
Questa mattina è stata la mia ventesima donazione di sangue all'AVIS.
Adesso mi sento meglio. Non perchè donare faccia bene al fisico, ma perchè è una sorta di sollievo per lo spirito, un soffio vitale. Dopo ci si sente più o meno come aver confessato al prete chissà quale colpa.
E' una parte di me, quattro etti per la precisione, che esce per aiutare altre persone. In quel momento, proprio mentre guardi l'ago nel braccio, hai la sensazione che ti stia uscendo anche un pizzico di spontanea solidarietà.
Fino ad una decina d'anni fa pensavo che donare il sangue fosse un optional, erano solo le paure a bloccarmi: l'ago, il foro, il colore del sangue senza pensare che andavano solamente affrontate e superate. Ora temo di più il momento di strappare il cerotto post donazione che farmi bucare la vena. Inoltre ad essere donatori c'è un ulteriore beneficio, questa volta sì fisico, ti consente di conoscere il proprio stato di salute e di controllarti periodicamente i valori del sangue. Se poi mi dicono "complimenti, ha le analisi di un ventenne", allora il beneficio va oltre lo spirito, arriva al settimo cielo... bè almeno qualcosa di quand'ero ventenne è rimasto.