggo anch'io in fotocopia il libro di Mariotti.
    Sono comunque contento che anche tu l'abbia apprezzato. E' un documento veramente interessante. Ci rivela l'alpinismo parmense dell'Ottocento, che spesso frequentava il nostro Penna per le sue escursioni.

  8. Giuseppe Capella

    Grazie un regalo molto gradito!

  9. Romeo Broglia

    Grazie Gigi,
    non avevo dubbi che la lettura di questo testo ti avrebbe entusiasmato e che avresti condiviso con me la necessità di diffonderlo il più possibile. Per correttezza devo dire che tutto questo può accadere grazie all'amico Daniele Fava, appassionato cultore della storia locale e membro della Deputazione di Storia patria che ha curato il paziente lavoro di acquisizione digitale del testo e della sua restituzione in formato PDF.
    Sono daccordo anch'io che sarebbe bello riproporre questo "viaggio", oggi che molte persone hanno riscoperto il dolce piace del " camminare ".

  10. Delnevo Sabrina

    Grazie Gigi... sei sempre uno stimolo... hai una visione della vita, della cultura , dei nostri "luoghi" molto interessante e coinvolgente..... devi vedere un altro capolavoro dei nostri luoghi la Fabbrica del Cemento di Ghiare (Fornace Marchino) sarebbe un onore la tua presenza... la tua passione in quello che fai magari ti fa venire qualche idea "buona" per rilanciare i nostri amati monti!!!!!

  11. Fabrizio Russo

    Grazie Gigi, ogni tanto ricordarsi dei nostri "padri" è molto importante.
    Lo scorso anno abbiamo rievocato in parte l'avventura partendo da Parma con mezzi pubblici per salire sul Penna.
    Quest'anno per il 140° sarebbe in effetti carino ripercorrere questa idea "esotica" di Mariotti. A giugno abbiamo in programma qualcosa di simile.
    Disponibile per una...passeggiata.

  12. Simone da Carniglia

    Grazie mille per la condivisione di questo piccolo gioiello alpinistico!

  13. RAFFAELE TAMBINI

    Grazie Gigi
    Come sempre sei la colonna della nostra montagna ...lo leggerò e conserverò con immenso piacere

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