Aspettando Buran

Fuori cade la neve e intanto la radio rammenta continuamente che il temibile vento urale Buran è ormai alle porte. A sentire loro sembra di rivivere il film catastrofico “The day after tomorrow”. Dicono che andremo incontro a una situazione analoga a quella del 1985… venti gradi sotto zero! Mà… sarà!

Dopo un paio di mesi incredibili, tra temperature primaverili e lo sbocciare di fiori impensabili per questa stagione, dove l’inverno sembrava già essere cosa passata, arrivano i “Giorni della merla” a sconquassarci il lieto vivere e a ricordarci che: "Fervè l'è cürtu, ma l'è pezzu ch'in Türcu".

Questa notte avrei voluto scrivere di Diego e delle sue fotografie, ma guardando fuori dalla finestra l’argomento non trova spazio su questo foglio, bianco pure lui. La mente e lo sguardo sono occupati altrove, c’è da scrutare quel pino maestoso là fuori, seguire i fari delle sporadiche auto che ci passano sotto, osservare i lampioni che fanno gli spioni e confermano che ora è fitta, secca, costante. La notte è ancora lunga. L'attesa del piacere è essa stessa il piacere.

E intanto, dopo molti anni, il Pelpirana è ghiacciato...



10 Commenti
  1. La gran figlia di Buran

    Sì è vero anche i telegiornali ce lo ricordano, come se fosse una novità che in inverno c’è freddo e cadrà la neve........ sì sì tanto freddo, tanta neve. Ciao Giulia buona notte

  2. Gian Carlo

    L'attesa del picere è essa stessa piacere.... Il vento della steppa?.... ma siamo in inverno e febbraio quando ci si mette sic....... e ricordo che ci sono ancora da passare alcuni "mercanti della neve".....come dicevano i nostri vecchi... Santa Apollonia è una di queste.
    Ogni chilometro diventano due in inverno.
    Anni fa, la neve veniva sbadilata e ammucchiata fino a creare una montagna di ghiaccio. Era lì sull'angolo della Cassa di Risparmio nel piazzale del municipio, allora c'era il barbiere Sghia..... si saliva sulla vetta e si scivolava giù. Avevamo i scarponi fatti a mano con i chiodi e le lunette.... in punta e sui tacchi.... le brocchette, erano i chiodi con la testa grossa e larga... quando si strisciava e con forza il selciato di Via Garibaldi si creavano scintille... era una gara..... davanti alla "Ciosa" a partire dall'officina di Ferruccio buttavamo l'acqua per creare una pista ghiacciata... i vecchi per coprirla buttavano al cenere (antiscivolo) e noi altra acqua.... si formava una crosta alta 4/5 dita... si scivolava a velocità pazzesca fino al negozio della Baderna..... uno ci finì dentro.... fra le urla della Teresina e della Maria.... ma poi..."Poverino... Ti sei fatto male?.... ieni due giuggiole di liquirizia"....
    C'era più freddo allora? Indubbiamente le case erano male riscaldate... stufe a legna e "ù preve a lettu" con la fogolina e alla mattina si correva in cucina, l'unico luogo con la stufa accesa.... per vestirsi.
    Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non possiamo venire cacciati.
    Una metà del mondo non riesce a capire i piaceri dell'altra metà.
    Il piacere è peccato, e qualche volta il peccato è un piacere.
    La verità è infinita, ma l'intelligenza umana è finita. Perseguire l'infinito con ciò che è finito è un'occupazione pericolosa.

  3. Maria Pia

    Belli i ricordi di Giancarlo, e a dire il vero nel negozio della Baderna ci sono finita anch'io, non c'erano più i "Baderna" ma Anna e famiglia, ed era proprio l'inverno '85 o '86. Via Trento era una pista di ghiaccio naturale...
    Ma la nostra preferita era quella che si formava nel prato di "Pan Furmaia". Bob, slitte e se non ricordo male forse Marco Biasotti, mi scuso con lui se sbaglio, addirittura con gli sci. Si cercava di costruire qualche trampolino, ma noi piccoli non eravamo graditi perchè: non siete capaci e lo rovinate... La neve rimette un po' tutto in ordine, certo crea disagi, ma che magia, soprattutto mentre cade.
    Quando nevica forte, se guardi in alto ti sembra che la neve ti porti su, su su, chissà dove, forse su una nuvola, e poi che bello mettere fuori la lingua e farsi nevicare direttamente in bocca...... e poi le pallonate, i "cristi", i pantaloni bagnati ma che soddisfazione... giocare a lasciare le impronte.
    Penso che sia bello a tutte le età. Per non dire che da studenti, appena cominciava qualche fiocco, speravamo in un'improbabile chiusura delle scuole.
    Un po' mi fanno ridere i telegiornali e i giornali quando "urlano": aiuto, aiuto nevica e fa freddo, mah a me pare che nel nord Italia in inverno abbia sempre fatto freddo e nevicato, alcuni anni più altri meno, ma...... mi stupirei di più se in febbraio si potesse andare al Taro a fare il bagno.
    Ha ragione Giancarlo, alcuni mercanti della neve li abbiamo superati (Santa Lucia, Sant'antonio...) ma altri sono in arrivo, chissà se faranno il loro lavoro....

  4. Arturo Curà

    L'allarmismo, soprattutto quando non ce n'è bisogno, diventa il primo comandamento dei cosidetti "media" e di conseguenza le nevicate di fine gennaio/inizio febbraio, freddo compreso, ( fatti normali ) diventano un caso clamoroso.
    D'accordo: le difficoltà sulle strade ( suggerimento ai parmigiani di città: chi guida non tocchi mai il freno!!! se no si rimane imbottigliati ), i senza tetto ricoverati nelle metropolitane, gli ospedali ( Torino ) con diversi spazi al gelo per guasti agli impianti, certi manifesti a mano su porte o vetrine ("CHIUSO PER FREDDO" ) ci sono e sono cose serie.
    Poi ci sono allarmi che balzano in prima pagina su ogni quotidiano che Iddio comanda e ci parlano, quasi con la lacrima sul foglio, di partite di calcio rimandate causa neve!!! Ieri sera la povera JUVE non ha potuto giocare contro il PARMA: apriti cielo! Decine di servizi tv, sgomento tra i tifosi, rammarichi ("chissà quando la partita verrà ripresa!?!")
    Insomma le sospensioni calcistiche, scritte a caratteri cubitali sorpassano e sorvolano su assideramenti, qualche morto eccetera.... Come se il Calcio ( il calcio all'italiana?!? ) fosse il motore della Nazione.
    Seguono gli aggiornamenti necessari sul Festival di Sanremo che, poveretto, è messo in disparte, schiacciato dalla valanga di inchiostro a proposito del cachet iperbolico del Celentano... il quale, vista la mala parata ( un esercito di italiani disgustati lo ha affossato sui vari blog nazionali ) ha tirato fuori il coniglio dal cappello molleggiato e voilà.... ha deciso di devolvere i 700mila euro ( così si vocifera ) in una beneficienza a macchia di leopardo!
    Comunque, tornando a bomba, è sempre una magia la neve che cade, una magia perfino su questa Italia con lo spred ballerino.

  5. Davide

    La cosa che non capisco, è possibile che ogni evento atmosferico pioggia, sole, nebbia, neve, grandine, umidità, nuvole, per gli esperti e per i TG è sempre da 40 anni che non succede? Che da 40 anni le colonnine di mercurio non registravano delle temperature così basse? Oppure da 40 anni non segnano delle temperature così alte? Che il barometro.... che il gallo segnavento sul tetto non girava così da 40 anni?

    E' inverno fuori fà e deve fare freddo, possibilmente deve nevicare. La neve fa bene alla terra, la copre e la ripara dal gelo. Per evitare i disagi in strada impariamo a montare le gomme invernali. E alla sera è meglio stare in casa, magari in compagnia di amici, un bel film e qualche grappa, oppure coccole con la morosa davanti al camino acceso.
    L'unica cosa che spero in questi giorni, è che le mie "vecchie" giacche siano realmente finite a chi ne ha bisogno e che non siano finite in stoccaggio in qualche magazzino, bloccate da qualche cavillo burocratico italiano.

  6. Sergente Lorusso

    Be... la cosa più interessante che ho imparato da questa storia è che finalmente ho capito cosa vuol dire la frase... "Quando sara passata la BURIANA"
    Perchè Buran era tradotto storicamente (ho letto per un errore di traduzione dal cirillico... ma come si fa a sbagliare a tradurre dal cirillico dai...) con Burian... di conseguenza ecco la frase.
    In realtà c'è ance un' altra cosa, ma non la ho imparata, la sapevo e la sapevamo già... è che i Tg per non parlare d'altro, o forse perchè il tempo è il primo argomento di discussione, parlano di una cosa che è sempre successa spacciandola per grande emergenza.
    Poi il grande freddo ecc... a parte tutto possono provocare grandi danni, ma da li a fracassarci le... orecchie... con questa notizia ne passa.

    ps Gigi... hai spalato un pò a te che piace tanto la neve??? o hai avuto altri mille lavori da fare???

  7. Stefano Bruschi

    ... nei giorni scorsi ero a Trieste: Bora da record!
    Sia in termini di velocità che di temperatura.
    Credo che le cose "nostrane" siano sempre le "migliori": Bora batte Buran (o Burian) 2-0!
    date un' occhiata a cosa è successo sul sito de "Il Piccolo" di Trieste:
    http://ilpiccolo.gelocal.it/

    Ciao
    Stefano

  8. Arturo Curà

    Le grida e i lamenti per l'inverno che ci è saltato addosso non si contano più, così come gli ansiosi servizi giornalistico/televisivi a caccia di disastri, barboni assiderati e defunti.
    Direte: Sempre meglio dei plastici vesposi su Avetrana e sulla Costa Concordia! Certo, almeno qui si tenta di produrre informazioni ma non è detto che il Vespone stia già preparando la sua Siberia, Bora compresa nel suo studio. "Ci sono morti?"

    Ma c'è qualcosa che gli italiani devono aver dimenticato: che la Natura ( quindi, venti, mareggiate, nevicate e gelicidi )fa il proprio corso senza tener presente lil Meteo ( vedi il sublime Alemanno che vuol denunciare quelli delle previsioni per aver diffuso notizie false! )
    Quindi le ferrovie Statali già "a puttana" di suo con i loro convogli inerti e dimenticati per ore nelle Steppe Italiche con trasmigrazioni di passeggeri nella tormenta alla ricerca di stazioni/riparo neanche fossimo in pieno "Dottor Zivago" non sono che la degenerazione di una drammatica "tecnologia" che ha dimenticato il buon senso di un tempo cioè l'assistenza e il materiale umano che durante giorni e notti era dedito alla cura di cavi elettrici, scambi e binari sommersi da cumuli di neve o ghiacciati.
    Insomma una clamorosa sconfitta "tecnologica" nei confronti dell'uomo/operaio che a prezzo di stenti e fatiche manteneva la necessaria manutenzione. E più o meno tutto filava liscio.
    Una delle ultime notizie clamorose: a Roma sono scesi 20 CENTIMETRI DI NEVE: CITTA' BLOCCATA!!!!!
    Che cosa si può fare a tali notizie? Buttare tutto in ridere... ma questo Paese predilige il Melodramma anche se a vedere il Melodramma ( leggi Opera Lirica ) non ci va e preferisce Sanremo...
    A proposito di Sanremo, qualche decennio fa un cantante mezzo sconosciuto ( si chiamava Pio ) aveva cantato una bella canzone; credo fosse intitolata "Nevicava a Roma".
    Poi si sentì pure un piccolo capolavoro cantato da Mia Martini il cui testo mi piace proporvelo e la canzone intera, per chi vuole gustarla e lasciare la scomoda realtà tuffandosi per un attimo nei cieli del romanticismo, la si trova facilmente su Internet.
    Buon ascolto a tutti sotto la neve.

    LA NEVICATA DEL '56
    Carla Vistarini - Franco Califano - Luigi Lopez - F. M. Cantini
    MIA MARTINI

    Ti ricordi una volta Si sentiva soltanto il rumore del fiume la sera
    Ti ricordi lo spazio I chilometri interi
    Automobili poche allora Le canzoni alla radio Le partite allo stadio
    Sulle spalle di mio padre La fontana cantava E quell'aria era chiara....
    Dimmi che era così-
    C'era pure la giostra Sotto casa nostra e la musica che suonava
    Io bambina sognavo Un vestito da sera con tremila sottane
    E la notte era bella com'eri tu E c'era pure la luna molto meglio di adesso
    Molto più di così
    Com'è com'è com'è Che c'era posto pure per le favole
    E un vetro che riluccica Sembrava l'America
    E chi l'ha vista mai E zitta e zitta poi----
    La nevicata del '56
    Roma era tutta candida Tutta pulita e lucida
    Tu mi dici di sì l'hai più vista così?
    Che tempi quelli.... Roma era tutta candida Tutta pulita e lucida
    Tu mi dici di sì.... l'hai più vista così?
    Che tempi quelli
    Qualcuno la ricorda?

  9. Brontolo Nè

    Ho letto tutto di tutti, come faccio sempre, e mi avete fatto pensare che non importa se nevica, se siamo in grado di continuare la norlmalità anche se nevica, o se fa caldissimo in estate, o se piove tantissimo tutto insieme, tutto ciò ha poca importanza! allora pensa che ti ripensa, sono ricordato un fatto ed ho capito che non è importante saper guidare bene, ma è importante essere ASSICURATI ! provare per credere... un paio d'anni fa mi era scaduta l'RC auto, me ne sono accorto di venerdì sera e di sabato dovevo fare un lavoro importante, non c'era nulla da fare ... andai ! poi mi dissero che per i quindici giorni successivi ero comunque assicurato, ma questo è un altro paio di maniche, il fatto sta che feci un'azione assai imprudente cosciente di farla.
    Sapevo bene che so guidare e la mia auto è perfettamente manutenzionata, ma non avevo mai vissuto momenti di così intensissima INSICUREZZA e così scoprii che a darmi sicurezza non era la mia perizia d'autista, non era la mia perfetta auto, non era la mia naturale prudenza, non era la mia naturale tranquillità, non era il mio rispetto delle regole e degli altri, a darmi sicurezza era l'essere assicurato!
    Porcaccia miseria, ma questo è gravissimo mi dissi, in realtà tutte le mie doti contano pochissimo, ciò che conta è essere assicurato, provate a guidare pensando intensamente di non essere assicurati, vi assicuro che vi viene voglia di inchiodare l'auto da una parte e scendere ! ma non per paura della multa, ma per la paura incontrollabile che vi accada un incidente, poi pensate che siete assicurati, allora vi verrà spontaneo fare un bel respirone e continuerete la guida del vostro mezzo sorridenti e sereni. Morale: vi accorgerete di essere tranquilli, non perchè avete una sana fiducia nelle vostre capacità, ma perchè c'è qualcuno che vi protegge.
    Ugualmente va tutto bene se qualcun altro pulisce la strada, se qualcun altro fa comunque al posto nostro.
    Naturalmente non sto parlando di un treno che si ferma, è ovvio che qualcuno lo deve far ripartire, è ovvio che se si rompe un cavo elettrico qualcuno lo deve riparare, è ovvio che se scoppia una tubatura dell'acqua qualcuno la deve riparare, e tutto questo è ovvio; invece non è ovvio che una signora si avvii in auto con le catene a bordo ma che non le sappia montare, che equipaggiare la propria auto con le gomme invernali sia considerata una cosa da ricchi, che si cammini sulla neve con scarpe normali, che vedendo nevicare si lasci accumulare la neve davanti alla propria porta di casa e per uscire si attenda che il sindaco mandi qualcuno a liberarci, ecc. ecc.
    Certamente le autorità devono pensare alle strade ai mezzi di trasporto, agli approvvigionamenti ecc. ma tutto ciò che compete alla sfera privata ognuno DEVE saper trarsi d'impiccio da solo o meglio evitare di mettersi in impiccio.
    State sicuri che se uno costruisce la casa sul vulcano fa grande affidamento sul piano d'evacuazione che puntualmente non funzionerà, in quanto quella persona non si è preoccupata di sapere come funziona il piano.
    In definitiva è certo che le istituzioni devono fare la loro parte, ma anche il cittadino deve saper fare la sua.
    Comunque evitar le esagerazioni in più ed in meno, la sicurezza sta nel giusto equilibrio di una miscela tra pubblico e privato .

  10. Dolores

    Sai Gigi, da poco ho scoperto il tuo blog e se hai letto i messaggi, te ne sarai accorto trovandomi qua e là: non ho ancora letto tutto, ma è sempre una scoperta, una sorpresa...... e ammiro le risposte di quei tanti 'amici' che ammiro tantissimo: Curà, Ponzini, Stefano ecc. Sanno scrivere MOLTO bene, ma anche tanta gente naif, come mi definisco io, scrivono col CUORE e li ringrazio.
    Quando voglio fare la 'pausa caffè o la pausa sigaretta', anche se non bevo caffè e non fumo, corro al computer a 'leggerti' perché in un secondo sono 'dalle mie parti' e mi lascio portare via.........
    Ora dalla neve! Ora la nevicata del '56..............CHE DELIZIA!

    Qua a Mestre se 'mi va bene' nevica una volta o forse due all'anno e il giorno dopo non c'è più niente. Io però in quel giorno, riesco a gustarmela fino alla fine, con gli occhi 'da bambina', ricordando l'infanzia passata dove, nel mio Scopolo 'anèiva a menàme coa lesòra' insieme al mio gemello eppoi tornavo a casa 'cou pichettu ai pè e àre màn' a scaldarmi vicino alla stufa per poi ripartire e ricordo mia madre che ci urlava: 'anì piàn che ve desfaccì...' eppoi correvamo a rompere i 'canderòti' per sgranocchiarli o mangiavamo la neve soffice soffice..... a casa ci aspettavano le caldarroste o i baletti che ci tiravamo addosso dopo averli scoppiati tra una ghignata e l'altra, eppoi ascoltavamo 'a fòla de Giuvàni settentrione' che ci raccontava lo zio Mino eppoi a Ninèn, sotto le coperte riscaldate dalla fogarina... mamma e papà arrivavano più tardi, dopo aver lasciato il badile 'nell'anditu' per averlo a portata di mano quando al mattino potevano trovare la davanti la porta un muro di neve.

    La luna, filtrando tra le tendine di pizzo, creava giochi di luce sulle pareti gelate, e mentre fuori turbinava la neve, rendendo ovattai i rumori, piano piano si chiudevano i nostri occhi: l'ultimo sguardo alle muscolose braccia di papà che si intravedevano dalle lenzuola e lì vicino il viso di mamma che sembrava una bambina, avvolta in una morbida camiciola di mussola coi fiorellini: troppo presto per l'alba di un nuovo giorno, troppo tardi per restare giovani....

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