
La frase: “Date a Cesare quel che è di Cesare...” è vecchia quanto il tempo, eppure, nonostante il vecchio monito, pronunciare la parola “Grazie” risulta sempre difficile.
Questa mia considerazione è nata dopo aver visto il TG di RTA dove si esponeva la partenza del “Piedibus” e siccome a spronare l’attivazione di questo servizio scolastico c’era stato anche questo blog, mi permetto di tornare sull’argomento.
Se ora, dopo il precedente tentativo non riuscito, il servizio ha finalmente “preso piede”, è proprio il caso di dirlo, è anche merito di chi l’ha sostenuto cocciutamente, di chi ultimamente l’ha divulgato tra i genitori, quindi sbattendosi a cercare adesioni. Sì, è proprio la stessa persona che ho anche visto attaccare i volantini per il paese… bene, dietro a tutto questo c’è semplicemente un nome, ed è quello di un genitore: Giuseppina Ruggeri, volendo ci sarebbe anche quello di Federico Rolleri che ne aveva studiato la fattibilità.
Nella conferenza stampa, invece nulla, nemmeno una menzione. Eppure basterebbe poco. Ascoltando l’intervista si intuisce che il progetto è solo una bella iniziativa andata in porto a Borgotaro. Punto.
Veramente non capisco perché ci debba essere il timore a fare nomi e cognomi, forse per paura di non essere i protagonisti o per la preoccupazione d'essere sospettati d’incapacità amministrativa? Che fine ha fatto il senso di comunità? Non si può chiedere ai cittadini, come spesso succede, di creare iniziative o di fare volontariato per il bene del paese se poi non si riconosce l'importanza della buona volontà delle singole persone.
Certo, queste non saranno regole scritte, ma le parole “Grazie, Rispetto e Considerazione” non sono poi così difficili da ricordare.