
Ecco questa mi sembrava una domanda più lecita: "Lo sapevate che una multinazionale svizzera vuole realizzare sul passo Santa Donna un parco eolico senza precedenti in Italia, l’altezza delle pale è di 150 metri e sarebbero poste a ridosso degli abitati di Porcigatone e della Val Noveglia?".
"Eolico sì, eolico no", non era senz’altro questo il quesito televisivo da porre in una simile circostanza, anche perché, posto in questa forma, la risposta appare, senza dubbi, scontata.
Anche se, volendo fare i corretti, la forma sarebbe stata quella di rendere subito pubblico il progetto, illustrarne benefici e svantaggi, e poi sondare l’opinione pubblica visto che ne sarebbe coinvolta l’intera comunità, magari anche attraverso un referendum.
Sì, questo doveva essere fatto, invece se siamo qui a parlarne è solo per merito di un cittadino borgotarese, Ivano Vignali, che ha reso pubblico il progetto presentato al comune di Borgotaro nel settembre 2011.
Giovedì scorso, per sua iniziativa personale, specifico che non è residente a Porcigatone, ha organizzato un incontro pubblico per illustrare le caratteristiche di quest’opera faraonica che andrebbe a influire negativamente su centinaia di persone, sulla loro scelta di vita e stato di salute (causa rumore e infrasuoni), a discapito di attività commerciali e agrituristiche, abbattendo, di fatto, gli investimenti economici realizzati negli anni.
L’Amministrazione Comunale, da quanto ho potuto notare fino ad ora, va fiera di questo progetto, la scusante è la campagna elettorale che era improntata anche sulle energie rinnovabili (ma di questa portata?) e quindi si sente moralmente assolta.
Ecco perché non potrei mai diventare un politico/amministratore, dove troverei il coraggio di guardare negli occhi Marcello, Claudia, Fabio, Antonio, Daniela, Ercole, Massimiliano, Gaspare, Oscar, Roberto, Graziano e tutte quelle altre decine di persone coinvolte per dirgli: “Signori, mi dispiace ma la vostra vita, la vostra famiglia, il vostro futuro nella nostra zona, la vostra salute e i vostri risparmi non ci riguardano.”.
Ma poi siamo sicuri che questa sarà “solo” l’aggravante personale di questo progetto o ne risentirà il buon nome dell’intera Valtaro e Valceno? In nome e per conto di cosa, per assecondare una multinazionale svizzera che darà il “contentino” annuo al Comune, il quale dovrà reinvestire (per legge) questi proventi sul territorio coinvolto dal dissesto?
Io, come Ivano e tanti altri, non abito a Porcigatone o in Val Noveglia, ma mi sento moralmente a fianco di tutte queste persone sconvolte da un progetto scellerato e fuori da ogni contesto razionale. Anch’io come loro amo la mia valle, l’ho promossa per anni con risultati che posso dimostrare dove, come e quando si vuole, e se combatto non lo faccio perché sono un immobiliarista, non si vive di solo “soldo”, ma perché conservo ancora un po’ di moralità, considerazione, umanità, coscienza.