
Giulia e brava Giulia. Prendo spunto dalla canzone di Vasco Rossi per parlare di lei, di Giulia. Poco importa se siamo parenti, amici o solo conoscenti. Giulia è la figlia di Remo.
Suo padre è stato un amico, un grande amico, secondariamente il mio 'maestro' di fotografia.
E' lui che mi 'tenne per mano', dodicenne, mentre movevo i primi passi con una 'Praktica' in mano. E' solo grazie a lui se oggi riesco a scrutare un muro di sassi, una scia di un aereo in cielo, una goccia che cade da una foglia, a vedere il mondo dal basso o dall'alto, la ruggine che si mangia il ferro, un viso che guarda nel vuoto, la luce tenue del tramonto, a fermare la Luna mentre se la svigna dentro la notte, a sbirciare dietro ai vetri, a capire il perenne conflitto tra l'ombra e la luce, a girarmi indietro e a guardare meglio.
Ancora oggi, dopo trent'anni, prima che l'otturatore faccia 'click', non sottovaluto i suoi suggerimenti, le sue ispirazioni, la sua capacità. La sua passione. Senza dubbio è questa che più ha fatto presa in me. Solitamente le mie manie, le mie tante manie, durano alla fine poche stagioni.
Ecco il motivo, per tutti questi motivi, che mi va di parlare di Giulia: delle sue visioni, dei propri scatti, dei suoi attimi.