Il "Cacciatore di sassi"

E' stato assegnato al Quirinale il premio internazionale ENI Award 2016 che è andato al bedoniese Emiliano Mutti
In questo post c’è una storia. La storia di un uomo illustre della nostra valle che ha contribuito a migliorare l’utilizzo delle fonti energetiche. Nel mondo del petrolio è conosciuto come il Professor Emiliano Mutti, mentre per i bedoniesi è semplicemente Milanetti di Nociveglia. Per entrambi un genio.
Il Professore lo incontro nel suo studio di Bedonia: scrivania al centro e tutto attorno la sua vita. Scaffali, mensole e pareti custodiscono il risultato di 83 anni di studio, lavoro, passioni. Tutto è occupato da fascicoli, mappe, fotografie e frammenti di roccia.

Il 20 ottobre scorso, si è svolta al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente di ENI Emma Marcegaglia e dell'Amministratore Delegato di ENI Claudio Descalzi, la cerimonia di assegnazione degli ENI Award 2016 e ad essere premiato è stato il “nostro” Emiliano Mutti.
Si tratta di un riconoscimento internazionale e divenuto nel corso degli anni un punto di riferimento per i ricercatori impegnati nei campi dell'energia e dell'ambiente, con lo scopo di promuovere e migliorare l’uso delle fonti energetiche. Per l’edizione 2016 le candidature presentate sono state 865.

Negli anni sono stati migliaia i ricercatori coinvolti a livello mondiale che hanno presentato le proprie ricerche e centinaia le personalità ad alto livello che le hanno garantite, tra queste 27 Premi Nobel.
La ricerca esposta dal Prof. Mutti ha fornito un contributo alla conoscenza dei meccanismi di sedimentazione delle rocce e migrazione degli idrocarburi nel sottosuolo: “Sedimentazione di mare profondo: geometria e caratteri di facies di reservoir torbiditici e conturitici”.
Dopo avermi spiegato in sintesi la sostanza di questa sua ricerca, va al nocciolo del problema: “Le rocce sul fondo oceanico sono l’ultima speranza per il petrolio”.

Approfitto della sua disponibilità e non escludiamo nessun argomento. Del resto Mutti di passioni sembra averne tante. La più entusiasmante è senz’altro la fotografia. Così affrontiamo i ricordi e le immagini di un tempo escono magicamente dal cassetto. Sono in gran parte in bianco e nero: Bedonia, la Valceno e i primi viaggi all’estero.
Una di queste foto è scattata sul monte Pelpi: vent’anni e doppietta da caccia in spalla. Pausa… si accende una sigaretta, fissa un po’ l’immagine e poi aggiunge: “Vedi com’è strana la vita, sono passato da cacciatore di beccacce a cacciatore di sassi”.

Siamo alla stretta di mano. Lo ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e per l'appassionante chiacchierata. Anche lui a suo modo mi saluta: “Grazie a te, ma vedi, il Geologo va preso per quello che è… uno storyteller che racconta storie che vanno da quella di un granello di sabbia che parte da una montagna e finisce in fondo al mare a quella di una catena montuosa che si forma, si innalza e poi sparisce col tempo”.

Qualche notizia in più su una vita dedicata alla scienza.

Il Dott. Emiliano Mutti è nato a Gozzano nel 1933, ma per sbaglio, i suoi genitori si trovavano sul Lago d’Orta solo per motivi di lavoro, i Mutti si sa, sono originari di Nociveglia. Consegue la maturità classica al Liceo Carducci di Milano e si laurea in Scienza Geologiche all’Università di Milano. Dopo otto anni di docenza universitaria a Torino e Ferrara è chiamato dall’Università di Parma per ricoprire la cattedra di Geologia, ne resterà titolare sino al pensionamento per raggiunti limiti di età (2007).
È autore di oltre un centinaio di pubblicazioni su temi di sedimentologia e stratigrafia e gli sono stati dedicati tre libri da altrettante Università internazionali.
Tra i tanti premi conseguiti ce n'è uno veramente prestigioso, il "Twenhofel", il cui nome è associato al Professore ogni qual volta si parli di lui in ambito geologico.
L’età però non ha minimamente influito sulle sue qualità, ancora oggi è in giro per il mondo a tenere conferenze e a dimostrare la fondatezza delle sue ricerche.

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VIDEO: la cerimonia al Quirinale


FOTO: da Nociveglia al Quirinale



11 Commenti
  1. Claudio Agazzi

    Buonasera

    Fare i complimenti al Professor Mutti è un po' poco e forse non ne sono neppure degno. Mi piace pensare che una persona con così tanto lustro sia un montanaro di noi.

    Claudio Agazzi

  2. Sabina

    Complimenti vivissimi. Sarebbe interessante avere un parere geologico su quanto sta accadendo al centro Italia. Sono sicura che sarebbe all'altezza

  3. Laura Carpani

    Conoscendo bene Milanetti, sono sicura che sentire la stima e l'affetto dei suoi compaesani sia quasi più importante dei premi internazionali.

  4. Virgy

    Un uomo straordinario. Un vero orgoglio per la nostra Valle

  5. MRM

    Dopo avermi spiegato in sintesi la sostanza di questa sua ricerca, va al nocciolo del problema: “Le rocce sul fondo oceanico sono l’ultima speranza per il petrolio”.

    petrolio, ancora??? ma dai......
    emmenomale che è l'ultima speranza! lasciarla andare... no?

    io non conosco il personaggio, che sarà anche un bedoniese illustre, e quindi non oso mettere becco, però, vista così...
    magari ho colto male, che so, qualcosa mi sfugge...
    però il futuro è di tutti, no?

  6. Monica

    Ci sentiamo tutti un po' piccoli dinanzi ai grandi. Orgogliosa di sapere che il nostro territorio ospita personaggi tanto umili quanto grandi. Congratulazioni al Prof Mutti

  7. Ettore Rulli

    Complimenti al "Cacciatore di sassi". Recentemente mi hai spiegato che qui tutto è fatto di sabbia, ma tu sei fatto di qualcosa di più!

  8. Michele

    Vivissime congratulazioni Professore.

    Avendola conosciuta bene negli anni universitari a Parma, soprattutto come mio professore di tesi, non sono certo stupito di questo premio.
    Conosco la sua grande forza di volontà e la sua estrema dedizione al lavoro, verso il mondo della geologia che definirei il suo vero grande amore. Non un lavoro ma una smisurata passione a cui ha dedicato anima e corpo e mi permetto di dire anche enormi quantità di caffè e sigarette. Grazie per le belle esperienze vissute con lei tra i banchi dell'università ma ancora di più ad osservare i bei "sassi" sui Pirenei spagnoli o in giro per l'Italia e in Basilicata luogo di tesi. Grazie per essere stato non solo il mio professore ma anche un maestro di vita. Un cordiale saluto.

  9. Remo Ponzini

    Non ho ben compreso la polemica di MRM sul petrolio e sulle relative ricerche che si fanno anche in mare aperto. Io ho sempre avuto il difetto di essere eccessivamente pragmatico ma, nello specifico, il primo pensiero che mi è balzato in mente è andato alle auto di tutto il mondo che, senza benzina, gasolio o gas, resterebbero dei reperti storici. Sia ben chiaro che sarei felicissimo di poter vivere in una società dove l'energia prodotta fosse interamente ecologica ma purtroppo e per molto tempo ancora, avremo estremo bisogno del preziosissimo oro nero.

    Ben vengano persone come il magnifico Prof. Emiliano Mutti che, con i suoi studi di ricerca, non solo aiuta il mondo ad approvvigionarsi, ma lo fa "cercando di migliorare l'uso delle fonti energetiche" (cito Esvaso). Io ho provato estrema ammirazione quando ho appreso di questo premio ad altissimo livello istituzionale riconosciuto in tutti i continenti. E sono anche orgoglioso che sia stato assegnato ad un nostro compaesano.

  10. Piero Rizzi Bianchi

    A dire la verità, una volta vista la provenienza, non mi sono stupito più di tanto: erano infatti di Nociveglia sia Mons. Natale Bruni (1856-1926), grande arcivescovo di Modena, distintosi per cultura e pietà; sia quel Giovanni Mutti (1804-1894), che, trasferitosi a Montechiarugolo, fu tra gli iniziatori del moderno trattamento del pomodoro, nonché della dinastia dell'industria conserviera che ancora porta quel cognome... Chissà, forse il fatto di essere a cavaliere delle due vallate rende quei nativi doppiamente gagliardi...

    La vera sorpresa è stata piuttosto conoscere l'esistenza a Bedonia di questa persona tanto versata nella sua materia, da meritare un premio ambitissimo a livello mondiale; ma, evidentemente, anche molto riservata. Le mie conoscenze di geologia si fermano agli strati più superficiali, e credo che in questo caso il difetto sia imperdonabile: ma so riconoscere il vero impegno di una vita, che è la cosa che più di ogni altra mi desta ammirazione.

    Nell'esprimere quindi il piacere che tanto valore sia stato così ben riconosciuto, auguro al Prof. Mutti ancora lunghi anni di maestrevole attività; e a me stesso l'occasione di conoscerlo: magari -visto che saggiamente ama la fisarmonica- alla serata di liscio tradizionale che organizzo in estate davanti alla chiesa; o, più prossimamente, a quella di avviamento al ballo prevista alla Casa del Volontariato per sabato 19 c. m.

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