
Otto giorni, tre isole meravigliose e un luogo incantevole:
Ischia, Capri, Procida e Positano.
Probabilmente questa vacanza doveva essere presa con un po’ più calma, invece, sopraffatto da luoghi così ameni, mi sono fatto prendere la mano.
Tra questi l’Arcipelago campano non l’avevo ancora visitato e la scelta non è stata per nulla sbagliata.
Lasciando da parte i luoghi comuni legati alla zona di Napoli, proprio per non rischiare di trarre spunti dal simpaticissimo film “Giù al Nord”, devo dire che la gentilezza, intendo quella spontanea e solare, è la parola d’ordine, ovunque. Inoltre mi sono fatto anche delle gran belle e sane risate: dalle insegne dei negozi, ai cartelli nei bagni dei bar, con i fuochi artificiali a tutte le ore del giorno, alle feste popolari o alle battute che ascolti sull’autobus. Un ricordo spiritoso va allo sciamano (napoletano) Viniss, del belvedere di Serrara, un personaggio quasi surreale che mi ha lasciato persino una dedica sullo scontrino: “Prima. Dopo. Chissà. Se ci credi c’è la felicità”.
Non solo, a Ischia sono rimasto sorpreso da luoghi incredibilmente unici, di cui manco ne sapevo l’esistenza: il giardino tropicale “La Mortella” e quello di cactus “Ravino”, entrambi a Forio; la baia del Sorgeto, dove l'acqua marina si confonde con quella termale a 90° che sgorga ai piedi del costone (un bagno da favola); il Castello Aragonese del XV secolo che si manifesta su un isolotto fiabesco di fronte a Ischia Ponte.
A Capri, l’isola degli imperatori, come ci diceva Totò, con la villa di Tiberio e i giardini di Augusto, ma non solo, c'è la Certosa di San Giacomo, la via Krupp e il paesino di Anacapri, molto più caratteristico e un po' meno modaiolo.
Positano mi ha sorpreso per l’atmosfera che aleggia per le strade e tra la gente, per le terrazze a strapiombo sul mare, per la Chiesa di Santa Maria Assunta con cupola ricoperta di maioliche e infine per la sua cucina tradizionale, veramente mitica.
Nella tranquillità di Procida invece, lontano dal caos e dai turisti, sono rimasto affascinato dai suoi palazzi, con quegli androni che ti fanno solo intravedere “l’oltre” e ascoltare da un trio jazz, nella quiete della sera, la colonna sonora del film “Il Postino”… non ha avuto prezzo.
Ehh sì, l’Italia è un gran Paese, peccato che non riescano a sfruttarlo come si dovrebbe, abbiamo tanta di quella ricchezza, talmente tanta da poter essere considerata il nostro petrolio, invece… vabbè lasciamo perdere!
Foto: CAPRI ISCHIA PROCIDA POSITANO