Era lì da molto, molto tempo, in attesa della persona che sarebbe riuscita a “vedere oltre”, a comprendere che quelle rovine non erano solo il risultato inesorabile del tempo, bensì un bellissimo fabbricato storico in attesa di essere rianimato, anzi… amato.
L’andirivieni non andò avanti molto, fino a che non la vide Uberto, un italo-belga in cerca del suo “paradiso”. La proprietà consiste in un possedimento da 25 ettari, con al centro un bel fabbricato in pietra, di origini medievali, definito “casa torre”.
La “casa torre” era una forma di insediamento fortificato, con finalità anche difensive o comunque di controllo del territorio, diffusa nel periodo medievale. Qui in Valtaro, in Val Mozzola e nella Val Baganza ne sono rimaste alcune che mostrano ancora caratteristiche del 1400, come ad esempio quella ristrutturata da Uberto (proprio come Uberto Pallavicino).
Queste costruzioni, dalla tipica parte più rialzata e inaccessibile, vennero favorite dai signorotti locali per meglio garantire i confini dei propri territori: nel nostro caso, dalla famiglia Pallavicino nelle aree del proprio "Stato" poste a confine con Borgotaro, allora dominio dei Fieschi, così come verso Bardi, territorio dei Landi.
Ora la casa-torre mantiene ancora intatto tutto il suo fascino, anche se la funzione, dopo l’attento restauro conservativo del manufatto, è mutata ed è a servizio del buon retiro di Uberto e della sua famiglia, ormai a tempo pieno, per godersi la conquistata pensione.
Oggi sono stato testimone trasparente e cronista fedele di quanto è avvenuto in un luogo remoto, a est della Valle del Taro, in una località di cui è pietoso e saggio tacere anche il nome.

8 Commenti
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Claudia e Francesco
28/08/2017E' la realizzazione di un sogno. Purtroppo per altri e non per me. Gigi la nostra ricerca continua.
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Maria
28/08/2017Bellissima. Magari l'avessi trovata io prima ;) con tanto di terreno e con questa meravigliosa vista. Congratulazioni
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Matilde
28/08/2017E veramente bella ma per le vacanze, dopo un mese c'è da impazzire con quella solitudine, l'uomo ha anche bisogno di socializzare
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Sonia Berni
28/08/2017Sono senza parole! Penso alla pace di questo luogo, si sentiranno solo le fronde degli alberi, gli animali selvatici, il vento soffiare e lo scorrere dell'acqua. L'ambiente dell' appennino è unico al mondo, ricco di storia e tradizioni ancora da vivere. Magari un giorno torno definitivamente. Au revoir
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Uberto
28/08/2017Ciao Maria, Matilda e Sonia, qui posso ascoltare il bisbiglio del silenzio e far veder le stelle ai miei nipotini. Poi porto con me una bella signora e l'inverno, neanche i lupi me lo mangiano. Ci sono ancora tanti posti da ristrutturare nelle nostre colline, sbrigatevi però e fate silenzio.
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Remo Ponzini
28/08/2017Sono rimasto estasiato a guardare le foto di questa dimora incantevole. Ma non solo... le immagini paesaggistiche sono così suggestive da indurti ad amare la natura sempre di più. E sto parlando solo di immagini. Dal vivo sarà ancor più appagante.
Certo che bisogna essere portati, dal punto di vista caratteriale, ad abitare in un posto senza mai incontrare un vicino di casa per due semplici chiacchiere. La dislocazione del luogo non è stata indicata ma in una foto si vede un pezzetto di strada bianca. Ciò mi fa ritenere che ci sia un collegamento con qualche paesino.
Se così fosse il luogo non sarebbe così eremitico come qualcuno potrebbe pensare.
Con un po' di sana gelosia auguro al signor Uberto e famiglia tanta serenità.
P. S. per l'Esvasante.
Le ultime due righe di presentazione sono assai misteriose, quasi oscure. Non credo che sia solo riservatezza.
" Oggi sono stato testimone trasparente e cronista fedele di quanto è avvenuto in un luogo remoto... " -
Io
29/08/2017Casa e location incantevoli davvero. sorge spontanea la curiosità di sapere dove si trovi... e purtroppo sorge spontanea anche la consapevolezza che per permettersi una casa del genere, servono tanti tanti "sghei"... e quindi guardiamo ma non tocchiamo :(
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Mindy
01/09/2017Mi sembra una frase tratta da "Il nome della rosa" di Umberto Eco...
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