La fama del Fungo di Borgotaro non è solo a livello culinario, ma è anche legata alla passione di migliaia di cercatori provenienti da ogni parte d’Italia che frequentano i boschi del comprensorio nei mesi di settembre ed ottobre. Ed è per far fronte ad un indiscriminato assalto ai boschi, con conseguente distruzione dell’ecosistema fungo-pianta, che già negli anni ’60 le Comunalie, che rappresentano le maggiori proprietà boscate a vocazione fungina del comprensorio, hanno istituito, prime in Italia, apposite riserve per la raccolta dei funghi.
Nei boschi situati lungo la dorsale appenninica, la raccolta dei funghi è una consuetudine che si tramanda da molti secoli, sono proprio queste zone infatti che, a partire dal 1934, sono indicate nelle raccolte di usi e consuetudini vigenti in provincia di Parma come aree ove si produce il "Fungo di Borgotaro IGP", unico fungo in Europa ad essere così riconosciuto.
Dal 17 Settembre 2014 l’area è estesa anche ai comuni di Bedonia, Compiano, Tornolo, Berceto e Zeri, fino ad ora era limitata a quelli di Albareto, Borgo Val di Taro e Pontremoli, così la superficie utile sarà di oltre 63.000 ettari.
Per "Fungo di Borgotaro", nella tradizione e nel commercio locale, si intendono le quattro specie di porcino Boletus edulis, Boletus aereus, Boletus aestivalis e Boletus pinophilus.
La secolare attività selvicolturale dei proprietari boschivi, che curano i boschi con passione e competenza, contribuisce positivamente alla crescita del fungo più famoso e pregiato del mondo. Ancora oggi questo prodotto si caratterizza per un aroma profumato e un "odore pulito, non piccante e senza inflessioni di fieno, liquirizia, legno fresco"; caratteristiche organolettiche di qualità e di pregio che lo differenziano da produzioni similari di altre zone.
Il prodotto è da tutti considerato superiore, per qualità organolettiche, olfattive ed aromatiche, rispetto agli altri porcini che, pur delle stesse specie, provengono da altre zone sia italiane che estere.

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