Tenendo conto poi che due tra i maggiori sponsor dell'evento erano Coca Cola e McDonald's lo slogan dell'EXPO assume contorni abbastanza inquietanti. Il punto è che ora molto più di prima il "cibo di qualità" è un business in crescita e come tale necessita di un "mercato senza frontiere" per massimizzare i profitti e di conseguenze una campagna di marketing di corrispondenti proporzioni.
All'esposizione siamo andati al penultimo giorno. A rivedere oggi queste immagini sento malinconia e tristezza per la fine di questo grande evento che ha coinvolto molti di noi. Nel contempo sono orgogliosa del grande successo riscosso in tutto il mondo. L' Italia è stata grande e Milano si è dimostrata una grande città. Felice di aver fatto questa esperienza che mi ha dato tante emozioni e alcune delle smorfie di mia figlia non le dimenticherò mai.
Io sono andata il 31 (purtroppo da un lato), e i miei momenti indimenticabili sono stati diversi, dall’ingresso al padiglione 0 all'ultimo spettacolo dell’ultima giornata presso l’albero della vita, con il doppio botto finale e successivo spegnimento.
Expo è stato a tutti gli effetti indimenticabile. Un evento unico e sensazionale anche nelle piccole cose, da sorrisi delle persone addette ai padiglioni, ai gadget del Vietnam, alle crocchette fritte du Cuba. Si poteva prolungarlo e ci sarei tornata.
Personalmente expo non mi è piaciuto, anche i numeri dei partecipanti sono falsati, noi come scuola enogastronomica ci siamo andati 3 volte, se tutte le scuole hanno fatto come noi ovviamente i numeri sono ingigantiti, voglio vedere come faranno a coprire i costi del grande circo che hanno costruito.
il cibo era caro e di mediocre qualità, i controlli di sicurezza mi sembravano facilmente aggirabili, per fortuna non è capitato niente di spiacevole.
è tutto un voler esaltare il fenomeno expo come grande esempio dell'organizzazione di chi ci governa, infatti la rappresenta perfettamente, una enorme cosa vuota.
B R A V O Gigi !!!! Sei proprio Bravo... è stato come ripassare per essere sicuri di aver visto tutto!!! EXPO vince !!!
Tenderei a valutare l'evento EXPO sotto due aspetti: quello del fenomeno ludico in se, che a giudicare dai commenti degli entusiasti, sembra riuscito; e quello di analisi del costume dove con rammarico si può constatare che l'accoppiata Salamella&Spettacolo è da sempre una formula vincente.
Il grande problema a questo punto è il dopo lì abbiamo un’area immensa di oltre 1 milione di metri quadrati che dovrà trovare un suo utilizzo perché su quell’area sono stati impiegati 2.400.000.000 di denaro pubblico, di soldi nostri, cosa succederà di quell’area? Intanto non abbiamo quell’effetto che ci avevano promesso, ci promettevano 200 mila posti di lavoro nuovi? Non ce ne è traccia, in Lombardia l’occupazione è ancora in calo, ci promettevano aumenti del Pil di 1, 2, 3, 4 punti? Non ci pare l’aumento del Pil è di 0, e è dato da altri fattori non certo da Expo, cosa succederà almeno dopo di quell’area? Le idee non potevano essere più confuse di così.
Intanto c’è il peccato originale di Expo: quell’area è stata comprata per la prima volta nella storia degli Expo di tutto il mondo, con i soldi pubblici perché l’Expo per la prima volta è stato realizzato su aree private, così sostanzialmente il Comune di Milano e la Regione Lombardia hanno dovuto indebitarsi con le banche, per circa 200 milioni, chi restituirà quei soldi al Comune di Milano e a Regione Lombardia? Ancora non lo sappiamo, è stata fatta un’asta per rivendere quelle aree nel novembre 2014 nessuno si è presentato.
C’è questo peccato originale e poi c’è il cosa farci, il cosa fare dopo. Le idee che sono uscite finora sono di trasportare sul sito di Expo le facoltà scientifiche dell’università statale è un’idea del Rettore della statale Gianluca Vago, ottima idea ma con quali soldi? Con quale regia? Con quali tempi? Assolombarda ha detto: accanto alle facoltà scientifiche dell’università statale, possiamo metterci una zona di imprese, le imprese tecnologiche che possono trasportarsi lì, trasferirsi lì, sì ma anche lì con quale sicurezza, certezza, tempi regia non lo sappiamo.
Buongiorno a tutti, stavolta vado decisamente contro-corrente e per me EXPO è stata una vera truffa legalizzata: innanzitutto è stato impensabile riuscire a visitare l'interno dei padiglioni per code inimmaginabili (8 ore per il giappone, ad esempio) e quindi la visita è stata "monca"; il mangiare assolutamente caro e non di prestigio; code ovunque dall'ingresso, ai bagni, ai bar....... e per ultimo non ho visto nessuna attinenza con il titolo della manifestazione!!!!!! Dopo due ore di visita ho abbandanato la scena per gustarmi il centro di Milano che ha ancora il suo fascino ad un costo decisamente più abbordabile.
Daniele Uboldi
27/11/2015Expo è stata, prima di tutto, la fiera dell'ipocrisia. La statistica ci insegna che un campione deve essere rappresentativo, casuale, non condizionato. Cosa sia l'Afghanistan o lo Zambia non lo si vede dalla rappresentazione scenica di padiglioni luccicanti, dove ciascuno mette in scena ciò che gli pare, ma dalla realtà fattiva vista sul posto.
Si è voluto rappresentare il Paese dei Balocchi: affascinante, indubbiamente, ma quanto reale? Expo doveva anche essere l'occasione per parlare del tema di portava l'incipit: "Nutrire il Pianeta". Ora, come lo si vuole nutrire, incoraggiando i milioni di piccoli contadini o assecondando le multinazionali? Non è la stessa cosa. La prima concezione incoraggia il cibo biologico, la biodiversità. La seconda la standardizzazione e la logica intensiva delle coltivazioni che tanto danno arrecano al suolo; come emerge anche dal recente rapporto dell'ISPRA. Dunque non è tutto oro quello che luccica.