
Non capisco, forse sarà la mia testa “non politica” a non farmelo percepire, ma qualcosa che non torna ci dev’essere. In questi giorni il Comune di Borgotaro ha consegnato, come ogni anno, le benemerenze a chi si è distinto per meriti e servizi prestati in ambito territoriale.
Gesto lodevole e necessario, nulla da eccepire, specialmente verso coloro che prestano volontariato o si sono distinti in campo culturale, artistico o sportivo.
Anche quest’anno, alcuni riconoscimenti, proprio non li comprendo, ad esempio questo: “Per l’impegno profuso per la salvaguardia dell’occupazione in tutto il territorio dell’Alta Val Taro, dando costantemente il proprio determinante contributo nell’affrontare le diverse crisi aziendali”.
Scusate, ma guardando la realtà, i destinatari (due sindacati) non hanno solo svolto il lavoro per cui sono pagati e quindi già premiati attraverso una retribuzione?
Personalmente avrei preferito vedere in Piazza La Quara, anche per un’amichevole stretta di mano, una rappresentanza dei due gruppi industriali che rileveranno gli stabilimenti Fincuoghi, oppure un dipendente (a nome di tutti gli altri) in cassa integrazione o licenziato.
Ma se questa non fosse la prassi, allora avrei cercato di dare un segno di riconoscenza, per esempio, a Nella Camitti che da vent’anni fa la “tuttofare”, dalla mattina alla sera, presso la locale sede AVIS o al Comitato Pro-Sanga, con Antonio Brugnoli in prima linea, che in un paio d’anni è riuscito a realizzare in Congo un vero proprio sogno, la costruzione di una scuola e le basi per un’infermeria.
E questi due ultimi nomi sono solo due dei tantissimi che si danno da fare per gli altri, mettendo a disposizione il proprio tempo gratuitamente e fuori da ogni clamore.