Insomma, anche Bedonia aveva i suoi "cacerolazos" (a conferma che tutto il mondo è paese). Solo che in Argentina (e nel resto del Sudamerica) vengono fatti per contestare i governi...
Anche da noi, in provincia di Brescia, c'era questa abitudine di ciocare
Ricordo di aver partecipato a due "ciocate", una a Bertorella nel lontanissimo 1979 ed una ben più recente a Gotra! Per quest'ultima il giorno ci è stata offerta una merenda a base di vino e torte salate allo "Scozzese"!
Leggere le tue parole mi ricorda i racconti di mia nonna.. perciò non smettere di scriverle.. di raccontarle perché sono le nostre radici ed è bello conoscerle
Eh si, anche da noi 'i sunèivena è ciòchere' (che solitamente si usavano la settimana Santa di lutto, per richiamare la gente alle funzioni religiose, poi sostituite dal corno), sotto le finestre, anche alle ragazze 'chiacchierate' che venivano prese di mira dai bontemponi del paese...
Ma un tempo sposarsi era tutto diverso da ora: al mattino presto e per alcuni era un lusso poter festeggiare e dopo la cerimonia se ne tornavano a casa davvero, come se nulla fosse....
I miei nonni materni, poveri cristi, altro che viaggio di nozze, la mattina dopo, all'alba si erano alzati per andare a zappare... Quelli paterni addirittura, dopo la funzione lei era andata a casa e lui all'osteria. I più fortunati festeggiavano e poi andavano al massimo a Sanremo! Ed era un avvenimento raccontarlo! Mia madre di 17 anni e mio padre di 34, nel '50 erano andati a Bologna e poi a Padova 'dal Santo'.... ma prima di partire, mia madre aveva fatto scorta di cipolle lasciate poi in custodia da Italo.
Quando poi rimanevano 'in stato interessante', specie negli anni '30, non dovevano mostrare il ventre prominente e molte lo nascondevano col grembiule alzato o evitavano di farsi vedere dal parroco che le criticava!!!! E dopo il parto dovevano farsi benedire prima di entrare in chiesa.... Erano altri tempi... le donne erano responsabilizzate subito, coscienziose e.... chi più ne ha più ne metta.....
Ora i giovani si faranno delle sonore risate a leggere il passato... abituati come sono anche a tante distrazioni e superficialità... Ma se chiedi un parere ai nostri vecchi, dicono: 'Mì ne vuresse jè.se un geniture d'incò'.
Ricordo che andai a fare il chierichetto in età prescolastica. Naturalmente non sapevo ancora nè leggere e nè scrivere. Dovetti imparare a memoria le risposte da dare al prete (in latino) imparandole da quelli più grandicelli. Non posseggo le capacità mnemoniche della Maria Pina Agazzi-Cattaneo, che è la mente storica del nostro paesello, e quindi anch'io attingo da Lei tramite il nostro Esvasante che, saggiamente, mette in archivio tutto ciò che gli viene narrato.
Però i matrimoni celebrati alle cinque del mattino mi sono rimasti impressi. Era una usanza che quasi tutti rispettavano, escludendo i pochi ricchi di quei tempi che amavano esibire i lussuosi abiti della sposa, gli addobbi vari, ed il percorso, in pompa magna, per le vie del paese con la folla plaudente. Già, le persone facoltose mostravano la loro opulenza e gli "altri" si nascondevano nel buio.
Come mai ?
Non sono mai riuscito a darmi una risposta che fosse chiara ed intelligibile. Forse legata ad una sorta di pudore che l'atto amoroso del matrimonio implicava ? Erano tempi in cui tutto ciò che era legato al sesso era tabù. Ma forse ci vorrebbe uno strizza-cervelli per avere certezze.
Ho servito la messa di tanti matrimoni ma ne ricordo uno in particolare. Quello dei genitori di Franco Maggetti. Perchè la sposa era bellissima. Non avevo ancora i "pruriti" adolescenziali ma sapevo soppesare e distinguere il bello dal brutto.
Ricordo anche l'orario: 5,30 del mattino.
Tutto vero, pure nella mia famiglia si sono sposati nella chiesetta dell'asilo. Peccato che 'hanno distrutta. Era veramente un pezzo bellissimo della nostra storia. Mia zia Lina, aveva sposato suo Zio acquisito alle 4 del mattino... una storia molto triste. Bravo Gigi e Maria Pina
È così Remo... il pudore e anche, forse la timidezza di non potersi permettere l'abito da sposa... Ma normalissimo, quello della festa... Ma il pudore rimaneva misto a vergogna quando il giorno dopo la gente guardava in viso la sposina x farla arrossire... Quando poi partoriva, sempre al mattino presto, lei doveva tornare a farsi benedire. Con la veletta in testa e il capo chino, quasi a doversi vergognare... a farsi perdonare dell'atto d'amore che doveva avvenire solo per procreare!! Ohimè che lavu'.... direbbe sempre mia nonna!
Da ragazzino mi venne raccontato delle "ciuccade" ai vedovi e qualcuno mi disse che rappresentavano lo straziante lamento del precedente coniuge estinto.
Per tanti aspetti (di educazione e comportamento), il mondo di oggi è peggio di una volta. Per gli usi e costumi oggetto di questo post, possiamo invece dire che le cose sono cambiate decisamente in meglio...
Princy
18/03/2018Ho chiesto a mio padre se sapeva di queste usanze a me sconosciute fino ad oggi e mi ha confermato le stesse identiche cose, raccontandomi proprio del fatto che i vedovi si sposavano in segreto, altrimenti sarebbero stati mira delle cioche. È stato interessante leggere il racconto di Maria Pina. Sembra così distante dalla nostra realtà, basti pensare all'orario del matrimonio (mi viene da pensare ai più dormiglioni) o al fatto del matrimonio in segreto nella Cappelletta o ancora al Viaggio di Nozze a La Spezia o Genova, tutto nel modo più umile e senza grandi festeggiamenti magari con duecento invitati... matrimoni d'altri tempi ...