Chicco, il Pittore del Taro
La storia del'artista bedoniese conosciuto da tutti, ma non solo in Valtaro
Chicco, ogni volta che lo incontro, purtroppo raramente, mi fa sorridere: è infatti impossibile dimenticare i suoi anni ’70, quelli in cui frequentava più assiduamente la Valtaro, quelli vissuti da vero artista. Per noi ragazzini, vederlo arrivare con la sua macchina da mericàn, spesso accompagnato da un'appariscente "Sventola" e poi scendere con quei basettoni oltre misura, papillon sgargianti, giacche fiorate e pantaloni rossi a zampa di elefante… era un vero mito, un piacevole spasso.
Stavolta l’ho incontrato a Compiano, in occasione dell’allestimento della mostra permanente a lui dedicata. Ha una buona memoria, soprattutto di chi gli è stato riconoscente in passato... A dispetto di una cadenza un po’ da “Milanese”, conserva un dialetto bedoniese perfetto, quello mantenuto da chi ha lasciato da tempo il paese. Escono i suoi vecchi ricordi: mi dice persino dei minestroni che gli preparava mia mamma negli anni ’50: “U gh’èiva in profümmu de bón”. Chicco ha avuto un'infanzia tormentata, poiché la madre si ammalò presto e il padre trascurava la famiglia. Furono anche anni di fame: a undici anni, il dott. Severino Musa, lo convinse a farsi operare di tonsillite con queste parole: "Vai all'ospedale, ché per una settimana mangi bene!" e, non a caso, il nostro ha sempre ricordato quella settimana...
Dopo la morte della mamma, Chicco si trova a disagio e, a 16 anni, va a Parigi dallo zio materno, dove lavora come manovale. Quattro anni dopo, eccolo a Milano, in pieno boom economico: qui è cameriere in noti ristoranti, tra cui il famoso "da Giannino".
A Milano frequenta l'ambiente artistico di Brera come agente di vendita di quadri, ma presto inizia a riprodurne alcuni, ed avviene il miracolo: l'abilità nella “copia” si trasforma in una struggente energia, una reazione alla sua travagliata infanzia. Prende la sua ispirazione dalla rigogliosa, bassa e fitta vegetazione che l'inconscio gli ricorda aver frequentato sulle rive del Pelpirana e sulle sponde del Taro.
Presto per Chicco giunge il successo: inizia il periodo delle tante mostre, allestite in Italia, Francia, Svizzera e Germania. Anche da noi è subito apprezzato, ed il promotore turistico Camillo Delmaestro lo qualifica come "Pittore del Taro", appellativo che gli rimarrà cucito addosso per sempre. Il periodo 1960-80 è per Chicco di grandi successi, vissuti in ambienti mondani di grandi alberghi, dove si dà a vita da autentico bohémien. E tali eccessi non nuocciono alla sua arte, anzi contribuiscono allo sprigionarsi dell'energia tipica delle sue opere, dove a volte traspare un senso di colpa raffigurato con volti truci tra la fitta vegetazione.
Finché nel 1980, trovandosi a Perugia, la sua vita ha una svolta: incontra Anna Maria, donna razionale e laboriosa, e dopo poco inizia una nuova esperienza: la famiglia, a compensare quanto gli era mancato precedentemente. Da quel momento anche la sua vena artistica cambia: continua a districarsi tra la vegetazione del Taro, ma questa volta non strisciando a terra, e ravviva la sua tavolozza, riempiendo di fiori dove prima c'erano fantasmi, mettendo sopra tutto un cielo azzurro, mai comparso prima nei suoi quadri. I suoi dipinti sono diventati meno tormentati: meglio prima o dopo? La domanda non ha senso: è l'evoluzione di un Artista...
Ma perché lui, pittore bedoniese, trova un museo a Compiano? Bisogna tornare agli anni ’70 e ’80, quando a Compiano si organizzavano feste e ricevimenti, in particolare presso l’abitazione di Ettore Rulli. Qui Chicco Ferrari era ospite assiduo: cosicché, per la vecchia amicizia, ora ha voluto donare al centro culturale "Compiano Arte Storia" una trentina di sue opere e la documentazione relativa a 40 anni di mostre in Italia e in Europa.
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Grande Maestro, persona affabilissima. Ricordo la mostra da Lui allestita nei locali del Convento degli Agostiniani a San Rocco alcuni anni fa che ebbe, a ragione, un grande successo.
A mio padre piacevano molto i suoi quadri, ne abbiano due
Grande Chicco... io ho due quadri. Brava Persona... avete fatto bene a fare il Museo a Compiano.... Complimenti a Tutti ...Bravi 👍 Saluti da Roma
Mio babbo era amico di Chicco e per sdebitarsi gli offriva i suoi quadri. Sono passati 40 anni ma li conservo ancora tutti, con orgoglio ne posseggo 4
Io ho sempre apprezzato lo stile di Chicco e sono felice di aver visto le sue foto gazie
Chicco.... bella persona anche con i suoi difetti ! Conosco anche la moglie.... Quadri suoi ne ho diversi ! Il suo modo di vedere il mondo.... è ben raffigurato nei tratti che che rappresenta sulla tela ! Non è certo un pittore mediocre.... ma il mercato..... non è basato sull'arte ma sugli interessi..... purtroppo !
Una parte di Bedonia che non andrebbe mai dimenticata. Con Anna il figlio Gianni ho trascorso un periodo di tempo indimenticabile. Chicco che dire... è Chicco, e basta. A te Gigi, sei sempre grandioso, e attento a non farci mai dimenticare la nostra gente, grazie.
Mi ricordo che arrivava nelle ore più assurde tipo alle 2 o 3 di notte, per me era una gioia, non dimenticava mai di portarmi un pensiero, caro zio anche se non ti vedo da parecchio sei sempre il mio mito
Grandissimo Chicco, grande Artista, grande Uomo e grande Amico!
Salve ho appena recuperato una sua opera di chicco ferrari del 1976 dietro a questo quadro c'e scritto: a Citara Ischia. Il quadro lo conservava mio padre che e venuto mancare pochi giorni fa ma ho, intenzione di venderlo qualcuno sa dirmi se il quadro può avere un valore in un futuro
Io non conosco CHICCO FERRARI ma vorrei conoscerlo come ho conosciuto le sue tre opere che ho
Ciao Ermanno, sono un grande ammiratore del Chicco, ho delle sue opere molto belle, una molto importante la vorrei vendere. 348/0378930
Ciao, mi piacerebbe conoscerti... Ho dei tuoi quadri ( Bellissimi ). Mio padre li ha comprati direttamente da te molti anni fa.. per aiutarti economicamente ad affrontare il viaggio per Parigi. Chissà se ti ricordi!!!
Ciao, mi piacerebbe sapere il prezzo e il valore dei quadri anche se io comunque vorrei tenerli perché sono molto belli e affezionata
Grande Chicco. Ho avuto modo di conoscerlo molti anni fa a Milano. Guardando le sue opere me ne sono subito innamorata. Ho acquistato il primo quadro, pur non conoscendo ancora l'artista, ma, non so perché, lo sentivo molto simile a me. Nella sua pittura ho riscontrato una forte personalità mista ad inquietudine e follia ed in un certo senso mi sono rivista. Anch'io dipingo e nonostante tutto, pian piano, mi sono ritrovata ad acquistare una decina dei suoi quadri che tuttora conservo!