
Sono stato un paio di giorni a casa, febbricitante. Il tempo in questi casi è ostico. Una noia mortale, ma obbligata. Nonostante qualche linea di febbre ho deciso di andarmene un pò a passeggio, anzi di volare qua e là sul globo terrestre. E' bello guardare il mondo dall'alto. Sono andato in Egitto, sopra le piramidi; poi a New York, dentro a Ground Zero; a Istanbul, su lo stretto sul Bosforo; nell'isola di Barbados, sulla spiaggia bianca di St. James; persino a Napoli, a sbirciare tra le vetrate della Galleria Umberto I.
Poi, come Lassie, sono tornato a casa, a Bedonia. Ho notato che quando è stata fotografata era estate: il Groppo mostrava i primi bagnanti, ed era di sabato, giorno di mercato. 'Stringendo' ho cercato la chiesa parrocchiale, l'ombra del campanile, quindi casa mia. Soffermandomi lì sopra, con questa visione inusuale, ho rivisto la mia infanzia. E' stato come accendere un proiettore 'superotto'... in quel fascio di luce scorrevano immagini ancora nitide, mancava solo il suo classico ronzio. Laggiù, in quel piccolo giardino fiorito, c'ero io che giocherellavo con Miao, la mia nipotina Barbara che si divertiva con i 'pentolini' e Ida che ci faceva ridere a crepapelle; ho persino rivisto mani conosciute, una mi allungava pane e nutella, l'altra era intenta a potare le rose. Sorrisi senza tempo.