Avis: una storia lunga 45 anni

Un traguardo importante per la sezione di Bedonia
Niente paura, è solo un buchetto. Fino a quando non ho provato pensavo che donare il sangue fosse un optional, a bloccarmi c’erano diversi timori: l'ago, il foro, il colore del sangue… adesso, dopo vent’anni, temo solo il momento di strappare il cerotto dopo la donazione.

Ricevere una benemerenza è già di per sé una soddisfazione, se poi c’è anche la consapevolezza che donare sangue sia un gesto vitale per non so quante persone, bè allora il compiacimento si fa doppio. Non devo essere stato il solo a pensarlo, a ricevere insieme a me la “Spilla di benemerito” c’erano altre 242 persone, in pratica i donatori attivi dell’AVIS di Bedonia, a dimostrazione che la sede, a 45 anni dalla sua fondazione, gode di buona salute.

La locale Sezione si costituì nel 1969, tempi in cui i prelievi venivano fatti su una sorta di camper attrezzato che stazionava davanti al Municipio, mentre oggi, quasi mezzo secolo dopo, la Casa dell’Avis, unitamente a quella del Volontariato, sono l’orgoglio cittadino per efficienza e modernità.
I dati delle donazioni effettuate sono disponibili dal 1973 e fino ad oggi hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 10.000 unità. Il primo Presidente di sezione fu Pietro Galli (1969-73); Armando Dallara (1974-76 e 1981-83); Luigi Vaccari (1977-80); Giuliano Antognarelli (1984-92); Roberto Ambanelli (1993-98); Giuseppe Gabelli (1999-2007); Giulio Caramatti dal 2008 ad oggi.

Per il futuro c’è solo da sperare che le nuove direttive burocratico-finanziarie nazionali, quelle che stabiliscono la drastica riduzione delle sedi fisse di prelievo, quindi l’aumento dei disagi per i volontari, non portino ad un calo importante delle donazioni. Il "Sangue è vita", i burocrati dovrebbero pur saperlo.
Elenco Onoreficenze (PDF)

Foto: la giornata dell'Anniversario



9 Commenti
  1. NDM

    Aggiungo anche che i burocrati dovrebbero permettere di donare anche a chi ha vissuto in Inghilterra negli anni '80 e oggi non può più donare perché potrebbe essere portatore della sindrone da mucca pazza. La mia ultima donazione risale a 14 anni fa (2 luglio 2000).
    Mi sembra assurdo che non so possa far qualcosa per risolvere questa situazione con un semplice esame (del sangue appunto). Possibile che nessuno ne parli e se ne interessi? Io francamente sono deluso e arrabbiato! Un solo esame porterebbe migliaia di donatori di oltremanica ora residenti in Italia.
    Gigi, almeno tu, lancia un appello. Io ho provato più volte ma per incontrare solo indifferenza. Grazie

  2. Virgy

    Una bellissima associazione, peccato che x colpa della burocrazia negli anni 90 tanti ragazzi iscritti si erano dovuti togliere x colpa della "mucca pazza", erano tutti ex immigrati dalla G.B.
    Complimenti a tutti i donatori e sostenitori, la nostra A V I S è una perla dell' Alta Val Taro.

  3. Capitan Ventosa

    Perche' le medaglie le ha consegnate il sindaco Berni e non il presidente dell' AVIS Caramatti ?

  4. Pippo lo sa

    Alla faccia dei sudisti che non ne donano manco un litro per paese!! E' sempre il nord a tirare la carretta e anche in questo caso siamo sempre i migliori !!!!

  5. Remo Ponzini

    Leggo che la burocrazia, oltre ad infrapporre ostacoli di ogni genere nel disbrigo quotidiano, mette il naso anche nelle donazioni di sangue impedendo, senza giustificato motivo, a tanti volontari di svolgere un gesto di solidarietà e partecipazione. Se avessi in mano una clava e sapessi chi sono i responsabili di queste idiozie, penso che la userei senza alcun rimorso.

    Mi viene da pensare che il divieto "mucca pazza", probabilmente inserito negli anni 70/80 quando si manifestò, non sia stato rimosso per dimenticanza o trascuratezza proprio di quei burocrati che l'avevano ideato. Perchè con i mezzi di cui disponiamo si potrebbe verificare la salubrità del sangue con una semplice analisi; come affermato da NDM. Povera Italia !!!

    Un plauso a questa miriade di ragazze e ragazzi che, mostrando un grande senso civico, hanno permesso di salvare tante vite umane consentendo ai bisognosi di affrontare interventi chirurgici indispensabili. I numeri delle donazioni sono ragguardevoli considerando che viviamo in una comunità di poche migliaia di persone. Non voglio neanche presupporre che possano chiudere un centro di donazione di tale portata. Con i mezzi di trasporto e di conservazione di cui disponiamo in brevissimo tempo si raggiunge Borgotaro, Fidenza o Parma.
    W l'Avis ed i suoi aderenti.

  6. Piero Rizzi Bianchi

    Guarda, caro Gigi, mi sembra quasi banale rilevarlo, ma me la porgi su un piatto d'argento: non aspettarti nulla dalle novità burocratiche, perché i burocrati del sangue sanno che... è buono da succhiare, e stop! Questo, almeno finché, da parte dei cittadini, non ci sarà un sussulto di dignità e una reazione degna di questo nome.
    Sono infatti di più tipi le situazioni in cui un po' di sangue può essere sintomo di buona salute! :)
    Scusa, ma forse ho ancora il dente avvelenato per le lerce e indecenti buro-sanguisughe sindacali che ci hai doverosamente illustrato la scorsa volta...
    In ogni caso, molto meglio l'AVIS della VISA! :)

    P. S.: però, questo Pippo la sa... proprio lunga!

  7. Pluto

    Sono un ex donatore e in questa occasione lo dico a tutte le persone sensibili ai sani principi del volontariato, state contribuendo candidamente a una raccolta truffaldina, non sono andato più donare dopo gli scandali di qualche anno fa. Ma lo sapete quanti soldi girano dietro a un flacone del nostro sangue?

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