'Visioni' a Case Scapini

Una passeggiata fotografica con Giulia in un paese abbandonato
L’occasione per tornare a Case Scapini, piccolo borgo disabitato fin dagli anni 70, posto tra i paesi di Cereseto di Compiano e Bardi, è stata per mettere alla prova due nuove macchine fotografiche: la mia SONY e la NIKON di Giulia. Non poteva essere scenario migliore per andare a caccia di particolari e ritrarre i segni del tempo.

A tal proposito seguiranno alcune delle fotografie che abbiamo scattato, dove si potranno osservare due differenti “visioni” pur essendo stato uno a fianco dell’altra.
Mi dispiace però averla accompagnata in quello che doveva essere un luogo ameno sospeso nel tempo, disabitato e, perché no, misterioso, almeno così era stata la mia premessa.

Peccato però che di delizioso e appagante per l’occhio non c’era più nulla. Davanti a quelle case senza porte e finestre, che sembrano tante facce dai sorrisi “sdentati” e tristi, regnava il caos più totale. C’erano operai frenetici ovunque, un andirivieni di camion e Caterpillar e un trambusto quasi irreale per un luogo così fuori mano. No, non stavano ristrutturando il borgo, “magari”, si trattava del cantiere per la costruzione di un metanodotto… il tubo più piccolo che stendevano misurava un metro e mezzo di diametro.

Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, anche se l’atmosfera di quel luogo era ormai andata a farsi benedire.  Mi dispiace per Giulia, era persino un po’ intimorita, ma fondamentalmente attratta, dalle diverse leggende che aleggiano da qualche tempo attorno al paese fantasma, ma con quel casino infernale hai voglia tu trattenere anime penitenti, spiriti irrequieti e diavoletti scodinzolanti… loro, come noi, se ne sono andati a gambe levate.
La mia prima volta a Cà Scapini

Le due differenti 'visioni' di Case Scapini. Le foto a colori sono di Giulia, in Bianco & Nero mie...



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