
Da qualche mattina, quando esco di casa, ci sbatto contro. E’ un muro gelido. Nonostante ci sia il cielo terso, di un azzurro inspiegabile da quanto è azzurro, la temperatura è pungente, 3/4 gradi. Le macchine a bordo strada sono ricoperte di rugiada, alcune hanno dei ghirigori tracciati da un piccolo dito. Camminando vado incontro all’Autunno, sembra di essere davanti ad un immenso semaforo: rosso, giallo, verde. E poi lo senti. Sento i passi schiacciare le foglie, le stesse che invadono sentieri, strade e viali, con quel loro rumore inconfondibile, il rumore d’autunno. Alcune sono di tiglio, smuovendole rilasciano un profumo delicato, questo mi riporta con la mente alle prime settimane di luglio, quando la pianta è al culmine della fioritura. Il profumo di tiglio è una delle mie fragranze preferite. Mi fa viaggiare con la mente, mi riporta bambino. Allora quel profumo significava l’arrivo delle giostre. La gioia di tutti i bambini. La sagra della“Madonna di San Marco”. A pensarci adesso sembra così lontana. Ma non voglio affrontare i mesi che verranno ricordando la bella stagione. Voglio prendere di petto l’autunno e poi l’inverno, affrontarli, e nel possibile farli scivolare via in maniera indolore. Odio il freddo! Li vivrò attraverso queste giornate fatte di nuvole bianche, scrosci d’acqua e un sole pallido.