
Chi meglio di lui saprebbe ben rappresentare la Parigi della Belle Époque? Mi riferisco al pittore e litografo Toulouse-Lautrec di cui oggi ho visitato la mostra presso la Fondazione Magnani Rocca di Traversetolo (aperta fino all’undici dicembre).
Oltre a tre suoi dipinti sono visibili una trentina di manifesti litografici che realizzò per promuovere un’epoca, proprio quella rappresentata da personaggi della vita notturna parigina, gli stessi che frequentavano i cafè chantant di Montmartre o i famosi teatri di cabaret del Moulin Rouge e Folies Bergère.
Questa nuova tecnica artistica si dimostrò subito un vero successo e il passo per promuovere altri emblemi di quel periodo di fine ottocento, tanto audace quanto malizioso, fu breve. E così, sempre attraverso i suoi eleganti affiches, continuò a raccontare il successo di marche di champagne o dei nascenti saloni di bellezza.
La sera come la nebbia stava calando, il parco circostante villa Magnani si stava trasformando, sembrava un luogo sospeso nel tempo. In quel silenzio assoluto, rotto solo dai miei passi sulla ghiaia, mi sono incamminato su quei vialetti ricoperti di foglie giallognole, tra piante secolari, panchine inanimate, fontanelle zampillanti e statue impassibili.
Immaginare quel giardino frequentato proprio da quelle signore raffigurate da Toulouse-Lautrec è stato davvero facile, lo scenario era perfetto: passeggiavano di bianco vestite, con grande calma, in testa i cappelli con la piuma e al braccio l’ombrellino di pizzo, mentre gli uomini, a dovuta distanza, le seguivano chiacchierando a voce alta, monocolo stretto sull’occhio e con grandi sigari in mano.